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Artrite psoriasica

Artrite psoriasica 01L’artrite psoriasica è una patologia di tipo infiammatoria con caratteristiche di cronicità, che colpisce le articolazioni.

Si manifesta nei pazienti che hanno già conclamato la presenza della psoriasi, con una percentuale di rischio del 30%.

La psoriasi è una malattia che altera lo stato in essere della pelle, causando un’anomala cheratinizzazione e sviluppando circoscritte chiazze arrossate in rilievo, sulle quali si evidenziano delle desquamazioni a placche.

Si stima che ne soffra circa il 2% della popolazione mondiale.

La psoriasi è anch’essa una malattia infiammatoria cronica sistemica, caratterizzata da complesse basi fisiopatologiche autoimmunitarie, assolutamente non contagiosa, che coinvolge varie aree della cute, con delle zone peculiari a seconda del tipo di psoriasi.

Artrite psoriasica 02Psoriasi volgare:

  • tronco
  • regione sacrale
  • gomiti,
  • ginocchia
  • cuoio capelluto.

Psoriasi inversa o flessurale:

  • pieghe cutanee (ad esempio le pieghe inguinali)
  • ascelle.

Artrite psoriasica 03Psoriasi guttata che colpisce maggiormente bambini ed adolescenti, manifestandosi con piccole papule eritematose, diffuse principalmente al tronco.

Psoriasi pustolosa che evidenzia pustole sterili multiple, localizzate o generalizzate.

Psoriasi eritrodermica, forma rara, dove l’area corporea risulta eritematosa ed infiammata, per un’estensione che può risultare pari al 90% della superficie corporea; l’interessamento cutaneo è associato a sintomi sistemici.

Vari studi clinico-scientifici hanno associato alla psoriasi e all’artrite psoriasica, la possibilità di vedere coinvolti altri organi nello sviluppo di comorbilità (occhi, cuore, polmoni e reni).

Sono rari i casi in cui l’artrite psoriasica si manifesta antecedentemente alla comparsa della psoriasi.

L’artrite psoriasica si sviluppa in egual misura tra maschi e femmine, con un’età di insorgenza più frequente tra  30 e i 50 anni.

La sua attività patologica non è sempre costante, ma si alternano periodi ON a periodi OFF, con una remissione massiva dei sintomi.

Come per la psoriasi, anche l’artrite psoriasica viene catalogata tra le patologie di tipo autoimmunitario.

I sintomi dell’artrite psoriasica sono maggiormente a carico delle articolazioni vertebrali e distali, interessando in maniera maggiore le mani nelle porzioni metacarpo-falangee / interfalangee e in maniera minore i piedi, ma può inoltre colpire ginocchia, anche, gomiti e spalle.

La sintomatologia e il quadro clinico, sono simili per molti aspetti a quelli dell’artrite reumatoide, con una caratteristica simmetria di segni patologici, se colpiti gli arti.

Artrite psoriasica 04A livello vertebrale le porzioni più interessate sono quelle del segmento lombare e delle giunzioni sacro-iliache.

Le articolazioni si presenteranno gonfie, rigide e dolenti, con una limitazione funzionale che ne riduce sia il movimento, che la capacità di forza e resistenza muscolare, per un rapporto di causa effetto articolare / muscolo-tendineo.

Nei punti articolari con connessioni legamentose e tendinee, l’infiammazione reattiva artritica, può coinvolgere anche i tessuti molli, provocando delle entesiti.

La sintomatologia legata all’artrite psoriasica non è costante, ma ha dei momenti di attività patologica, alternati a momenti di silenzio e di remissione della malattia.

C’è da dire che essendo una patologia infiammatoria autoimmunitaria a carico delle articolazioni, la permanenza dello stato flogistico, causa un’alterazione dei capi articolari e delle loro capsule, avanzando uno stato di dismorfismo direttamente proporzionale al tempo di durata dell’evento acuto e al ripetersi degli eventi.

