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Sindrome di Raynaud

Cos’è la Sindrome di Raynaud?

Sindrome di Raynaud 01La sindrome di RAYNAUD è una patologia principalmente a carico delle mani, che si manifesta con vasospasmo, ovvero una contrazione eccessiva dei vasi arteriosi, in questo caso di medio e piccolo calibro, determinando una riduzione dell’afflusso ematico locale e causando una scarsa irrorazione dei tessuti limitrofi.

Il vasospasmo può essere attivo per un tempo variabile che va da alcuni minuti fino ad alcune ore.

La sua manifestazione è più frequentemente individuata in indice, medio e anulare, a livello medio-distale, raramente nella parte prossimale metacarpo-falangea e le variazioni del colorito sono ben distinguibili.

I soggetti giovani, soprattutto di sesso femminile, ne sono maggiormente interessati.

La patologia di cui parliamo oggi può attivarsi in forma primitiva (senza causa apparente) nell’80% circa dei casi, o in forma secondaria nella restante percentuale.

La forma primitiva generalmente non ha una gravità tale da creare danni permanenti ai tessuti, mentre nelle forme secondarie, nel lungo termine, si possono presentare ulcerazioni o addirittura gangrene.

Nelle forme secondarie, le cause possono essere di vario tipo:

  • esposizione prolungata al freddo
  • stress emotivo
  • patologie arteriose (più in generale patologie ematologiche)
  • alterazioni del sistema nervoso autonomo (iperattività simpaticotonica)
  • irritazioni meccaniche delle pareti vascolari arteriose
  • irritazioni meccaniche dei gangli ortosimpatici di relazione (ganglio stellato in primis)
  • intossicazioni
  • abuso di farmaci vasocostrittori o che agiscano sulla muscolatura liscia in generale
  • malattie endocrine (ipotiroidismo)
  • collagenopatie
  • abuso di nicotina
  • utilizzo di droghe quali la cocaina

I sintomi della sindrome di Raynaud

Sindrome di Raynaud 02Il paziente lamenterà dei sintomi ben distinguibili a una o più dita delle mani:

  • dolore
  • alterazione della sensibilità
  • diminuzione della capacità articolare e dell’esecuzione di movimenti fini
  • alterazioni reversibili del colore cutaneo come cianosi, pallore o una combinazione delle due, su segmenti ben distinti, con alle volte una manifestazione di tipo eritematosa
  • alterazione monofasica cutanea con solo pallore o solo cianosi
  • alterazione bifasica cutanea con cianosi seguita da eritema
  • alterazione trifasica cutanea con pallore, seguita da cianosi per concludere con una manifestazione eritematosa.

Chi soffre della sindrome di Raynaud, tende a sfregare le mani per riattivare la circolazione e diminuire la sintomatologia manifesta al momento.

La diagnosi

DiagnosiLa diagnosi necessità di una raccolta dati anamnestica, in grado da inquadrare il soggetto in una situazione patologica primitiva o secondaria.

L’esame obiettivo sarà importante per capire se ci sono alterazioni anatomiche tessutali momentanee o permanenti e per valutare lo stato psico-fisico del paziente nei campi di associazioni patologiche.

Nella sindrome primitiva generalmente l’età di insorgenza della malattia è attorno i 40 anni, la sintomatologia è di lieve entità, con manifestazioni ad entrambe le mani e senza segni di danno tessutale.

Dall’anamnesi e dai dati clinici, non emergono condizioni di patologie associate rilevanti, per lo sviluppo della sindrome di Raynaud.

Sindrome di Raynaud 04Nella sindrome secondaria generalmente l’età di insorgenza della malattia è attorno ai 30 anni, la sintomatologia è caratterizzata da dolore urente, con manifestazioni che possono essere asimmetriche o unilaterali e spesso si presentano segni di danno tessutale.

