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Cruralgia

La cruralgia è un dolore che si presenta nella zona cutanea anteriore / mediale della coscia e della gamba e nella zona cutanea dorsale / mediale del piede.

La cruralgia

Cruralgia 01Può causare dei deficit muscolari al compartimento anteriore della coscia, ai muscoli adduttori (m. adduttore lungo), e al muscolo ileopsoas.

La sintomatologia è dovuta all’irritazione del nervo crurale che innerva la zona cutanea e le strutture muscolari sopra indicate.

La sintomatologia può estendersi sull’intero territorio indicato, oppure in maniera tronca  su una zona specifica, a seconda della causa di irritazione e della gravità in essere della patologia.

Il nervo crurale fa parte del plesso nervoso del tratto lombare; si crea dalle unioni di più radici nervose L2-L3-L4 ed ha, come avete già capito, una funzione tanto sensitiva, quanto motoria.

Ma cosa può causare la cruralgia?

I fattori patologici sono molti, di natura diversa e possono incidere all’origine del nervo, all’uscita del nervo dalla vertebra, oppure nel tragitto lungo il suo decorso.

Cruralgia 02Esaminiamoli insieme:

  • ernia discale
  • edema
  • artrosi
  • osteofiti
  • esostosi
  • chiusura dei forami di coniugazione
  • fratture vertebrali (osteoporosi o trauma)
  • riduzione dello spazio intervertebrale
  • stenosi del canale midollare
  • infezioni batterico/virali
  • infiammazioni metaboliche
  • ipossia/anossia arteriosa del nervo
  • aderenze addominali
  • visceroptosi

I fattori citati, scatenanti la cruralgia, variano nel circolo vizioso patologico che turna tra la compressione, i punti di restrizione e irritazione nello scorrimento del nervo durante il movimento o nelle posture degli adattamenti in posizione eretta, seduta o sdraiata, nella riduzione di vascolarizzazione arteriosa, nella stasi locale della circolazione venosa.

Un discorso a parte meritano i fattori metabolici e infettivi, che scatenano un’infiammazione locale sul nervo per cause inerenti a situazioni che coinvolgono e minano la salute del paziente in maniera sistemica.

I sintomi della cruralgia sono diversi per intensità, per territorio di sviluppo, per caratteristiche motorie, sensitive o miste.

Cruralgia 03Come accennavo all’inizio dell’articolo, il dolore può manifestarsi nella zona cutanea anteriore / mediale della coscia e della gamba e nella zona cutanea dorsale / mediale del piede.

Può causare dei deficit muscolari al compartimento muscolare anteriore della coscia, ai muscoli adduttori (m.adduttore lungo), e al muscolo ileopsoas.

Il dolore

Nel caso in cui si associ anche un dolore lombare, generalmente localizzato nello stesso emilato della cruralgia e in maniera irradiata verso il decorso del nervo crurale, possiamo parlare di lombocruralgia.

Il dolore, l’intorpidimento, il formicolio, il bruciore, la debolezza o l’atrofia muscolare, la riduzione o la perdita dei riflessi osteotendinei,  possono comparire in maniera lenta e progressiva, oppure svilupparsi in maniera improvvisa, possono avere un andamento acuto oppure cronico, costante o incostante.

Le varianti sintomatiche saranno dovute alla causa che da vita alla cruralgia e possono presentarsi in maniera singola o multipla.

Cruralgia 04In basse alla gravità della sintomatologia, il paziente può associare un’alterazione della postura, che risulterà deviata per sfuggire al carico e all’accentuarsi dei sintomi sensitivi e/o motori.

Può risultare difficoltoso mantenere la posizione seduta per periodi prolungati.

Molti pazienti lamentano anche un disagio nel trovare una posizione sdraiata che permetta loro di riposare bene e senza disturbi.

Spesso l’impedimento motorio e l’esacerbazione parestetica, si acuisce nei cambi di posizione da sdraiato a seduto e da seduto a in piedi.

Possiamo quindi dire che la cruralgia, può manifestarsi tanto durante il movimento quanto in posizione statica o addirittura di riposo.

Come si diagnostica una cruralgia?

Nella diagnosi è fondamentale fare una buona anamnesi per capire la modalità di insorgenza della patologia e le possibili cause che l’abbiano sviluppata.

A seguire è necessario un esame obiettivo, dove le manovre adoperate sul paziente verificheranno la presenza delle condizioni patologiche alla stimolazione delle cause sospette.

TC ColonnaPotrà rendersi necessario accompagnare l’anamnesi e l’esame obiettivo con esami diagnostici strumentali quali:

  • rx
  • rm
  • tc
  • elettromiografia
  • ecodoppler

Queste indagini possono visualizzare e contestualizzare lo stato di salute del paziente in base allo stato anatomico vertebrale, dei propri tessuti molli, dei vasi arterio-venosi di competenza, delle strutture discali e radicolari del segmento in questione.

