Calcoli renali
I calcoli renali, denominati in medicina anche con il nome di NEFROLITIASI o LITIASI RENALE, sono degli agglomerati di precipitati dei sali minerali come il calcio, ossalati, fosfati, acidi urici, raggruppati in formazioni solide, che si depositano nei reni.
Inizialmente abbiamo la formazione di microcristalli, i quali aumentando il loro volume, diventano dei veri e propri sassetti e quindi dei calcoli, con delle misure che possono variare da alcuni millimetri ad alcuni centimetri.
Le conformazione dei calcoli renali può diversificarsi in contorni lisci o irregolari ed in grandezza diversa, mostrandosi piccoli come granelli di sabbia, fino ad essere grandi come delle biglie, creando condizioni più o meno difficili e più o meno dolorose, nella loro espulsione.
I calcoli una volta formatisi, possono rimanere depositati nella sede renale di raccolta per un tempo non definito, per poi dislocarsi lungo il percorso delle vie urinarie, percorrendo gli ureteri, scendendo nello scavo pelvico e quindi nella vescica, fino ad essere espulsi, seguendo l’uretra attraverso la minzione.
I sintomi che il paziente può lamentare sono variabili a seconda della dimensione del calcolo, dell’irritazione che arreca nel tragitto verso l’espulsione e se associato o meno ad uno stato infettivo delle vie urinarie.
Pertanto alcuni soggetti saranno totalmente asintomatici, mentre altri lamenteranno un dolore sordo, profondo, nella zona lombare medio-alta e nello regione della fossa iliaca, fino a poter riferire delle vere e proprie coliche renali, caratterizzate da un dolore acuto e violento nel territorio lombo / addominale prima descritto.
Quali sono le cause che possono dare il via alla formazione dei calcoli renali?
Iniziamo con il dire che la predisposizione genetica è un fattore favorente la formazione dei calcoli renali, ma ci sono delle associazioni di fattori che aumentano in maniera esponenziale la possibilità della loro comparsa:
- riduzione dell’apporto di liquidi in particolare dell’acqua
- il tipo di acqua che viene bevuta
- una dieta squilibrata
- la disidratazione
- processi infiammatori
- rallentamento del fulso urinario
- aumento della concentrazione di composti insolubili favorenti i calcoli renali
- alterazione del ph urinario inferiore a 5
- carenza di acido citrico
- disfunzione ormonale in eccesso legata alla tiroide e alla paratiroidi
- abuso di integratori quali sali minerali e vitamine
- infezioni batteriche delle vie urinarie.
A seconda delle innumerevoli cause che possono portare alla formazione di calcoli, abbiamo delle classificazioni identificative diverse.
La loro classificazione è importante per poter ottimizzare la cura del paziente, mirata sia a ridurre la concentrazione dei sali coinvolti nella precipitazione, sia ad aumentare le sostanze che inibiscono la precipitazione stessa.
La classificazione è divisa in:
- calcica (ossalto di calcio // fosfato di calcio // ossalto di calcio e fosfato di calcio)
- urica (acido urico // urato di calcio)
- mista (ossalto di calcio // fosfato di calcio // acido urico)
- infettiva.
Ma qual’è l’iter diagnostico dei calcoli renali?
Si può procedere in vari modi:
- esami ematochimici per valutare i fattori di tossicità del rene e la presenza di eventuali infezioni sistemiche
- esami delle urine per studiare l’eventuale presenza di tracce ematiche, di batteri, o cristalli calcifici
- analisi del calcolo renale nel momento in cui ci si accorga della sua espulsione attraverso la minzione
- esame ecografico per studiare lo stato anatomico del rene e delle vie urinarie, avendo modo di valutare la presenza dei calcoli nella loro grandezza e nel loro alloggiamento
- l’urografia endovenosa, un esame a raggi x, che utilizza il mezzo di contrasto per evidenziare le vie urinarie
- l’esame tc con mezzo di contrasto (uro-tc), richiesto nei casi in cui si decida di valutare in maniera minuziosa la condizione anatomo-patologica di reni, ureteri e vescica, con la possibilità di analizzarne la funzione, nell’espulsione del mezzo di contrasto, attraverso le vie urinarie.
