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Perché trascuriamo la prevenzione?

prevenzione 01Iniziamo subito con il dire che procrastinare o peggio, essere inadempienti verso la prevenzione nel campo della salute, fa male e può essere molto pericoloso.

La prevenzione riduce il rischio

Applicare i protocolli o semplicemente le strategie preventive, può ridurre drasticamente il rischio di sviluppare patologie oltre misura, dando la possibilità ai pazienti di correre ai ripari prima che sia troppo tardi, ovvero prima che la malata abbia sviluppato alterazioni anatomiche e funzionali tali, da mettere a repentaglio la salute del soggetto stesso.

Ancora oggi la migliore gestione delle più importanti malattie è proprio la prevenzione, perché previene o si accorge della presenza di una patologia nelle primissime fasi, ottimizzando al massimo le possibilità di interazione e di guarigione della malattia.

Ma allora perché ancora oggi il tasto della prevenzione viene da molti sottovalutato se non del tutto ignorato?

Sicuramente alla base c’è una carenza culturale sulle strade preventive da percorrere a seconda dell’età del paziente, del sesso maschile o femminile e dei diversi organi che compongono l’insieme del nostro corpo.

Alle volte diventa complice anche la pigrizia.

prevenzione 02Ma è sempre e solo così?

Oggi affermiamo che alla base dell’inadempienza preventiva, ci possono essere anche altri fattori di interazione.

L’ansia e la depressione sono 2 aspetti differenti tra di loro, ma che possono portare il paziente ad abbandonare il percorso dei controlli di routine, utilizzando delle strade totalmente diverse, ma altrettanto deleterie per la conservazione della salute.

L’ansia si sposa ad un’eccesso di tensione psicofisica, che se protratta nel tempo e se presente in maniera costante, porta il soggetto ad uno stato di inquietudine e preoccupazione che può sfociare nella paura.

La depressione azzera energie e spirito di iniziativa.

Ansia e prevenzione

prevenzione 03Numerosi studi in passato e altri di recente pubblicazione, come ad esempio il lavoro svedese proposto nella rivista JAVA NETW OPEN nel primo trimestre del 2023, approfondiscono proprio l’aspetto psico emotivo nella gestione del comportamento di relazione con il procrastinare gli impegni primari.

“-JAMA Netw Open

-2023 Jan

-Associations Between Procrastination and Subsequent Health Outcomes Among University Students in Sweden

-Fred Johansson  1 , Alexander Rozental  2   3 , Klara Edlund  1   4 , Pierre Côté  5 , Tobias Sundberg  1 , Clara Onell  1 , Ann Rudman  3   6 , Eva Skillgate  1   4

Affiliations  expand

-PMID: 36598789  PMCID: PMC9857662  DOI: 10.1001/jamanetworkopen.2022.49346”

In questo studio sono stati reclutati 3.525 studenti in età universitaria, mettendo in parallelo la loro tendenza a procrastinare gli impegni e i loro stati di salute, monitorandone l’evoluzione ogni 3 mesi per un intero anno.

prevenzione 04È stato notato che gli studenti che avevano una maggiore propensione a procrastinare gli impegni, ha poi sviluppato a distanza di qualche mese (9 mesi circa) segni e sintomi legati allo stress, all’ansia e/o alla depressione.

Lo studio riportato non sta assolutamente a dire che chi tende a tralasciare i propri compiti e doveri, debba sviluppare per forza di cose una patologia psico-fisica, ma ci mette in guardia dal fatto che la tendenza a ritardare o ad eliminare un’attività preventiva, non è sempre e solamente legato ad un’aspetto culturale, ma può essere associato ad uno stato di fragile emotività, fino addirittura a sviluppare una forma depressiva.

In tal caso l’autovalutazione ci permette di coscientizzare la nostra salute ed eventualmente di correre ai ripari, sia per quanto riguarda il prospetto preventivo e di cura delle strutture biologiche umane, sia nella sfera psico emotiva, adottando strategie cognitive comportamentali in grado di ottimizzare gli impegni programmati, diluendone di conseguenza l’aspetto ansioso e stressante, tanto dei carichi emotivi quanto di quelli realizzativi.

Ad oggi ribadiamo l’importanza del processo preventivo, sappiamo che l’inadempienza può non essere solo legata ad un fatto di pigrizia o di carenza culturale, ma può essere associato anche d uno stato psico-emotivo di fragilità in relazione a fattori ansiogeni, di stress o peggio ancora depressivi.

Non lasciamoci sopraffare dalle situazioni esterne alla nostra volontà, ma guidiamo noi il nostro volere e prendiamoci cura della nostra salute.

La salute passa attraverso la conoscenza e con l’articolo di oggi abbiamo la possibilità di aggiungere un tassello al nostro benessere.

Fibromialgia

Il termine “fibromialgia” trae origine da dolore (algos) proveniente dai muscoli (myo) e dai tessuti fibrosi (fibro), come tendini e legamenti.