Fino ad analizzare lo stato di innervazione delle placche motrici del nero femorale, lungo il suo percorso di innervazione.

La terapia

La terapia può essere studiata e applicata a largo raggio.

Bisogna cercare di rimuovere la causa della patologia o di minimizzarne al massimo gli effetti patologici che ne conseguono, non perdendo di vista la riduzione in tempi brevi della sintomatologia, per evitare una reazione a catena di compensi multisistemici.

Pertanto la cruralgia potrà essere approcciata con via farmacologica, tramite antinfiammatori (fans o cortisonici), miorilassanti, antidolorifici o terapie infiltrative di ozono.

FisioterapiaA livello fisioterapico l’approccio varia da una ricorrezione posturale, ad un riequilibrio delle catene muscolari, ad un ripristino della normale fisiologia vertebro-discale, ad un disimbrigliamento del nervo sia sull’uscita della radice nervosa che lungo il suo percorso di appartenenza.

Sarà in grado anche di ridurre l’infiammazione, lo stato di contrattura muscolare e di ricondizionare la funzione neurologica di trasmissioni nocicettive e motorie.

In campo chirurgico ci sarà la necessità di intervenire nel caso sia presente un’ernia discale compressiva sulla radice nervosa, che non riesca ad essere affrontata in maniera efficace a livello farmacologico e fisioterapico.

Cosi come sarà necessario l’intervento chirurgico in caso di stenosi vertebrale, che mantenga uno stato di patologia stabilmente sintomatologico.

La cruraligia è una patologia che può inefficiare la qualità di vita e le attività quotidiane, ma fortunatamente abbiamo la possibilità di fare una diagnosi precisa e applicare una serie di terapie capaci di risolvere il problema in maniera fruttuosa e stabile.

E’ importante rivolgersi al professionista sanitario competente, che sappia capire i sintomi del paziente, che sappia fare una diagnosi precisa e accurata, per poter trovare la miglior strategia di cura nella risoluzione del problema.

La salute passa attraverso la conoscenza e con l’articolo di oggi, abbiamo la possibilità di aggiungere un tassello al nostro benessere.

Sindrome del piriforme

Vediamo insieme cos’è, come si manifesta e come si può trattare la sindrome del piriforme.

Cos’è la sindrome del piriforme?

sindrome del piriforme 01Con il termine sindrome del piriforme si intende una condizione compressiva – irritativa – infiammatoria, di uno o più nervi periferici, come il tronco superiore del nervo sciatico, il nervo gluteo superiore, il nervo gluteo inferiore, il nervo cutaneo posteriore del femore, il nervo pudendo, causata dal cambiamento tonico-trofico e/o tessutale, del muscolo piriforme.

Il muscolo piriforme si trova nella regione glutea, appartiene al gruppo dei muscoli rotatori laterali dell’anca, origina sulla superficie anteriore del sacro e si inserisce sul grande trocantere, ovvero sul femore.

Si trova in un crocevia di vari nervi che ne dipartono per andare ad irradiare le strutture di loro competenza.

La sintomatologia che ne deriva con più frequenza è una simil sciatalgia, dove il problema non ha origine dalla colonna vertebrale, ma nel tragitto in zona glutea del nervo stesso.

Più raramente si riscontrano fastidi nella zona genitale e risvolti patologici/disfunzionali vescicali nella minzione.

La sintomatologia

sindrome del piriforme 02Vediamo nel dettaglio quali sono i sintomi riportati nella patologia:

  • parestesie (alterata percezione della sensibilità) nella zona del gluteo, della parte posteriore della coscia, de polpaccio; raramente viene interessato anche il piede
  • dolore più o meno intenso nella zona glutea, che aumenta durante l’esercizio fisico, nelle comuni attività deambulatorie, o che si presenta nelle posture sedute mantenute per lungo tempo
  • riduzione della forza muscolare
  • diminuzione della mobilità dell’anca
  • incontinenza vescicale
  • alterazione della sensibilità nella zona genitale

I sintomi descritti generalmente migliorano con il riposo, ancor più se avviene in posizione supina.

Le cause della sindrome del piriforme

Le cause maggiori che danno il via alla sindrome del piriforme sono legate principalmente  allo stato in essere della condizione del muscolo in questione, al rapporto osteoarticolare delle strutture ad esso inerenti e all’attività fisica che viene richiesta nella quotidianità o in ambito sportivo.