Artrite psoriasica 05Pertanto se l’infiammazione acuta non viene bloccata tempestivamente e non si previene il ripetersi delle aggressioni, le articolazioni interessate andranno via via a rovinarsi, al punto tale che si verificherà un cambiamento anatomico dei capi articolari e delle loro cartilagini, andando a favorire una deviazione dell’asse articolare, una deformità permanente e un’artrosi precoce.

Bisogna aggiungere che l’artrite psoriasica, come effetto secondario, può essere concausa di una perdita di massa ossea.

La causa dell’artrite psoriasica è di natura autoimmunitaria, ovvero il sistema immunitario, attacca le cellule normali dell’organismo, causando un’infiammazione reattiva delle articolazioni.

Può svilupparsi in maniera primaria o essere condizionata da una familiarità.

Artrite psoriasica 06La predisposizione genetica al mutamento anomalo della risposta immunitaria, si associa con frequenza ad eventi stressanti per l’orgasmo che spaziano su vari fronti:

  • infezioni
  • traumi
  • stress
  • eccessiva stanchezza fisica protratta per lunghi periodi
  • cattiva alimentazione
  • alterazione del ciclo sonno-veglia
  • interventi chirurgici.

Nella diagnosi di artrite psoriasica, l’anamnesi è il punto di partenza per raccogliere i dati clinici sulla presenza e lo sviluppo dei segni e dei sintomi associati alla conformazione e alla funzione articolare.

Artrite psoriasica 07L’esame obiettivo dello specialista mira ad effettuare una serie di test e valutazioni, che mettono alla prova la funzione dell’articolazione, sia nei movimenti attivi che passivi, in rispondenza all’esacerbazione del dolore e alla resistenza articolare nell’attivazione muscolare.

Gli esami di laboratorio sono strettamente necessari per valutare la presenza di fattori infiammatori, la modificazione dei valori riferibili all’attività immunitaria e per escludere patologie associabili nella diagnosi differenziale.

Non sono da escludere esami genetici per la ricerca del gene HLA-B27, associato nel 50% dei casi di artrite psoriasica, con interessamento della colonna vertebrale.

Se le articolazioni interessate sono grandi, come ad esempio il ginocchio, si può procedere con un’artrocentesi, per poter analizzare lo stato biologico del liquido sinoviale estratto.

Le indagini diagnostiche sono essenziali per poter valutare lo stato in essere delle strutture articolari, capsulo-legamentose e tendinee, valutandone sia la conformazione, che la presenza o meno di processi flogistici.

Per tale scopo potranno essere usate radiografie, esami ecografici e risonanze magnetiche.

Ricordando che l’artrite psoriasica può essere una concausa di perdita della massa ossea, viene spesso consigliato un controllo tramite MOC, valutandone la presenza o meno di osteoporosi.

Il trattamento per l’artrite psoriasica, ha a disposizione diverse varianti farmacologiche, tutte quante intente a ridurre l’infiammazione, a ridurre il dolore, a contenere l’azione patologica autoimmunitaria e a limitare i danni biologici tissutali/articolari.

In prima battuta verranno utilizzati i FANS come antinfiammatori non steroidei, per passare alla somministrazione di corticosteroidi, nel momento in cui i FANS non dovessero aver ottenuto gli effetti desiderati nel contrastare l’infiammazione.

farmaci
I farmaci antireumatici modificanti la malattia (DMARD), vengono utilizzati nel momento in cui gli antinfiammatori non dovessero aver successo, contribuendo a rallentare la progressione dell’artrite psoriasica, limitando il danneggiamento del tessuto osseo, legamentoso, tendineo e cartilagineo.

I farmaci antireumatici DMARD, hanno un’azione lenta, riscontrando un buon risultato nell’arco di 4-6 mesi.

Questi farmaci devono essere utilizzati nelle fasi iniziali di sviluppo dell’artrite reumatoide, in modo tale da poter prevenire la distruzione della rima articolare e l’inabilità funzionale annessa.