Le indagini strumentali e/o di laboratorio del caso, saranno necessarie e consigliate, per escludere o avvalorare, le condizioni di patologie associate tra quelle indicate nelle cause secondarie precedentemente elencate, che possano mettere in allerta lo specialista di competenza, nell’iter del percorso diagnostico.

Il trattamento della sindrome di Raynaud

Il trattamento della patologia, scatenata da cause secondarie, prevede la risoluzione, ove possibile, o la gestione delle malattie e dei loro effetti scatenanti la sindrome di Raynaud.

I trattamenti saranno quindi i più diversi a seconda che si tratti di patologie ematiche, vascolari, ormonali, sistemiche, neurovegetative e via dicendo, intervenendo farmacologicamente sulla causa e dando supporto per via dei vasodilatatori, ad una miglior circolazione sanguigna periferica.

Sarà importante, sia nelle forme primitive che in quelle secondarie, eliminare gli elementi favorenti, come il freddo, il fumo, ovviamente le droghe, lo stress.

TrattamentoRisulta utile utilizzare delle creme che riescano a proteggere la cute dagli sbalzi termici e dai cambiamenti di umidità, mantenendo la temperatura locale il più possibile costante.

Spesso si utilizza il supporto della fisioterapia o dell’osteopatia per migliorare la condizione di funzione dello passaggio cervico-dorsale, sia a livello vertebrale che nelle strutture costali e clavicolari annesse, limitando lo stato di tensione muscolare e cercando di dare la massima mobilità ai tessuti di contenimento legamentosi e fasciali, della zona legata allo stretto toracico superiore.

Sempre in ambito terapeutico manuale, si cercherà di individuare le possibili zone di compressione o di irritazione, nei passaggi critici arteriosi periferici e nei passaggi primari dei sistemi gangliari ortosimpatici.

ChirurgiaA livello chirurgico si può giungere all’intervento, nel momento in cui sia necessario agire sui danni tessutali che portano a gangrene, alterazioni ischemiche e infezioni profonde localizzate.

La sindrome di Raynaud è una patologia che può dare alterazioni funzionali ed estetiche, dolore, fino ad arrivare a danni anatomici superficiali o profondi.

Dobbiamo essere bravi a diagnosticare se sia una forma primitiva o secondaria, ed essere capaci di gestire sia la sintomatologia, sia le cause eventualmente associate.

La salute passa attraverso la conoscenza e con l’articolo di oggi, abbiamo la possibilità di aggiungere un tassello al nostro benessere.

Sindrome del piriforme

Vediamo insieme cos’è, come si manifesta e come si può trattare la sindrome del piriforme.

Cos’è la sindrome del piriforme?

sindrome del piriforme 01Con il termine sindrome del piriforme si intende una condizione compressiva – irritativa – infiammatoria, di uno o più nervi periferici, come il tronco superiore del nervo sciatico, il nervo gluteo superiore, il nervo gluteo inferiore, il nervo cutaneo posteriore del femore, il nervo pudendo, causata dal cambiamento tonico-trofico e/o tessutale, del muscolo piriforme.

Il muscolo piriforme si trova nella regione glutea, appartiene al gruppo dei muscoli rotatori laterali dell’anca, origina sulla superficie anteriore del sacro e si inserisce sul grande trocantere, ovvero sul femore.

Si trova in un crocevia di vari nervi che ne dipartono per andare ad irradiare le strutture di loro competenza.

La sintomatologia che ne deriva con più frequenza è una simil sciatalgia, dove il problema non ha origine dalla colonna vertebrale, ma nel tragitto in zona glutea del nervo stesso.

Più raramente si riscontrano fastidi nella zona genitale e risvolti patologici/disfunzionali vescicali nella minzione.

La sintomatologia

sindrome del piriforme 02Vediamo nel dettaglio quali sono i sintomi riportati nella patologia:

  • parestesie (alterata percezione della sensibilità) nella zona del gluteo, della parte posteriore della coscia, de polpaccio; raramente viene interessato anche il piede
  • dolore più o meno intenso nella zona glutea, che aumenta durante l’esercizio fisico, nelle comuni attività deambulatorie, o che si presenta nelle posture sedute mantenute per lungo tempo
  • riduzione della forza muscolare
  • diminuzione della mobilità dell’anca
  • incontinenza vescicale
  • alterazione della sensibilità nella zona genitale

I sintomi descritti generalmente migliorano con il riposo, ancor più se avviene in posizione supina.

