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Neurinoma spinale

I neurinomi, conosciuti anche con il nome di schwannomi, sono dei tumori benigni extramidollari, in forma singola o multipla, che si sviluppano sui nervi cranici o sui nervi periferici, per un’alterazione delle cellule di Schwann che ne formano la guaina di rivestimento.

Neurinoma spinale 02Origine del neurinoma spinale

Rimanendo sul tema del neurinoma spinale, la sua origine si colloca in prossimità dell’emergenza midollare della radice nervosa.

La radice maggiormente interessata è quella posteriore e i segmenti più colpiti sono quelli del tratto dorsale per il’65%, del tratto cervicale per il 25% e la restante quota interessano la zona lombo-sacrale.

Nel 70% dei casi il neurinoma si sviluppa nel canale midollare, all’interno dello spazio intradurale radicolare, con espansione verso il cono midollare, in una misura ridotta, circa il 20%, lo sviluppo del neurinoma può lasciare l’astuccio vertebrale, infiltrandosi nel forame di coniugazione e solo in una ridotta casistica, circa il 10%, in neurinoma si evolve lungo il nervo periferico, lontano dalla zona di origine midollare.

Neurinoma spinale 03Il neurinoma ha origine per lo più nel substrato della dura madre spinale, che è uno dei 3 foglietti (il più esterno) di rivestimento della scatola cranica e del canale vertebrale, separando il cervello e il cono midollare dalla porzione ossea.

Il neurinoma tende ad essere circondato da una capsula di tessuto connettivo, che può creare danni per compressione e/o fibrotizzazione dei tessuti circostanti.

Neurinoma spinale 04I sintomi del neurinoma spinale

I sintomi sono legati alla posizione del neurinoma e alla sua grandezza.

L’effetto compressivo di questo tumore benigno, avrà una conseguenza neurologica di tipo midollare, se la compassione avviene sul midollo, oppure radicolare se la pressione viene esercitata sull’emergenza della radice, nel percorso foraminale dell’uscita del nervo dall’astuccio vertebrale, oppure in un suo qualunque punto distale periferico.

Neurinoma spinale 05Il paziente avvertirà alterazioni della sensibilità, con delle scosse anche intense, crampi improvvisi e dolori locali vertebrali, spesso dovuti al coinvolgimento e all’irritazione del ramo meningeo radicolare.

La componente muscolare è meno frequente, ma se si dovesse presentare, il paziente lamenterà una riduzione di forza e della resistenza muscolare.

Generalmente la manifestazione clinica si irradia verso un solo emilato, che possa essere dell’arto superiore, inferiore oppure della zona toracica con un territorio a fascia cintolare.

Nel caso lo sviluppo del neurinoma sia in stretto rapporto con il midollo spinale e il suo volume sia importante, si potranno manifestare delle disfunzioni viscerali, con effetto soprattutto sul controllo degli sfinteri.

L’evoluzione clinica è lenta e non sempre progressiva.

Neurinoma spinale 06La diagnosi

Nella diagnosi, l’anamnesi e l’esame obiettivo di segni e sintomi, sono utilissimi per indirizzare una ricerca diagnostica verso le indagini strumentali appropriate, capaci di analizzare il quadro anato-patologico e di poterlo associare alle manifestazioni che il paziente riporta allo specialista.

La RM è l’indagine più importante per valutare lo stato di salute del segmento midollare e radicolare.

Lo studio tramite risonanza magnetica può avvalersi anche del mezzo di contrasto, per esaminare nel dettaglio le caratteristiche dimensionali e vascolari del neurinoma.

In minor misura verra utilizzata la TC, perché meno precisa nella visualizzazione dei tessuti neurologici.

Lo studio elettromiografico può valutare lo stato di salute del nervo periferico rispetto all’innervazione della placca motrice, osservandone la presenza di una sofferenza o nei casi più gravi, di una denervazione.

Neurinoma spinale 07Il trattamento del neurinoma spinale

Il trattamento prevede vari approcci, che seguono sia la strada farmacologica che chirurgica.

Il cortisone viene utilizzato per ridurre la presenza di un’eventuale edema, che possa peggiorare la condizione di compressione del tessuto neurologico sia midollare che radicolare.

La chirurgia mira ad asportare il neurinoma nella sua interezza, ma la difficoltà sta nel posizionamento del neurinoma stesso; non sempre il tumore benigno in questione è situato in una zona di facile accesso, o peggio ancora è talmente integrato con le strutture neurologiche nobili, per cui l’atto chirurgico di resezione totale, rischierebbe un danno collaterale importante, in tal caso si procede ad uno svuotamento del neurinoma prima, per poi asportarne la capsula insieme alle sue radici di impianto.

