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Discopatia

Con il termine discopatia si indica in maniera aspecifica, un’alterazione degenerativa del disco intervertebrale.

Anatomia

Il disco intervertebrale è un’ammortizzatore naturale a forma di cuscinetto discoide, posto tra una vertebra e l’altra, che ha il compito di accompagnare il movimento della colonna vertebrale e allo stesso tempo di mitigare i carichi generati dalla forza di gravità, da una parte del peso corporeo, dai sovraccarichi esterni (come ad esempio borse, zaini etc.), dal modificarsi delle leve e dal cambiamento delle curve vertebrali.

Il disco intervertebrale è costituito da tessuto fibrocartilagineo ed è diviso in due macro strutture:

  • il nucleo polposo che ha una forma sferica ed ha un contenuto gelatinoso composto per circa l’80% di acqua e mucopolissacaridi.

Il nucleo polposo ha il compito di ammortizzare e dissipare i carichi vertebrali adattandosi alle forze compressive nei movimenti dinamici vertebrali e nell’adattamento posturale statico

  • l’anulus fibroso che è costituito da fibre proteiche con alta percentuale di collagene 1/2 e di condrociti.

È composto da anelli concentrici che si dispongono attorno al nucleo polposo con una disposizione crociata del tessuto.

L’anulus fibroso ha il compito di assecondare le traslazioni del nucleo, di assorbire e assecondare lo scarico vertebrale sul nucleo polposo e di contenere il movimento vertebrale insieme al compartimento capsulo-legamentoso.

Discopatia 02I dischi intervertebrali sviluppano un’altezza media pari a circa il 25% dell’altezza complessiva della colonna vertebrale, ma questo dato è variabile il base alla disidratazione, ovvero alla perdita di liquidi nel complesso discale durante l’arco della giornata e alla capacità di reidratazione degli stessi per effetto osmotico nel momento in cui la colonna è in posizione di scarico.

Va assolutamente detto che i dischi intervertebrali nel tempo perdono qualità viscoelastiche e la capacità di reidratarsi, sia per un processo di naturale invecchiamento, sia per la ripetizione di microtraumi, sovraccarichi e disfunzioni vertebrali.

Pertanto la discopatia è una condizione il più delle volte inevitabile nel proseguo dell’invecchiamento della persona, ma non è assolutamente detto che debba causare sintomatologia dolorose, mentre può essere una condizione predisponente a patologie vertebrali di varia natura.

Discopatia e…

Come dicevamo il termine discopatia è generico nella sua definizione ma con esso si può preannunciare una serie di problemi del disco ben identificabili……vediamoli insieme.

Discopatia 03Con il termine discopatia si può associare:

  • disidratazione discale con perdita di altezza del muro verticale
  • bulging discale
  • fissurazione discale
  • protusione discale
  • ernia discale
  • discite

Ognuna di queste condizioni può creare un’affezione patologica che difficilmente sarà isolata, ma si assocerà ad alterazione di tipo osteo-articolare, radicolare, neurologica, vascolare, muscolare, dando vita a quadri anatomopatologici ben più complessi.

Quindi che sintomi si possono associare ad una discopatia?

Un problema isolato discale può darmi una sintomatologia?

Il disco intervertebrale ha un’ innervazione sensitiva nelle porzioni più esterne dell’anulus fibroso, con una particolare attività nella zona postero laterale.

Discopatia 04Questa innervazione consente di recepire il dolore nel momento in cui la porzione anatomica sopra indicata dell’anulus fibroso, sia messa sotto stress meccanico-compressivo in maniera costante, o subisca un processo flogistico-infettivo come nella discite.

La discopatia può inoltre generare dolore in varie situazioni:

  • riduzione del lume di passaggio del forame di coniugazione, con impegno dell’uscita del nervo, nell’intersegmento tra una vertebra e l’altra e del suo pacchetto vascolare arterio-venoso
  • sovraccarico dei corpi vertebrali con possibilità di incorrere in un processo algodistrofico vertebrale di tipo MODIC
  • nevrite di passaggio tipo lombosciatalgia o cervicobrachialgia, per irritazione compressiva da erniazione del nucleo polposo
  • stenosi del canale vertebrale per erniazione del nucleo polposo con riduzione del lume del canale vertebrale
  • irritazione del compartimento articolare, per perdita della sinergia tra la biomeccanica vertebrale e l’accomodamento discale
  • contrattura muscolare come risultato di un riflesso antalgico nelle situazioni sopra annoverate.