Le cause della sindrome del piriforme

Le cause maggiori che danno il via alla sindrome del piriforme sono legate principalmente  allo stato in essere della condizione del muscolo in questione, al rapporto osteoarticolare delle strutture ad esso inerenti e all’attività fisica che viene richiesta nella quotidianità o in ambito sportivo.

Possono essere:

  • accorciamento muscolare
  • contratture
  • lesioni traumatiche delle fibre muscolari ed esiti cicatriziali associati
  • alterazioni delle posture vertebrali
  • cattivo assetto dell’arto inferiore a carico del piede o del ginocchio
  • alterazione dell’assetto sacro iliaco
  • artrosi dell’anca
  • eccessiva attività fisica

Sono tutte le possibili cause che innescano un’alterazione di forma, di tensione e di vitalità biologica del muscolo piriforme, creando i presupposti per un’irritazione compressiva delle strutture citate all’inizio dell’articolo.

La diagnosi

sindrome del piriforme 03La diagnosi della sindrome del piriforme non ha esami strumentali di supporto, diretti e specifici, ma si basa su una buona anamnesi, ovvero su una raccolta dei dati che il paziente riporta durante la visita, in maniera da poter guidare il professionista sanitario di competenza, ad un esame obiettivo attento e mirato.

E’ importante escludere la presenza di una neuropatia periferica, come la sciatalgia o simili, causata da ernia del disco, da restringimento dei forami di coniugazione, da fenomeni vascolari, da cause infettive o metaboliche.

I sintomi di irritazione neurologica possono essere ricercati sia con la palpazione nella porzione centrale del muscolo piriforme, sia con delle manovre di allungamento del muscolo stesso, cosi come con degli accorciamenti del ventre muscolare tramite contrazione attiva mantenuta o contro-resistenza.

La tensione eccentrica o concentrica aumentata del muscolo in questione, scatenerà la comparsa dei sintomi neurologici periferici e la partenza del dolore locale.

Il trattamento della sindrome del piriforme

Il trattamento per la risoluzione della patologia in questione, vede un’approccio dalle numerose variabili, che possono associarsi tra di loro per aumentare la capacità di cura e  la possibilità di stabilizzare per un lungo periodo i benefici ottenuti.

Vediamo insieme le possibilità di interazioni migliorative della patologia:

  • modificare lo stile di vita
  • evitare alcuni tipi di attività fisiche e di sport
  • riposo frequente nell’arco della giornata
  • evitare posture sedute per troppo tempo
  • allungamento ed elasticizzazione del muscolo piriforme
  • riduzione delle tensioni e delle contratture muscolari
  • allungamento e mobilizzazione dei canali contenenti il passaggio dei nervi periferici nei loro punti di maggior restrizione
  • modificazione e correzione delle posture vertebrali e del bacino
  • recupero della mobilità delle anche e del loro equilibrio statico/dinamico rispetto al bacino stesso
  • utilizzo di antinfiammatori non steroidei
  • utilizzo di cortisone
  • utilizzo della tossina botulinica per ridurre la rigidità muscolare e la causa/effetto della compressione nervosa.

sindrome del piriforme 04La sindrome del piriforme non è una patologia grave, ma può essere molto fastidiosa a livello sintomatologico e invalidante nelle attività di vita quotidiane.

La sua coralità di sintomi può portare a creare confusione nella formulazione della diagnosi, inducendo il professionista sanitario in errore, generando confusione tanto nella ricerca delle cause, quanto nel mettere appunto la terapia ideale per risolvere i problemi del paziente.