Una volta elaborata una diagnosi corretta e completa, non solo sulla presenza di calcoli renali, ma anche sul tipo di formazioni litiasiche e sullo stato in essere dei reni, delle vie urinarie e della vescica, in merito all’eventuale presenza di stenosi, infezioni ed infiammazioni, si potrà procedere con una cura mirata alla risoluzione del patologia.
Il trattamento prevede numerosi approcci, diversi per metodica e interazione con il paziente.
Qualora i calcoli siano piccoli tanto da poter essere eliminati attraverso la minzione, la cura sarà prettamente farmacologica, in supporto al paziente durante la fase di espulsione del calcolo, somministrando farmaci antinfiammatori, antidolorifici, antispastici e antibiotici nel caso ci sia associata un’infezione batterica delle vie urinarie.
Nelle situazioni in cui i calcoli siano vicini al centimetro o di dimensioni superiori, bisogna intervenire con metodiche mirate a distruggere o asportare il calcolo… vediamo di cosa si tratta.
- Litotripsia extracorporea ad onde d’urto
Utilizza onde ad ultrasuono che colpiscono il calcolo, frantumandolo e consentendone l’espulsione a posteriori, attraverso la minzione.
Dato che il trattamento può risultare alquanto fastidioso, può essere supportato da antinfiammatori e antidolorifici.
Nel caso in cui i calcoli siano grandi, può essere richiesto più di una seduta.
- Nefrolitotomia percutanea
Viene utilizzata in quei casi in cui la litotripsia extracorporea ad onde d’urto non possa essere praticabile, come ad esempio nei pazienti obesi.
Viene effettuata una piccola incisione percutanea per introdurre il nefroscopio, fino a raggiungere il rene, frantumando il calcolo per mezzo laser e avendo così modo di asportandolo direttamente.
- Ureteroscopia
E’ una metodica che vede l’utilizzo dell’uretroscopio, in tutte quelle situazioni dove il calcolo rimanga bloccato nell’uretere, senza possibilità di proseguire il suo tragitto.
Il chirurgo una volta raggiunto il calcolo, può provare ad asportarlo o nel caso non ci riesca, provvederà a frantumarlo attraverso il laser.
In alcuni casi si rende necessario l’utilizzo di uno stent, per facilitare il passaggio dei frammenti del calcolo in vescica.
- Chirurgia a cielo aperto
Si utilizza solamente in quei pazienti ove il calcolo sia eccessivamente grande e dalla forma irregolare.
In questo caso viene fatto un accesso chirurgico retroperitoneale, con l’intento di asportare in maniera diretta il calcolo dalla sede che lo ospita.
Essendo un intervento non privo di complicanze secondarie, il suo utilizzo è estremamente razionalizzato a quei pazienti che non hanno la possibilità di utilizzare strade alternative.
Una volta riusciti ad eliminare il calcolo, il paziente dovrà essere informato sul tipo di litiasi, per procedere con una dieta adeguata a contrastare la formazione futura di calcoli simili.
Sarà altrettanto importante bere un quantitativo di acqua sufficiente ad evitare la precipitazione dei sali minerali e ad ottimizzare il flusso delle urine nella minzione.
Altra raccomandazione sarà quella di effettuare ecografie renali preventive, per monitorare l’eventuale neoformazione di calcoli renali.
I calcoli renali sono subdoli e possono arrecare problemi di salute non indifferenti.
L’alimentazione sana, un corretto stile di vita e la prevenzione, possono aiutarci a prevenirli o a gestirli nella maniera migliore, evitandoci brutte sorprese.
La salute passa attraverso la conoscenza e con l’articolo di oggi abbiamo la possibilità di aggiungere un tassello al nostro benessere.