Discopatia 05I dolori che si possono presentare in tutte queste situazioni, sono dolori che possono variare da una topografia localizzata, puntiforme o a fascia, fino ad irradiarsi sul dermatomero rispondente alla radice nervosa eventualmente coinvolta.

Nel caso il paziente soffra di sintomi legati alla stenotizzazione, potranno manifestarsi crampi muscolari associati a riduzione della forza e della resistenza durante le attività fisiche.

Come precedentemente scritto, le cause della discopatia sono da imputare al fatto che i dischi intervertebrali nel tempo, possano perdere qualità viscoelastiche e la capacità di reidratarsi, sia per un processo di invecchiamento, sia per la ripetizione di microtraumi, sovraccarichi e disfunzioni vertebrali.

Discopatia 06I dischi intervertebrali, hanno un ruolo importante nella biomeccanica vertebrale, perché non solo ammortizzano i carichi naturali e i sovraccarichi esterni, ma diventano dei veri e propri fulcri di movimento sia nei gesti singoli ,che in quelli combinati nei 3 piani dello spazio.

La cattiva sinergia vertebrale con un’alterazione delle curve di cifosi e lordosi, associata ad un’alterato rapporto di congruità tra il corpo vertebrale e le faccette articolari, è una delle cause primarie di degenerazione discale precoce e quindi di discopatia.

Come si fa una diagnosi di discopatia?

L’esame obiettivo è fondamentale per indagare sia la corretta mobilità vertebrale, che il giusto accomodamento delle curve vertebrali.

Sono molto importanti anche i test clinici che servono a far emergere segni d’impotenza funzionale e dolorabilità, a seconda delle condizioni patologiche che si associano alla dicopatia.

Fondamentali sono le indagini diagnostiche strumentali quali RX ed RM, in grado di dare un chiaro quadro dello stato anatomico in essere.

L’RX permettere di monitorare lo spazio interdiscale e le alterazioni sia delle curve vertebrali, che delle porzioni articolari, mentre l’RM consentirà di indagare nello specifico lo stato in essere del disco intervertebrale, sia nella sua forma, sia nella sua idratazione, sia nello stato di integrità dell’anulus fibroso, sia nella dislocazione del nucleo polposo, sia nel rapporto discale in merito al forame di coniugazione, alla radice nervosa e al canale vertebrale.

Come si approccia una discopatia a livello terapeutico?

Va subito detto che il disco intervertebrale è una struttura anatomica che non può rigenerarsi, pertanto la discopatia va gestita, sia per evitare che possa essere la concausa di patologie associate, sia per evitare che possa peggiorare con il passare del tempo e creare un’instabilità vertebrale.

L’utilizzo di farmaci hanno l’intento di diminuire lo stato infiammatorio e le contratture antalgiche associate, rompendo il circolo vizioso dell’impotenza funzionale.

Valido può risultare anche l’utilizzo ad intermittenza, poche ore nell’arco della giornata, di busti, collari cervicali e correggi postura, in maniera da scaricare le forze compressive, mettendo a riposo i dischi intervertebrali stessi.

La fisioterapia, l’osteopatia e la stessa attività fisica, hanno il compito di migliora l’assetto vertebrale, sia nell’unità vertebrale (vertebra-disco-vertebra), che tra le curve di cifosi e lordosi, così come hanno il compito di ottimizzare il movimento vertebrale nei 3 piani dello spazio e ridurre le fibrosità capsulo-legamentose; non va dimenticato che è di grande importanza ricercare un equilibrio muscolare tra catene agoniste e antagoniste, migliorandone anche i rapporti neurologici di feedback tra i meccanocettori associati.