Cos’è la Fibromialgia e come si presenta?

Si presenta con un insieme di più sintomi indipendenti ma in relazione tra di loro:

  • Fibromialgia-1maggiore tensione muscolare di base, che aumenta in maniera esponenziale nel momento della sua attivazione contrattile
  • riduzione o perdita di forza
  • dolore cronico muscolare, tendinineo e legamentoso che si manifesta in maniera diffusa e migrante
  • crampi notturni e fascicolazioni
  • disturbi dell’articolazione temporo mandibolare (ATM)
  • acufeni
  • alterazione della sensibilità recettiva e percettiva
  • disturbi dell’equilibrio
  • parestesie con alterazioni della sensibilità cutanea, formicolio, prurito, bruciore, fitte
  • percezione alterata del caldo, freddo, umido (si può diventare sensibili al cambiamento metereologico)
  • ipersensibilità visiva, olfattiva, acustica
  • rigidità, soprattutto mattutina
  • cefalea
  • stanchezza
  • disturbi del sonno, insonnia
  • disturbi cognitivi
  • stato confusionale con difficoltà di concentrazione
  • disturbi di ansia
  • disturbi depressivi
  • attacchi di panico
  • disfunzioni gastrointestinali
  • cistite interstiziale

Fibromialgia-2aIl dolore di tipo cronico, migrante in varie zone del corpo, ha la caratteristica di esser resistente agli antinfiammatori, ovvero la sintomatologia può anche sensibilmente diminuire ma non sparire, ne al momento, ne in maniera definitiva.

Può variare da leggero indolenzimento a forte dolore acuto.

E’ localizzato nei nei tender points (una mappa di punti specifica, attivata dalla digitopressione)

La fibromialgia va individuata con grande maestria.

Le indagini diagnostiche e di laboratorio non sono sufficientemente utili perché in realtà le alterazione che possono mostrare non sono ricollegabili alla fibromialgia stessa.

La raccolta di dati anamnestici, la palpazione di punti sensibili, l’esame obiettivo e la diagnosi differenziale su una rosa di patologia associate, sono la chiave per poter stabilire la presenza della sindrome fibromialgica.

La causa della fibromialgia non è stata riconosciuta come certa ne è stata ben definita, ma sono stati evidenziati diversi fattori, di varia natura, che possono innescarla:

  • modificazione di tipo ipossico, causa diretta di un cambiamento anatomico
  • un alterato funzionamento del sistema nervoso autonomo (S.N.A.) in particolar modo della componente ortosimpatica
  • alterazione dei neurotrasmettitori (serotonina e noradrenalina sono i principali coinvolti) dove anche qui il S.N.A. gioca un ruolo dominante nel controllo della contrazione muscolare, sudorazione, vasodilatazione / vasocostrizione, deficit di irrorazione sanguigna a livello muscolare, insorgenza del dolore, rinforzo del dolore, tensione, astenia, aumento della percezione agli stimoli
  • eventi traumatici sia organici che psichici
  • presenza di neuropatie e più in generale di patologie organiche sistemiche
  • attivazione del sistema autoimmunitario dopo infezioni batteriche
  • spasmofilia (stanchezza con spasmi)
  • le neuropatie che portano ad un’alterazione della membrana assonale dei nervi periferici
  • alterazioni dei canali ionici, con il coinvolgimento disfunzionale dei canali sodio-potassio-calcio, che causano problemi di cattiva attivazione sia della parte neurologica che di quella muscolare
  •  familiarità nello sviluppo della fibromialgia

Le cause scatenanti

Fibromialgia-3Tra le cause scatenati della fibromialgia ci sono i sintomi stessi, ovvero, avendo una schiera di concause cosi vasta, potranno essere le stesse situazioni a portare l’attivazione della sindrome con il presentarsi dello stesso sintomo scatenante, correlato in aggiunta a molti degli altri indicati precedentemente.

Fibromialgia-4Individuiamo come possibili micce di innesco fibromialgico tutte quelle condizioni come: stress, alimentazione, stanchezza e affaticamento, dolore ti tipo neuropatico, contratture e spasmi associati a rigidità, perdita del normale ritmo sonno veglia, disturbi cognitivi momentanei.

La fatica peggiora sicuramente i sintomi.

In definitiva tutte quelle situazioni che fanno perdere o diminuire un delicato equilibrio multi fattoriale, possono essere lo starter della fibromialgia che trova la scusa per liberarsi nelle sue molteplici manifestazioni.

Fibromialgia-5La fibromialgia pertanto può essere facilmente associata a molte altre patologie che abbracciano diversi campi: reumatologico, immunitario, neurologico, ortopedico, dismetabolico.