Adesso che conosciamo bene la sindrome del piriforme possiamo essere più attenti alla sua manifestazione e bloccarne sul nascere l’evoluzione, per garantirci uno stato di buona salute in ogni condizione.

La salute passa attraverso la conoscenza e con l’articolo di oggi, abbiamo la possibilità di aggiungere un tassello al nostro benessere.

Nevrite

La nevrite è un infiammazione dei nervi che causa un alterazione della sensibilità e/o della capacità motoria.

nevrite_01I nervi possono avere dei compiti specifici per una singola funzione oppure avere delle funzioni promiscue, ad esempio i nervi del sistema nervoso periferico possono essere solo sensitivi, solo motori o misti, ovvero che sono capaci in maniera bivalente, di portare informazioni sensoriali dalla periferia al cervello e di trasmettere informazioni motorie dal cervello alla periferia.

A livello sintomatologico si può manifestare dolore che varia per intensità, frequenza e costanza, passando da un’algia continua a una intermittente, da una acuta a una profonda.

Si può avere un’ alterazione della sensibilità tipo scossa elettrica, formicolii, bruciori, sensazioni vibratorie.

Nevrite_02Nel caso il nervo abbia anche un compito motorio oltre che sensitivo, si può manifestare una perdita di forza e di resistenza della muscolatura da esso innervata.

Le cause

Abbiamo compreso che le nevriti (infiammazioni dei nervi) possono scatenare delle nevralgie (dolore dei nervi) ma su un quadro simile nel suo modo di manifestarsi, si nascondono varie cause che le possono innescare e favorire.

Cerchiamo di capirle insieme.

Un nervo può subire un’ irritazione, un attacco e un’ alterazione della sua anatomia e funzione per i motivi più diversi tra di loro:

  • Nevrite_03irritazione da contatto o da compressione per riduzione dello spazio dove il nervo alloggia e scorre. Ad esempio una discopatia vertebrale che porta ad una diminuzione di altezza tra un corpo vertebrale e l’altro, può ridurre il lume del forame di coniugazione da dove esce il nervo. La fibrotizzazione del tunnel carpale può irritare il nervo mediamo facendo perdere forza e sensibilità. La formazione di tessuto fibroso attorno ad un nervo come nel neuroma di Morton ecc. ecc.
  • traumi diretti sul nervo solitamente nei passaggi meno protetti dalle masse corporee
  • fratture, dove i monconi ossei possono danneggiare per compressione, stiramento o lacerazione il nervo con rapporto anatomico diretto
  • alterazioni vascolari arterio-venose, per diminuzione del nutrimento del nervo e per l’ intossicazione che si potrebbe verificare in un caso di cattivo drenaggio e permanenza delle sostanze di scarto
  • Nevrite_05diabete, dove l’eccesso di glicemia porta ad un danno del rivestimento del nervo, ovvero alla guaina mielinica, che protegge e favorisce la conduzione di segnale del nervo stesso
  • infezioni per lo più virali (herpes zoster), che rimangono annidiate nel corpo umano e si ripresentano nel momento di forte stanchezza-stress e di calo delle difese immunitarie
  • carenze alimentari ed in particolar modo carenze vitaminiche del gruppo B, (es. sindrome di BERI BERI)
  • aumento delle tossine, per via esterna (nel caso siano ingerite o inalate) o interna nel caso di catabolismi ad impatto sistemico
  • intossicazioni dai farmaci stessi se utilizzati in maniera impropria per quantità, nelle dosi e nel tempo di somministrazione
  • alterazioni epatiche, che comportano sia la riduzione di metabolizzazione di alcuni alimenti innescando una carenza di tipo alimentare e sia per l’aumento delle tossine circolanti
  • alcolismo
  • malattie autoimmunitarie (es. sindrome di GUILLAN BARRE’)
  • alcune condizioni specifiche oncologiche.

Tutte queste cause scatenanti ci dimostrano che le nevriti possono essere si una condizione di sofferenza ma anche una condizione di allarme per indagare sulle eziologie di partenza più disparate.