Abbiamo quindi capito che la discopatia è una condizione di invecchiamento e degenerazione imprescindibile, legata all’invecchiamento biologico della persona, ma che può subire un’accelerazione gravemente patologica, per tutta una quella serie di concause di cui abbiamo parlato, pertanto non dobbiamo assolutamente trascurare la condizione di equilibrio dell’intera colonna vertebrale e ottimizzarne sempre la sua funzionalità, limitando, ove fosse possibile, l’aumento di peso corporeo e di carichi esterni elevati.

La salute passa attraverso la conoscenza e con l’articolo di oggi abbiamo la possibilità di aggiungere un tassello al nostro benessere.

Nevrite

La nevrite è un infiammazione dei nervi che causa un alterazione della sensibilità e/o della capacità motoria.

nevrite_01I nervi possono avere dei compiti specifici per una singola funzione oppure avere delle funzioni promiscue, ad esempio i nervi del sistema nervoso periferico possono essere solo sensitivi, solo motori o misti, ovvero che sono capaci in maniera bivalente, di portare informazioni sensoriali dalla periferia al cervello e di trasmettere informazioni motorie dal cervello alla periferia.

A livello sintomatologico si può manifestare dolore che varia per intensità, frequenza e costanza, passando da un’algia continua a una intermittente, da una acuta a una profonda.

Si può avere un’ alterazione della sensibilità tipo scossa elettrica, formicolii, bruciori, sensazioni vibratorie.

Nevrite_02Nel caso il nervo abbia anche un compito motorio oltre che sensitivo, si può manifestare una perdita di forza e di resistenza della muscolatura da esso innervata.

Le cause

Abbiamo compreso che le nevriti (infiammazioni dei nervi) possono scatenare delle nevralgie (dolore dei nervi) ma su un quadro simile nel suo modo di manifestarsi, si nascondono varie cause che le possono innescare e favorire.

Cerchiamo di capirle insieme.

Un nervo può subire un’ irritazione, un attacco e un’ alterazione della sua anatomia e funzione per i motivi più diversi tra di loro:

  • Nevrite_03irritazione da contatto o da compressione per riduzione dello spazio dove il nervo alloggia e scorre. Ad esempio una discopatia vertebrale che porta ad una diminuzione di altezza tra un corpo vertebrale e l’altro, può ridurre il lume del forame di coniugazione da dove esce il nervo. La fibrotizzazione del tunnel carpale può irritare il nervo mediamo facendo perdere forza e sensibilità. La formazione di tessuto fibroso attorno ad un nervo come nel neuroma di Morton ecc. ecc.
  • traumi diretti sul nervo solitamente nei passaggi meno protetti dalle masse corporee
  • fratture, dove i monconi ossei possono danneggiare per compressione, stiramento o lacerazione il nervo con rapporto anatomico diretto
  • alterazioni vascolari arterio-venose, per diminuzione del nutrimento del nervo e per l’ intossicazione che si potrebbe verificare in un caso di cattivo drenaggio e permanenza delle sostanze di scarto
  • Nevrite_05diabete, dove l’eccesso di glicemia porta ad un danno del rivestimento del nervo, ovvero alla guaina mielinica, che protegge e favorisce la conduzione di segnale del nervo stesso
  • infezioni per lo più virali (herpes zoster), che rimangono annidiate nel corpo umano e si ripresentano nel momento di forte stanchezza-stress e di calo delle difese immunitarie
  • carenze alimentari ed in particolar modo carenze vitaminiche del gruppo B, (es. sindrome di BERI BERI)
  • aumento delle tossine, per via esterna (nel caso siano ingerite o inalate) o interna nel caso di catabolismi ad impatto sistemico
  • intossicazioni dai farmaci stessi se utilizzati in maniera impropria per quantità, nelle dosi e nel tempo di somministrazione
  • alterazioni epatiche, che comportano sia la riduzione di metabolizzazione di alcuni alimenti innescando una carenza di tipo alimentare e sia per l’aumento delle tossine circolanti
  • alcolismo
  • malattie autoimmunitarie (es. sindrome di GUILLAN BARRE’)
  • alcune condizioni specifiche oncologiche.

