Cisti di Baker feat

Cisti di Baker

Cisti di Baker 01Cos’è la Cisti di Baker?

La cisti di Baker, assolutamente di natura benigna, è un rigonfiamento di una delle borse sierose esistenti nel cavo popliteo, ovvero nella zona posteriore del ginocchio, le quali borse mantengono durante lo sviluppo, un anomalo collegamento con la capsula articolare, sviluppando un punto di comunicazione.

Generalmente la più interessata è la borsa sierosa del muscolo semimebranoso o quella del muscolo gastrocnemio mediale.


Cosa sono le borse sierose e a cosa servono?

Le possiamo immaginare come dei cuscinetti rivestiti nell’interno da membrana sinoviale e riempiti di liquido sieroso, che hanno il compito di attutire gli attriti muscolo-tendinei nei passaggi potenzialmente irritativi, in prossimità di sporgenze ossee o di articolazioni.

Cisti di Baker 02La cisti di Baker può anche svilupparsi attraverso un’erniazione della capsula articolare e della sua membrana sinoviale, che trova spazio tra le linee di passaggio muscolari e tendine della zona posteriore del ginocchio.

Le cisti di Baker variano per dimensioni da pochi millimetri a qualche centimetro e possono presentarsi in diverse fasce di età, nei bambini tra i 4 e i 7 anni circa, oppure in età adulta tra i 35 e i 70 anni.

La classificazione viene differenziata in primaria e secondaria.

La forma primaria è detta idiopatica, ovvero non se ne conosce la causa, perché il ginocchio appare sano nel suo complesso ed è la forma che generalmente colpisce i bambini.

La forma secondaria è conseguente ad una patologia del ginocchio, artrosi, artrite, lesioni meniscali, distorsioni, traumi diretti, fratture, per cui si forma liquido sinoviale in eccesso che sfoga verso il perimetro posteriore, dando vita alla cisti in questione.

La cisti secondaria è maggiormente presente nell’età adulata, proprio perché è più facile che si presentino disturbi ortopedici correlati a carico del ginocchio.


I Sintomi

I sintomi sono legati alla grandezza volumetrica e all’effetto compressivo del rigonfiamento nei confronti dei tessuti limitrofi e spesso si sovrappongono alle conseguenze delle patologie pre esistenti del ginocchio.

É ben palpabile, il volume può esserne apprezzato con più facilità all’aumentare delle sue dimensioni.

Cisti di Baker 03Nel quadro sintomatico il paziente può riferire un gonfiore articolare, una limitazione del movimento, un dolore alla pressione nella zona posteriore del ginocchio, alle volte un’alterazione della sensibilità (parestesia) nel caso in cui la cisti vada ad irritare il passaggio del nervo sciatico in zona poplitea.

Raramente la cisti va incontro a rottura e quindi a dispersione del liquido nei tessuti circostanti, con la possibilità di creare un’infiammazione o peggio un infezione.

Altrettanto rari sono i casi in cui la cisti possa calcificarsi indurendosi e causando una compressione di maggior impatto sui tessuti limitrofi.


La diagnosi

La diagnosi vede come primo approccio la palpazione e l’identificazione di una massa molle e comprimibile nella zona posteriore dl ginocchio.

Alla palpazione farà seguito un’esame clinico per valutare la presenza di liquido nei vari compartimenti articolari del ginocchio, inoltre vanno ricercate le possibili patologie  presenti, che mettano l’articolazione nelle condizioni di lavorare male, infiammandosi e diminuendo la propria funzionalità.

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L’esame ecografico permette di evidenziare la presenza della cisti di Baker e di valutarne il contenuto liquido.

La risonanza magnetica è un esame più minuzioso nello studiare le caratteristiche anatomiche della cisti, la sua posizione, il rapporto con i tessuti adiacenti e con la capsula articolare.


La terapia

La terapia è necessaria nel momento in cui la cisti crei un dolore, una limitazione articolare o un sintomo compressivo dei tessuti adiacenti muscolari, vascolari o neurologici.

La cisti di Baker idiopatica, ovvero primaria, migliora nel giro di 15-20 giorni semplicemente con il riposo, con lo scarico articolare e l’utilizzo di stampelle, alle volte sparisce quasi del tutto.

La cisti di Baker secondaria invece vede la necessità di porre rimedio alle patologie concomitanti che interessano l’articolazione, che siano di natura disfunzionale, anatomica o di entrambe, utilizzando antinfiammatori, calze drenanti, ghiaccio, riposo, scarico del peso corporeo, fisioterapia per il recupero funzionale, per drenare il liquido sinoviale, per migliorare l’assetto posturale e scaricare meglio il peso corporeo.

La strada delle infiltrazioni, per aspirare il liquido contenuto nella cisti, è venuta a perdere attenzione nel tempo, perché si è visto che in alcuni casi non solo il liquido si riformava nel giro di breve, ma ne era stimolata la maggior produzione.

La chirurgia entra in scena nel momento in cui la cisti sia eccessivamente grande e compromettente per la salute dei tessuti adiacenti, oppure quando si rende necessario riparare il danno anatomico del ginocchio che causa instabilità, infiammazione e degenerazione tessutale.

Sicuramente per prevenire l’evoluzione delle patologie legate alla cisti di Baker è importante mantenere un buon tono muscolare, ottimizzare la propriocettività articolare, curare l’assetto posturale e ottimizzare il drenaggio venoso e linfatico degli arti inferiori.

La cisti di Baker è complessa, ma oggi abbiamo imparato che è approcciabile su vari fronti e quindi facilmente gestibile e curabile.