I modificatori della risposta biologica, sono un’altra categoria di farmaci che utilizzano la tecnologia del DNA  ricombinante.

I modificatori della risposta biologica prescritti per l’artrite psoriasica, agiscono su bersagli specifici e possono essere inibitori del TNF-α -, antagonisti di IL-12 e IL-23 e inibitori di IL-17.

La chirurgia viene presa in considerazione nel momento in cui le strutture articolari abbiano subito un rimaneggiamento tale, da rendere inefficiente la funzione nelle attività minime di vita quotidiana.

Non tutte le articolazione possono essere ricondizionate dalla chirurgia, ma in quelle ove se ne presenti l’opportunità, si può pensare di proporre la protesizzazione, mediante la quale si impianta una neo articolazione, libera dal rischio di recidive della patologia artritica.

Artrite psoriasica 08La fisioterapia diventa fondamentale per mantenere e/o recuperare la funzionalità articolare, riducendo il rischio di anchilosi e mantenendo un buono stato di elasticità delle strutture capsulo-legamentose e tendinee.

Concludendo abbiamo capito che i pazienti affetti da psoriasi, che abbiano sviluppato o meno l’artrite di relazione, devono affidarsi ai controlli e alla gestione specialistica sanitaria, per evitare l’evoluzione di una patologia invalidante nel sistema osteo-articolare.

Le attuali terapie possono controllare i sintomi e prevenire danni permanenti alle articolazioni…….non nascondiamo la testa sotto la sabbia, ma affrontiamo la malattia con determinazione e fiducia.

La salute passa attraverso la conoscenza e con l’articolo di oggi abbiamo la possibilità di aggiungere un tassello al nostro benessere.

 

 

 

 

 

 

Artrite reattiva

Artrite reattiva 01L’artrite reattiva, in passato conosciuta anche come sindrome di Reiter, è una patologia autoimmunitaria, che coinvolge molteplici tessuti e apparati, quali quelli:

  • osteo-articolari
  • urologico
  • ginecologico
  • dermatologico

causando artriti, uretriti e congiuntiviti in maniera maggiore, ma non sono pochi i casi dove i pazienti riferiscono la comparsa di ulcere buccali, rash e piaghe cutanee, coliti, perdita di peso, malessere generale e febbre.

Per questo l’approccio alla patologia può divenire multifattoriale, coinvolgendo vari specialisti.

Come accennavo poc’anzi l’artrite reattiva genera un’infiammazione che può manifestarsi su un singolo tessuto o coinvolgere più apparati contemporaneamente.

Generalmente i sintomi si manifestano in un periodo che varia dai 15 ai 30, giorni dopo l’innesco dei fattori scatenanti la patologia, mantenendo poi l’acuzia per diversi mesi, oltre i quali il paziente cronicizza la sua situazione con un’andamento intermittente, durante il quale alterna stati di sintomatologia manifesta, a periodi di silenzio sintomatologico.

Ma vediamo quali sono le caratteristiche delle diverse manifestazioni divise per apparati.

Nel campo osteo-articolare, le articolazioni maggiormente interessate sono:

  • la sacro-iliaca
  • spalla
  • gomito
  • anca
  • ginocchio
  • le articolazioni medio distali di mani e piedi.

L’artrite reattiva può portare anche allo sviluppo di entesiti.

Una delle caratteristiche di questa patologia è che l’infiammazione osteo-articolare ha carattere asimmetrico, ovvero le articolazioni coinvolte sono differenti tra di loro da un’emilato all’altro, presentandosi però con le stesse caratteristiche, ovvero gonfiore, dolore, rigidità articolare e contratture antalgiche associate, sia al segmento che al distretto coinvolto.