Possono essere:

  • accorciamento muscolare
  • contratture
  • lesioni traumatiche delle fibre muscolari ed esiti cicatriziali associati
  • alterazioni delle posture vertebrali
  • cattivo assetto dell’arto inferiore a carico del piede o del ginocchio
  • alterazione dell’assetto sacro iliaco
  • artrosi dell’anca
  • eccessiva attività fisica

Sono tutte le possibili cause che innescano un’alterazione di forma, di tensione e di vitalità biologica del muscolo piriforme, creando i presupposti per un’irritazione compressiva delle strutture citate all’inizio dell’articolo.

La diagnosi

sindrome del piriforme 03La diagnosi della sindrome del piriforme non ha esami strumentali di supporto, diretti e specifici, ma si basa su una buona anamnesi, ovvero su una raccolta dei dati che il paziente riporta durante la visita, in maniera da poter guidare il professionista sanitario di competenza, ad un esame obiettivo attento e mirato.

E’ importante escludere la presenza di una neuropatia periferica, come la sciatalgia o simili, causata da ernia del disco, da restringimento dei forami di coniugazione, da fenomeni vascolari, da cause infettive o metaboliche.

I sintomi di irritazione neurologica possono essere ricercati sia con la palpazione nella porzione centrale del muscolo piriforme, sia con delle manovre di allungamento del muscolo stesso, cosi come con degli accorciamenti del ventre muscolare tramite contrazione attiva mantenuta o contro-resistenza.

La tensione eccentrica o concentrica aumentata del muscolo in questione, scatenerà la comparsa dei sintomi neurologici periferici e la partenza del dolore locale.

Il trattamento della sindrome del piriforme

Il trattamento per la risoluzione della patologia in questione, vede un’approccio dalle numerose variabili, che possono associarsi tra di loro per aumentare la capacità di cura e  la possibilità di stabilizzare per un lungo periodo i benefici ottenuti.

Vediamo insieme le possibilità di interazioni migliorative della patologia:

  • modificare lo stile di vita
  • evitare alcuni tipi di attività fisiche e di sport
  • riposo frequente nell’arco della giornata
  • evitare posture sedute per troppo tempo
  • allungamento ed elasticizzazione del muscolo piriforme
  • riduzione delle tensioni e delle contratture muscolari
  • allungamento e mobilizzazione dei canali contenenti il passaggio dei nervi periferici nei loro punti di maggior restrizione
  • modificazione e correzione delle posture vertebrali e del bacino
  • recupero della mobilità delle anche e del loro equilibrio statico/dinamico rispetto al bacino stesso
  • utilizzo di antinfiammatori non steroidei
  • utilizzo di cortisone
  • utilizzo della tossina botulinica per ridurre la rigidità muscolare e la causa/effetto della compressione nervosa.

sindrome del piriforme 04La sindrome del piriforme non è una patologia grave, ma può essere molto fastidiosa a livello sintomatologico e invalidante nelle attività di vita quotidiane.

La sua coralità di sintomi può portare a creare confusione nella formulazione della diagnosi, inducendo il professionista sanitario in errore, generando confusione tanto nella ricerca delle cause, quanto nel mettere appunto la terapia ideale per risolvere i problemi del paziente.

Adesso che conosciamo bene la sindrome del piriforme possiamo essere più attenti alla sua manifestazione e bloccarne sul nascere l’evoluzione, per garantirci uno stato di buona salute in ogni condizione.

La salute passa attraverso la conoscenza e con l’articolo di oggi, abbiamo la possibilità di aggiungere un tassello al nostro benessere.

Pubalgia

La pubalgia è un’affezione dolorosa che si estende nella zona pubica, con irradiazioni differenti per posizione ed estensione del territorio coinvolto.

Pubalgia_01La differente posizione della sintomatologia è ricollegabile in parte alla causa e in parte alla modalità con cui si instaura la pubalgia.

Cause

Della manifestazione sintomatologica ne parlerò a breve, prima cerchiamo di capire quali sono le cause scatenanti:

  • microtraumi ripetuti
  • sforzi eccessivi
  • alterazione dei piani articolari della sinfisi pubica e del bacino rispetto agli assi di movimento delle articolazioni coxo-femorali e delle vertebre dorso-lombari
  • cambiamento di tensione dei muscoli adduttori per l’arto inferiore e dei muscoli della parete addominale per il busto
  • alterazione degli equilibri tra catene muscolari agoniste e antagoniste
  • cambio di tensione del tessuto fasciale di contenimento, di giunzione e di contiguità
  • dismetabolismi
  • nevriti
  • ptosi viscerale
  • modificazione della meccanica respiratoria
  • alterazione tensiva del pavimento pelvico.

Pubalgia_02Tutti questi cambiamenti, che come potete intuire, possono essere di natura e di relazione differente, daranno uno sviluppo potenziale della pubalgia.

