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Onde d’urto

Iniziamo l’articolo dando una definizione fisica di cosa siano le onde d’urto.

Le onde d’urto sono delle onde acustiche ad alta energia, che generano impulsi pressori (circa 500 bar, numero con un discreto margine di variabilità), con valori tra loro diversi per picco di salita e per tempo di durata nel rimanere al loro massimo valore.

ONDE_D_URTO_02La salita e la discesa avvengono in 10 miliardiesimi di secondo.

La durata di permanenza è mediamente di 3,5 milionesimi di secondo.

I tempi di durata complessivi del ciclo d’onda sono meno di 10 millesimi di secondo.

Sviluppa una forza meccanica che viene sfruttata per trasferire energia di movimento ai tessuti corporei con l’intento di migliorare o addirittura guarire condizioni patologie ortopediche e non, soprattutto di tipo cronico.

Le onde d’urto possono trasmettere energia a lunga distanza e per questo sono in grado di penetrare in profondità.

La propagazione nei tessuti deve tener conto della trasmissione, della riflessione e dell’assorbimento, che risentono delle differenze di densità e di impedenza acustica della cute, del grasso, dei muscoli, delle ossa.

Per impedenza acustica si intende la misura dell’opposizione che un materiale presenta al flusso acustico risultante da una pressione acustica applicata al sistema.

ONDE_D_URTO_03In fisica la riflessione è il fenomeno per cui un’onda che si propaga lungo l’interfaccia tra differenti mezzi, cambia direzione a causa di un impatto con un materiale riflettente.

Assorbimento, riflessione, trasmissione, sono i fenomeni che avvengono quando l’energia radiante incide su un corpo; una parte viene assorbita, una parte viene riflessa, una parte viene trasmessa.

Va ricordato che la somma della quantità di energia assorbita, riflessa e trasmessa è uguale alla quantità di energia incidente.

ONDE_D_URTO_04Gli apparecchi che generano onde d’urto sono diversi tra di loro, ma devono avere tutte le stesse caratteristiche minime di emissione dell’onda.

Come agiscano le onde d’urto sullo stato di salute del corpo umano non è del tutto chiaro, si sfrutta la loro potenza per colpire e bersagliare un tessuto, riducendo le fibrosità, le calcificazioni e interferendo anche con i segnali nocicettivi trasmessi dal corpo.

Si ritiene che sia in grado di avere effetti biologici riparativi e rigenerativi, probabilmente per lo stimolo che il tessuto riceve, subendo queste forti pressioni sonore dirette e mirate.

ONDE_D_URTO_05E’ chiaro che le onde d’urto agiscono in maniera diversa a seconda del tessuto bersaglio con cui devono interagire (ossa, muscoli, tendini, legamenti etc etc), a seconda di come vengono emesse, ovvero se a bassa, media ed alta energia e a seconda se il fascio dell’onda d’urto sia focalizzata su una piccola area, o se sia radiale, diffondendosi in modo sferico su una porzione di tessuto più ampia.

Proprio perché non ci sono linee guida ben precise, ci possono essere delle variazioni da terapeuta a terapeuta, nell’approcciare la stessa patologia e queste differenze si basano sostanzialmente sulle caratteristiche del macchinario (elettroidrauliche, piezoelettriche, elettromagnetiche), variando il numero di onde d’urto emesse nella seduta terapeutica e sul numero di trattamenti da eseguire.

ONDE_D_URTO_06Le onde d’urto trovano applicazione in ortopedia nelle tendiniti, nelle fasciti, nelle rigidità articolari con perdita macroscopica di movimento sui piani articolari, calcificazioni, miositi ossificanti, ossificazioni, edemi organizzati, calcificazione di legamenti e capsule articolari, fratture da stress, neuroalgodistrofia, ritardi ci consolidamento delle fratture e pseudoartrosi.

Il campo applicativo si estende dall’ortopedia anche ad altre branche come l’urologia, per l’eliminazione tramite disgregazione dei calcoli, cosi come in campo chirurgico per i calcoli biliari e in altre branche dove ci sia la necessità di avere uno stimolo sul metabolismo tessutale.

Vanno anche indicate le situazioni e i tessuti anatomici dov’è controindicato applicare le onde d’urto, per la presenza di patologie refrattarie al trattamento e per la delicatezza dei tessuti anatomici esistenti.

Le onde d’urto vanno evitate nelle infezioni acute dei tessuti ossei e di quelli molli, patologie a carico della coagulazione sanguigna, epifisiolisi, portatori di pacemaker.

I tessuti biologici che vanno evitati di essere bersagliati in un trattamento diretto sono:

  • strutture neurologiche centrali e periferiche
  • cranio
  • midollo spinale
  • plessi e tronchi nervosi

Vanno evitate le costole per la loro delicatezza strutturale, va evitato il tessuto polmonare.

Le onde d’urto possono essere un’arma in più nella cura delle patologie, risultano altamente integranti con terapie associate di tipo farmacologico, con protocolli fisioterapici per il recupero delle patologie ortopediche di cui sopra abbiamo accennato, o con tecniche osteopatiche mirate.

La differenza nel curare una paziente e la sua patologia è nel mettere insieme tutte le conoscenze e le metodiche per ottenere il miglio risultato in maniera veloce e stabile nel tempo.