Nel momento in cui l’attacco acuto artritico si risolve, il paziente non riporta danno alcuno, ma in alcuni soggetti, soprattutto quelli che soffrono in maniera cronica di artrite articolare e con una ripetitività delle stesse articolazioni, potranno lamentarsi di quelli che sono i danni provocati dall’evento infiammatorio, ovvero sviluppo di fibrosità, sviluppo di cavità geodiche, lesioni cartilaginee, deviazioni dell’asse articolare.

Artrite reattiva 02Nel campo urologico l’infiammazione colpisce maggiormente l’uretra, provocando bruciore nella minzione, pollachiuria (stimolo frequente alla minzione), perdita di secrezioni e in rari casi tracce di sangue nelle urine.

Nelle donne l’infiammazione può coinvolgere oltre che l’uretra, anche la vescica provocando delle cistiti.

Va ricordato che sia nell’uomo che nelle donne, le infezioni delle vie urinarie possono estendersi agli organi genitali, causando nell’uomo delle prostatiti, mentre nella donna si possono presentare vaginiti (vagina), salpingiti (tube di falloppio), cerviciti (collo dell’utero).

Nel campo oculistico si hanno delle manifestazioni di congiuntivite, con arrossamento oculare, gonfiore palpebrale, eccesso di lacrimazione, aumento della fotosensibilità (fotofobia), dolore oculare.

Artrite reattiva 03Generalmente i pazienti non riportano danni permanenti all’occhio, ma in rari casi si sono sviluppate delle uveiti, interessando l’iride, il corpo ciliare e la coroide, causando dei danni importati che comportano una riduzione temporanea della vista, fino a dei danni irreversibili se non tempestivamente curata.

Le cause dell’artrite reattive ad oggi non sono ancora ben definite, ma si è visto che la predisposizione genetica e l’aggressione di alcuni agenti patogeni infettivi, possano essere uno starter nell’accensione della malattia.

Pertanto nell’eziologia dell’artrite reattiva, si parlerà di fattori genetici e di fattori ambientali.

Tra i fattori genetici, si è riscontrato che il 75% dei pazienti presentano il gene HLA-B27 nel cromosoma 6.

La ricerca ha dimostrato che i pazienti che presentano questo tipo di gene sono maggiormente predisposti alla comparsa dell’artrite reattiva.

Artrite reattiva 04Sembra che all’attacco di un agente patogeno batterico, la presenza del gene HLA-B27, sviluppi una risposta anomala del sistema immunitario, che porta alla comparsa dell’artrite reattiva.

Tra i fattori ambientali che possono dare il via alla manifestazione artritica, si è visto che alcuni particolari agenti patogeni, siano stati associati allo sviluppo della malattia autoimmunitaria.

I batteri che sono stati associati, appartengono sia al sistema gastro- intestinale, sia al sistema genitale nelle forme stabili e nelle forme sessualmente trasmissibili, sia al sistema urinario.

Anche alcuni batteri contenuti nei cibi ed altri derivanti dalla trasmissibilità per via oro-fecale, possono essere riscontrati nella comparsa dell’artrite reattiva.

Se qualcuno di voi si stesse ponendo la domanda: “ma visto che alcuni batteri sono trasmissibili per via oro-fecale e per via sessuale, allora l’artrite reattiva è anch’essa trasmissibile?”

La risposta è assolutamente no, perché come detto in precedenza, ci deve essere la combinazione di fattori genetici e di fattori ambientali.

Artrite reattiva 05Diagnosticare l’artrite reattiva non è facile, perché bisogna riuscire ad associare i diversi segni clinici e i sintomi riportati dal paziente, con quelli che possono essere i cambiamenti di stato del sistema immunitario, secondo la presenza di infezioni batteriche, in concomitanza con alterazioni genetiche tipiche del soggetto.