La diagnosi

Per diagnosticare la causa precisa della nevrite si ricorre ad una buona raccolta di dati anamnestici che ci aiuteranno ad avvicinarci alla diagnosi esatta.

Gli esami clinici saranno opportuni per escludere le varie possibili concause inerenti la patologia effettiva.
Nevrite_06Le indagini strumentali associate sono di vario tipo:

  • elettromiografia ed elettroneurografia che studiano la funzionalità della conduzione nervosa, ovvero la qualità con la quale il nervo trasmette il suo segnale elettrico, sia rispetto al muscolo innervato e sia rispetto al nervo stesso
  • rx, radiografie per vedere lo stato anatomico della struttura interessata e valutare se sia libera da calcificazioni, processi di riparazione, escrescenze ossee (esostosi), ovvero tutte quelle alterazioni di forma che potrebbero perturbare il passaggio e lo scorrimento del nervo infiammato
  • rm, risonanza magnetica e tc, tomografia computerizzata per poter analizzare il segmento di interesse rispetto anche ai tessuti molli, muscoli, legamenti capsule articolari, ossa, calcificazioni e neoformazioni di interesse per lo studio e la focalizzazione della causa scatenate la nevrite
  • ecografia nel qual caso si sia sufficientemente e ragionevolmente certi che la causa sia scatenata da un’alterazione dei tessuti molli negli spazi di presenza e di scorrimento del nervo coinvolto nella patologia
  • analisi del sangue che attestino lo stato di intossicazione o la carenza di alcuni elementi necessari al corretto mantenimento vitale delle strutture nervose

La cura

La terapia varia in base alla ricerca riscontrata sulla causa di attivazione della nevrite in atto.

Nevrite_07La cura per essere efficace deve eliminare o minimizzare il fattore di innesco della patologia, pertanto si potrà agire in maniera meccanica li dove la causa sia dovuta a un mal posizionamento di strutture osteoarticolari, oppure dove i tessuti molli (muscoli, tendini, legamenti, capsule articolari) per un loro mutamento morfologico, siano restringenti e costringenti il passaggio e la sede del nervo interessato.

Nevrite_08Dove invece l’alterazione anatomica non sia manipolabile con terapie conservative, si può intervenire con la chirurgia ricreando un ambiente favorevole all’alloggiamento del nervo stesso.

Possono essere usate cure farmacologiche che mirano a ridurre l’infiammazione e a regolare la soglia del dolore per via di antinfiammatori e antidolorifici.
Nelle patologie ad innesco virale, nello stadio precoce, possono essere utilizzati farmaci antivirali con buoni risultati, consentendo il decorso decrescente della sintomatologia in maniera più efficace.

Quando la nevrite è data da un tilt del sistema immunitario, il cortisone e in alcuni casi eclatanti, gli immunosoppressori, possono essere considerati efficaci per tenere a bada la patologia.

Nel caso di alcolismo e di intossicazione sistemico dell’organismo, la causa va rimossa in maniera diretta eliminando i fattori di intossicazione, liberando il fisico dalle tossine dannose per caratteristiche e quantità.

Nevrite_09Per carenze alimentari con sottolivellamento vitaminico del gruppo B è buona norma controllare lo stato di attività epatica e integrare con l’alimentazione i fattori mancanti, dove ne sia necessario si può intervenire con integratori ad assunzione diretta.

Nel caso in cui le varie cure siano inefficaci, si può ricorrere all’uso della terapia del dolore utilizzando cocktail farmacologici sotto stretto controllo medico, in grado da minimizzare la sintomatologia di cui il paziente soffre, ma tenendo conto che in questo modo il corpo umano riduce la capacità di allerta attivata proprio dal messaggio nocicettivo.

In conclusione la nevrite è una patologia delicata e invalidante ma che fortunatamente ha talmente tante variabili di causa-effetto, che vede varie soluzioni nella cassetta degli attrezzi dello specialista, tanto da poter permettere, con buona percentuale, una cura efficace e stabile.