La mappa del dolore si presenterà maggiormente nella zona inguinale e nel punto di giunzione pubico, mentre l’irradiazione potrà estendersi dalla porzione mediale del femore, all’angolo interno della radice della coscia, fino ad interessare la porzione del pavimento pelvico nella zona anteriore dell’emilato colpito dalla pubalgia, oppure la parta bassa dell’addome nella zona sovra pubica dove si inseriscono i retti addominali.

Pubalgia_03La manifestazione della sintomatologia può assumere delle sfumature differenti a seconda della causa riscontrata in acuto o nel cronico.

Il dolore può manifestarsi la mattina al risveglio, oppure riprendendo il movimento dopo aver mantenuto la stessa postura per parecchie ore, generalmente passa nel giro di pochi minuti per poi rimanere soffuso ma costante.

Può esacerbarsi dopo attività fisica prolungata.

Si fa sentire dopo sforzi repentini e violenti.

La pubalgia si manifesta oltre che con il dolore anche con la perdita di funzionalità, pertanto il paziente avrà una riduzione della mobilità d’anca soprattutto nell’apertura, ovvero nel movimento laterale, nell’estensione e nelle rotazioni.

Nei casi più gravi anche il camminare può creare fastidio, tanto da costringere il soggetto ad accorciare la falcata e a trasferire il peso maggiormente sull’arto controlaterale.

Potrebbe diventare fastidioso persino tossire o defecare con sforzo.

Diagnosi

Non è difficile fare una diagnosi di pubalgia per mezzo dell’esame clinico, quello che risulta complesso è capire il tipo di pubalgia e la causa primaria che la innesca.

Nella diagnosi quindi diventa fondamentale la raccolta dati nell’intervista al paziente, in modo da carpirne il momento e la modalità di insorgenza del dolore pubico, la manifestazione nella quotidianità e negli eccessi, per poi riscontrare con l’esame clinico, il parallellismo dei dolori evocati e delle limitazioni articolari, tramite l’utilizzo di test specifici.

Pubalgia_04Le indagini diagnostiche sono fondamentali e particolarmente utili risultano la radiografie del bacino e l’ecografia del pacchetto muscolare nella zona di inserzione pubica.

È molto utile anche la RM che indaga la porzione dell’anca e del bacino, ma se utilizzata come esame unico di diagnosi, si rischia di perdere la qualità visiva della struttura ossea pubica.

Nella diagnostica per immagini è importante visualizzare l’eventuale presenza di alterazioni anatomiche inerenti la sinfisi pubica, la muscolatura adduttoria, le porzioni tendinee, le articolazioni sacro iliache, la testa del femore e le strutture vertebrali lombari.

A livello muscolare va indagato se ci sia infiammazione, fibrosità, lesioni parcellari e fissurazioni, nel punto di aggancio osteo-tendineo o muscolo-tendineo o sul profilo tessutale non di giunzione.

Cura

Stabilita la causa e l’entità della pubalgia si potrà mettere in atto il piano terapeutico.

Pubalgia_05Sia in fase acuta che cronica, è necessario un periodo di riposo sufficiente a supportare le cure per il ripristino della guarigione.

Farmacologicamente si utilizzeranno prevalentemente antinfiammatori non sterioidei per spegnere l’infiammazione.

Non sono pochi i casi dove ci si aiuta con le infiltrazioni perilocali di ozono terapia, supportando il meccanismo chimico antinfiammatorio.

Pubalgia_06Fondamentale è l’utilizzo di fisioterapia con terapie strumentali mirate a scemare l’infiammazione e a migliorare il trofismo cellulare.

A seconda delle cause associate alla pubalgia, si potrà impostare il lavoro su:

  • mobilizzazione articolare per recuperare i gradi di movimento persi
  • allungamento delle catene muscolari
  • ottimizzazione del trofismo muscolare
  • inibizione muscolare con aumento del tono basale.

L’osteopatia ha un ruolo diretto nel recupero articolare inerente a:

  • sinfisi pubica e il suo centraggio in relazione all’anca
  • articolazioni sacro iliache
  • vertebre lombari
  • segmento vertebrale dorsale
  • sterno

Ha il compito migliorare la mobilità viscerale con rapporto diretto rispetto al grande e piccolo bacino, di riequilibrare la tensione del pavimento pelvico, di migliorare il tessuto fasciale di collegamento e di sostegno.

Inoltre, quello di dinamicizzare il circolo vascolare / linfatico della zona inerente alla pubalgia e di togliere le perturbazioni neurologiche periferiche che possano alterare le vie sensitive e motorie della muscolatura coinvolta nella patologia.

La pubalgia è una patologia che altera la nostra attività quotidiana e la vita sportiva.

Può risultare lunga nel suo percorso di guarigione, ma se capita e diagnosticata nella maniera corretta, guarirà con risultati eccellenti e certi.