Pertanto sarà necessario fare una buona anamnesi per la raccolta dei dati riferiti dal paziente, associando un esame obiettivo capace di portare in evidenza i segni della patologia tipici dell’artrite reattiva, spesso associando esami di laboratorio, quali analisi del sangue, analisi del liquido sinoviale, test ematici per la ricerca di marker genetici specifici perl ’HLA-B27 e una specifica diagnostica per immagini, che può variare da esami ecografici, ad esami di risonanza magnetica e lastre, in maniera da individuare con minuziosità le caratteristiche dell’attacco reumatologico e le complicanze che ha causato.

farmaciLa terapia si basa sulla gestione dei sintomi bloccando l’infiammazione, dapprima con farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), o con cortisonici nel caso in cui i primi non dovessero sortire un sufficiente effetto.

Se la sintomatologia dovesse perdurare a lungo e l’artrite assumesse una forma cronicizzante, con pause di silenzio troppo brevi, si può intervenire mediante l’utilizzo attento e oculato, di immunosoppressori.

Sarà molto importante studiare l’eventuale necessità nella somministrazione di antibiotici, con l’intento di ridurre la vitalità batterica infettiva, eliminando il fattore ambientale scatenante la patologia artritica, così com’è molto importante, nella forma preventiva, cercare di ridurre il rischio di contrarre infezioni batteriche per via oro-fecale, da rapporti sessuali non protettiti e attraverso l’assunzione di cibi mal conservati o non sufficientemente lavati,

La fisioterapia sarà necessaria per supportare il paziente nella gestione delle problematiche osteo-articolari e muscolari riscontrate, cercando dapprima di limitare gli effetti nefasti della malattia, per poi recuperare la miglior condizione fisiologica e funzionale.

L’artrite reattiva è una patologia variabile da paziente a paziente, nella sua forma, nella sua durata, nella sua periodicità e nelle sue conseguenze, pertanto è di fondamentale importanza una diagnosi tempestiva, alla base della quale stabilire un piano terapeutico efficace nella gestione e nella regressione dell’attacco acuto.

La salute passa attraverso la conoscenza e con l’articolo di oggi abbiamo la possibilità di aggiungere un tassello al nostro benessere.

Discinesia della spalla

La discinesia della spalla è un’alterazione del movimento che si manifesta tra l’omero, la scapola, la clavicola e la gabbia toracica.

Anatomia nella discinesia della spalla

I rapporti che intercorrono tra queste strutture osteoarticolari, vanno immaginate in relazione al coordinamento del movimento muscolare e delle contenzioni capsulo-legamentose.

Discinesia della spalla 02La spalla biomeccanicamente è costituita da 5 articolazioni, di cui 3 articolazioni vere e 2 articolazioni di scorrimento.

Le 3 articolazioni vere sono:

art.gleno-omerale

art.acromion-claveare

art.sterno-claveare

Le 2 articolazioni false sono:

art.sotto-deltoidea

art.scapolo-toracica

La scapola è un punto di equilibrio tra il braccio e il torace, con la funzione di ottimizzare ed equilibrare il movimento, orientando l’arto superiore nei vari piani dello spazio, mantenendo un rapporto di optimum nei confronti del torace.

Questi movimenti vengono gestiti dal sistema neurologico periferico a seconda delle afferenze sensitive, delle afferenze propriocettive e dei comandi motori sia volontari che riflessi.

Discinesia della spalla 03Ma non basta, il movimento stesso viene memorizzato o meglio corticalizzato nelle aree motorie cerebrali, per automatizzare il gesto in maniera semplice ed efficace.

Pertanto possiamo dire che la discinesia della spalla, può manifestarsi sia per problemi patologici, come artrosi, sindrome da impingment della testa omerale, lesione della cuffia dei rotatori, boriste, instabilità gleno-omerale, lesione del cercine glenoideo, ma anche per un’alterazione di memorizzazione e corticalizzazione del gesto biomeccanico stesso.

Generalmente l’alterazione di memorizzazione del gesto biomeccanico, avviene dopo un ripetuto e continuato cattivo utilizzo dell’articolazione, per impedimento del normale gesto articolare.