Per meglio inquadrarla viene divisa in 4 macro categorie:

  1. non associata a condizioni psichiatriche
  2. associata a condizioni psichiatriche
  3. associata a depressione maggiore
  4. somatizzazione

Fibromialgia-6Ricordo che le problematiche psichiatriche o psicologiche non sono i fattori scatenati della fibromialgia ma possono essere delle condizioni che influenzano l’evoluzione della sindrome stessa e il suo perdurare.
Pertanto si fa attenzione alle manifestazioni parallele nel campo PSICONEUROENDOCRINOIMMUNOLOGICO (PNEI) e i loro effetti sul comportamento

I pazienti fibromialgici possono sviluppare disturbi d’ansia più facilmente.

Per fare diagnosi, la raccolta dei dati anamnestici è fondamentale.

Riuscire a fare un quadro informativo capace di trovare i vari punti comuni con la sindrome, vuol dire mettersi sulla strada giusta per definire il problema.

L’esame obiettivo mira alla palpazione di una mappa ben organizzata e strutturata di 18 punti chiave (TENDER POINTS), ognuno di essi considera sia l’ emilato destro che sinistro.

Fibromialgia-7

Mappa tender points fibromialgia

Di questi 18 punti almeno 11 devono risultare positivi alla dolorabilità nella palpazione e devono anche essere in rapporto con il resto delle concomitanze di comorbilità (coesistenza di più patologie diverse nello stesso individuo ma indipendenti una dall’altra, oppure riferirsi a a patologie che compaiono secondariamente all’insorgenza di una patologia di fondo).

Nella valutazione dei tender points va considerato il parametro miologico, lo stato di spasmo e di tensione provocato e il parametro dolorometrico, l’intensità del dolore provocato.

Il parametro miologico può essere considerato nella sua positività anche per una ischemia transitoria compressiva o per una iperpnea ottenuta modificando la respirazione profonda polmonare.

Nella valutazione vanno escluse la presenza di patologie di diverso ambito, con sintomi uguali o simili, che possano far confondere la fibromialgia con un’altra patologia (diagnosi differenziale).

Nella diagnosi differenziale la sintomatologia multifattoriale va distinta da una serie di patologie diverse per natura: ortopediche, neurologiche, reumatologiche, autoimmunitarie, ormonali, psichiche, psichiatriche, infettive.

Per arrivare ad una diagnosi concreta di fibromialgia l’esame obbiettivo diventa fondamentale, così come può essere di grande aiuto anche lo studio delle indagini di laboratorio che escluderanno in parte i ceppi delle patologie sopra indicate.

Le analisi di laboratorio spesso trovano un riscontro alterato di più fattori: diminuzione della serotonina, diminuzione di un amminoacido della famiglia del tripofano e diminuzione della melatonina, così come si riscontra un aumento della sostanza P.

Fibromialgia-8Nella gestione dei pazienti fibromialgici si è visto che l’attività fisica ha comunque la sua importanza, va assolutamente evitata la rigidità e i disequilibri posturali, per non sovraccaricare le articolazioni e le catene muscolari inerenti.

Allo stesso tempo va scongiurato l’affaticamento e l’attività prolungata, ovvero sono necessarie pause di recupero ad personam.

La muscolatura, le capsule articolari e i compartimenti legamentosi di sostegno devono essere sempre elastici e la postura ben corretta, per non predisporre i tessuti molli ad un eccesso di tensione al momento dell’ attacco acuto.

Fibromialgia-9Deve diventare una sana abitudine quella di dormire le giuste ore di sonno senza mai andarne in debito.

Alle volte la melatonina può essere un buon rimedio lì dove il fisico ne risulti meno provvisto e dove ci sia un alterazione del ciclo sonno veglia.

Anche le tecniche di rilassamento hanno il loro vantaggio e possono diminuire la situazione di burnout a cui il fisico va incontro.

Fibromialgia-10La gestione del lavoro quotidiano deve prevedere la possibilità di avere delle pause o di cambiare i compiti, passando da più pesanti a più leggeri, per non stressare eccessivamente le risorse della persona.

Fibromialgia-11L’alimentazione dovrebbe evitare quei cibi corresponsabili di un’infiammazione basale, fattore di stress che benché minimo potrebbe innescare la scintilla della fibromialgia.

Gli integratori alimentari possono essere un supporto ma non una cura.

A livello farmacologico gli antinfiammatori non steroidei non hanno mostrato grossa efficacia mentre sicuramente meglio vanno i miorilassanti.

Gli antidepressivi hanno il loro effetto li dove si evidenziano carenze di serotonina alle analisi di laboratorio.

L’utilizzo medico della cannabis ha portato giovamenti nella gestione della fibromialgia per merito dei molti fattori su cui agisce.

In conclusione posso dire che la fibromialgia non è una patologia degenerativa, i suoi sintomi variano per zona e per interesse di organo, il paziente può arrivare alla rigidità e al dolore cronico.

I fattori di comorbilità sono tanti e se da un lato rendono difficile fare una diagnosi certa, d all’altro permettono il vantaggio di impostare un approccio multidisciplinare.

La fibromialgia si può affrontare e gestire in maniera efficace ed efficiente per evitare che i suoi sintomi diventino deleteri per le autonomie quotidiane della persona.