Tutte queste cause scatenanti ci dimostrano che le nevriti possono essere si una condizione di sofferenza ma anche una condizione di allarme per indagare sulle eziologie di partenza più disparate.

La diagnosi

Per diagnosticare la causa precisa della nevrite si ricorre ad una buona raccolta di dati anamnestici che ci aiuteranno ad avvicinarci alla diagnosi esatta.

Gli esami clinici saranno opportuni per escludere le varie possibili concause inerenti la patologia effettiva.
Nevrite_06Le indagini strumentali associate sono di vario tipo:

  • elettromiografia ed elettroneurografia che studiano la funzionalità della conduzione nervosa, ovvero la qualità con la quale il nervo trasmette il suo segnale elettrico, sia rispetto al muscolo innervato e sia rispetto al nervo stesso
  • rx, radiografie per vedere lo stato anatomico della struttura interessata e valutare se sia libera da calcificazioni, processi di riparazione, escrescenze ossee (esostosi), ovvero tutte quelle alterazioni di forma che potrebbero perturbare il passaggio e lo scorrimento del nervo infiammato
  • rm, risonanza magnetica e tc, tomografia computerizzata per poter analizzare il segmento di interesse rispetto anche ai tessuti molli, muscoli, legamenti capsule articolari, ossa, calcificazioni e neoformazioni di interesse per lo studio e la focalizzazione della causa scatenate la nevrite
  • ecografia nel qual caso si sia sufficientemente e ragionevolmente certi che la causa sia scatenata da un’alterazione dei tessuti molli negli spazi di presenza e di scorrimento del nervo coinvolto nella patologia
  • analisi del sangue che attestino lo stato di intossicazione o la carenza di alcuni elementi necessari al corretto mantenimento vitale delle strutture nervose

La cura

La terapia varia in base alla ricerca riscontrata sulla causa di attivazione della nevrite in atto.

Nevrite_07La cura per essere efficace deve eliminare o minimizzare il fattore di innesco della patologia, pertanto si potrà agire in maniera meccanica li dove la causa sia dovuta a un mal posizionamento di strutture osteoarticolari, oppure dove i tessuti molli (muscoli, tendini, legamenti, capsule articolari) per un loro mutamento morfologico, siano restringenti e costringenti il passaggio e la sede del nervo interessato.

Nevrite_08Dove invece l’alterazione anatomica non sia manipolabile con terapie conservative, si può intervenire con la chirurgia ricreando un ambiente favorevole all’alloggiamento del nervo stesso.

Possono essere usate cure farmacologiche che mirano a ridurre l’infiammazione e a regolare la soglia del dolore per via di antinfiammatori e antidolorifici.
Nelle patologie ad innesco virale, nello stadio precoce, possono essere utilizzati farmaci antivirali con buoni risultati, consentendo il decorso decrescente della sintomatologia in maniera più efficace.

Quando la nevrite è data da un tilt del sistema immunitario, il cortisone e in alcuni casi eclatanti, gli immunosoppressori, possono essere considerati efficaci per tenere a bada la patologia.

Nel caso di alcolismo e di intossicazione sistemico dell’organismo, la causa va rimossa in maniera diretta eliminando i fattori di intossicazione, liberando il fisico dalle tossine dannose per caratteristiche e quantità.

Nevrite_09Per carenze alimentari con sottolivellamento vitaminico del gruppo B è buona norma controllare lo stato di attività epatica e integrare con l’alimentazione i fattori mancanti, dove ne sia necessario si può intervenire con integratori ad assunzione diretta.

Nel caso in cui le varie cure siano inefficaci, si può ricorrere all’uso della terapia del dolore utilizzando cocktail farmacologici sotto stretto controllo medico, in grado da minimizzare la sintomatologia di cui il paziente soffre, ma tenendo conto che in questo modo il corpo umano riduce la capacità di allerta attivata proprio dal messaggio nocicettivo.

In conclusione la nevrite è una patologia delicata e invalidante ma che fortunatamente ha talmente tante variabili di causa-effetto, che vede varie soluzioni nella cassetta degli attrezzi dello specialista, tanto da poter permettere, con buona percentuale, una cura efficace e stabile.