Il funzionamento corretto della spalla si basa su un equilibrio che varia tra stabilità e mobilità delle articolazioni che la compongono, delle componenti muscolari che ne attivano il movimento e delle strutture capsulo-legamentose che ne garantiscono la congruità.

Discinesia della spalla 04Classificazione

Le discinesie vengono distinte in volontarie e involontarie.

Le discinesie volontarie sono causate da una iper attivazione delle componenti muscolari, per far fronte ad un movimento voluto, mentre le discinesie involontarie sono causate da compensi della muscolatura della spalla per far fronte a delle patologie, congenite o acquisite, dell’articolazione della spalla stessa.

Sintomatologia nella discinesia della spalla

I sintomi non sono necessariamente legati al dolore, ma spesso si manifestano come una limitazione articolare, un affaticamento nell’esecuzione di movimenti ripetuti, una riduzione della forza.

Discinesia della spalla 05Tra queste si associa anche uno stato di contrattura muscolare che si instaura per lo più tra il musco angolare della scapola, il sottoscapolare, il muscolo pettorale e il bicipite omerale, con una traslazione della testa omerale in una anteroposizione innaturale rispetto al corretto centraggio dell’articolazione gleno-omerale, insieme ad una traslazione latero-rotatoria della scapola.

Nelle condizioni di una cattivo rapporto articolare dei segmenti ossei, il dolore si può manifestare per una tensione eccessiva delle strutture capsulo-legamentose, che vengono elongate in maniera anomala, alla richiesta di movimento in quel momento non così naturale.

Le cause

Le cause, come già in parte accennate, sono perlopiù legate a patologie da danno anatomico che alterano il corretto funzionamento dell’articolazione nel suo insieme:

  • artrosi
  • artrite
  • sindrome da impingment della testa omerale
  • lesione parziale o totale di uno o più componenti della cuffia dei rotatori
  • boriste
  • instabilità gleno-omerale
  • lesione del cercine glenoideo
  • frattura di una componente ossea articolare o periarticolare
  • deficit neurologici periferici di una o più radici del plesso brachiale
  • deficit neurologici centrali di tipo spastico

Queste situazioni portano ad un danno di funzione più o meno grave, che costringono il paziente ad utilizzare delle strategie di compenso, per cercare di compiere un gesto articolare, utilizzando delle sinergie muscolari non congrue e spesso non soddisfacenti.

Il meccanismo di attivazione del movimento, ripetuto più volte nell’arco della giornata e per un periodo di tempo spesso protratto, creano una memorizzazione e corticalizzazione del gesto biomeccanico stesso, rinforzando la discinesia di spalla e sostituendola alla normale attivazione del gesto.

Discinesia della spalla 06La discinesia della spalla si può instaurare anche per la ripetizione di gesti obbligati, come in alcune attività lavorative ripetitive, o in alcune attività sportive; in entrambi i casi sia il gesto, sia la postura che l’accompagna nell’accomodamento articolare, portano ad una corticalizzazione di uno schema motorio sbagliato.

Diagnosi della discinesia della spalla

La diagnosi necessità di un esame clinico attento alla valutazione dell’eventuale presenza di patologie associate alla spalla.

È importante ricercare movimenti disfunzionali e zone di dolore, così come studiare la presenza di alterazioni delle catene muscolari, legate sia al movimento specifico, che ad un gesto corale di rapporto con le strutture osteo-articolari di supporto.

Le indagini diagnostiche di tipo radiografiche, ecografiche o di RM, saranno necessarie per escludere o evidenziare la presenza di alterazioni anatomiche patologiche, che possano rendere inefficace la meccanica articolare della spalla.

Discinesia della spalla 07Il trattamento

Il trattamento si basa sul recupero funzionale della spalla, valutandolo in concomitanza alla presenza di una patologia che ne vada ad inefficiare il suo funzionamento, oppure se è il refuso cerebrale motorio, di schemi compensatori che non hanno più motivo di esistere, ma che perdurano in uno processo di attivazione e riproduzione del movimento.

La fisioterapia e la riabilitazione giocano un ruolo di primo piano, per destrutturare gli schemi sbagliati di movimento del complesso articolare dl la spalla, ottimizzando nuovamente le catene muscolari congrue ad eseguire il movimento scomposto nei 3 piano dello spazio, per poi ricreare un’armonia nel loro insieme.

Va detto che il ripristino della funzione della spalla va integrato con la risoluzione o la gestione delle patologie che possono associarsi al quadro anamnestico, pertanto sarà importante fare un lavoro di equipe con le varie figure professionali sanitarie di riferimento, per ottimizzare il ricondizionamento del miglior stato di salute.

In questo articolo abbiamo imparato che la discinesia della spalla porta il paziente non solo ad utilizzare male il complesso articolare, ma anche a memorizzare uno schema motorio sbagliato; conoscendone però le cause e il meccanismo patologico, si può correre ai ripari, riportando il paziente a trovare un nuovo stato di salute e di funzionamento.

La salute passa attraverso la conoscenza e con l’articolo di oggi abbiamo la possibilità di aggiungere un tassello al nostro benessere.

Artrosi e artite

Sono patologie spesso confuse, in realtà molto differenti tra di loro. Analizziamo le differenze

Artrosi

E’ una patologia degenerativa che coinvolge l’intera struttura articolare, ha varie fasi che evolvono in maniera progressiva.

Inizialmente le cartilagini si assottigliano, si fissurano e degenerano, in seguito l’osso pericartilagineo si modifica creando sclerosi
(ispessimento) e osteofiti (spuntoni), entrambe situazioni di sofferenza e di cambiamento della corretta architettura ossea.

Altro step è il coinvolgimento delle capsule articolari e delle membrane sinoviali (strutture che avvolgono le articolazioni con funzioni trofiche e di protezione delle stesse), le quali smettono di nutrire, di dare viscosità e di proteggere le cellule articolari rendendo inefficace il movimento stesso.

Il protrarsi di questa situazione può portare a una deformazione progressiva dell’articolazione e nei casi più gravi un cambio di asse dei capi articolari.

Un’artrosi che evolve porterà nel tempo ad avere un dolore locale e un’impotenza funzionale, i muscoli andranno in difesa accorciandosi e favorendo contratture, le catene muscolari perderanno il loro equilibrio.

Chi causa un artrosi?

Eventi traumatici articolari, eccesso di lavoro in condizioni avverse, un cattivo movimento, una riduzione o un eccesso dell’attività fisica, una predisposizione, un’alterazione dei carichi articolari innescati dalla perdita del corretto baricentro, la conseguenza nel tempo di danni articolari di tipo artritico.

Artrite

E’ una patologia infiammatoria a carico delle articolazioni e può colpirne una o più contemporaneamente.

L’infiammazione può essere multifattoriale e catalogabile in più famiglie.

Il quadro infiammatorio risponde alle 5 note caratteristiche: dolore, rossore, calore, tumefazione e inefficienza funzionale.

Le cause che innescano una patologia artritica sono molte: fattori metabolici, autoimmunitari, idiopatici (senza causa apparente), infezioni, traumi.

Le articolazioni dopo una attacco artritico vanno incontro ad un danno anatomico, la struttura cartilaginea viene danneggiata, l’osso subisce un rimaneggiamento, le capsule articolari e le membrane sinoviali vengono gravemente alterate.

L’artrite vive un momento di grande attività infiammatoria, alternata a momenti di silenzio, dove la struttura articolare tenta una guarigione riparatoria al danno subito, ma capita che l’attacco sia stato talmente importante o ripetuto, da lasciare le articolazioni particolarmente offese e deformate.

L’artrite porta un dolore e un impotenza funzionale tanto nella fase acuta, per la forte infiammazione in essere, quanto nel post per le conseguenze riportate.

Accade che un’articolazione danneggiata da artrite a seguire vada incontro ad un’artrosi degenerativa.