Una rimozione parziale può essere giustificata se vi è un’intima aderenza
al midollo spinale, nei casi in cui sia presente una forte infiammazione, episodi di emorragia o una localizzazione sub-piale.

Se la chirurgia non ha le condizioni per essere il trattamento di scelta, si procede con protocolli chemioterapici o con sedute di radioterapia.

L’asportazione del neurinoma, se privo di conseguenze post chirurgiche, tra l’altro molto basse in percentuale nella casistica inerente, porta ad una riduzione veloce della sintomatologia, con un ottimo recupero delle funzioni compromesse e un miglioramento delle funzioni residue.

E’ da dire che i risultati migliori si ottengono sui pazienti che vengono curati nelle fasi precoci dell’evoluzione del neurinoma, mentre nei soggetti che si sottopongono alle cure con un tumore di dimensioni importanti, avranno una percentuale di ripresa delle funzioni più bassa.

Il neurinoma è una patologia che nonostante appartenga al campo oncologico, non deve preoccupare per una sua evoluzione nefasta, ma non va sottovalutata perché il volume e la sua grandezza possono danneggiare i tessuti neurologici con cui è a contatto.

Bisogna essere tempestivi nella presa in carico del paziente, sia per monitorare la sua evoluzione e sia per decidere la modalità di intervento e di risoluzione.

La salute passa attraverso la conoscenza e con l’articolo di oggi abbiamo la possibilità di aggiungere un tassello al nostro benessere.

 

 

 

 

 

 

 

 

Siringomielia

siringomielia 01La siringomielia è una patologia neurologica che vede la presenza di un’alterazione del midollo spinale, con la formazione di una o più cisti liquide in uno o più distretti del colonna vertebrale.

Conosciamo la siringomielia

Le cisti della siringomielia sono anche chiamate siringi o fistole, sono delle cavità dalle dimensioni variabili nel tempo, per grandezza e velocità di espansione; sono ripiene di liquido cefalorachideo.

L’aumento di volume delle siringi possono creare un’effetto compressivo sul midollo stesso, danneggiandone sia il tessuto biologico, sia la funzione di trasmissione dei segnali neurologici e di aggiustamento riflesso.

La gravità della patologia dipenderà dal distretto midollare che ne è interessato, da quanti segmenti sono coinvolti, dall’estensione della lesione cistica.

I sintomi

siringomielia 02A causa della varianti con cui la siringomielia si presenta in ogni singolo paziente, i sintomi potranno variare da soggetto a soggetto.

La siringomielia vede la sua insorgenza in un’età che va all’incirca dalla seconda alla quarta decade, il che non vuol dire che si presenti da subito in maniera sintomatica, anzi la sua evoluzione è generalmente lenta.

Come accennato in precedenza, i sintomi sono variabili da paziente a paziente, ma possono essere racchiusi in un’elenco, dove non tutti quanti devono essere per forza presenti contemporaneamente, mostrando delle variabili di intensità totalmente personali.

L’esordio della malattia vedrà una sintomatologia sfumata e contenuta per poi ampliare il quadro con l’evolversi nel tempo della siringomielia:

  • parestesie
  • ipoestesie
  • riduzione o perdita dei riflessi
  • dolori vertebrali
  • rigidità articolari
  • rigidità nel movimento
  • contratture muscolari associate
  • vertigini
  • nistagmo
  • disturbi della fonazione
  • disfagia
  • astenia
  • fascicolazioni muscolari
  • riduzione della funzionalità viscerale
  • difficoltà nel controllo degli sfinteri
  • alterazione della funzione neurovegetativa ortosimpatica
  • paraplegia
  • tetraplegia

La siringomielia può essere di tipo congenita (presente fin dalla nascita), oppure acquisita (insorta come conseguenza di un evento o di uno stato patologico associato).

siringomielia 03La forma congenita, vede spesso la compresenza di una patologia associata chiamata SINDROME di ARNOLD-CHIARI, una malformazione cerebellare che si manifesta con un’erniazione del cervelletto all’interno del foro occipitale e quindi nel canale midollare, creando una perturbazione del circolo liquorale.

Le cause della siringomielia

Nella forma acquisita le cause sono molte e di natura diversa tra di loro…..vediamole insieme:

  • infiammazione di tipo batterico o virale delle meningi encefalo-spinali
  • ematomielia (sanguinamento all’interno del midollo spinale)
  • traumi midollari, associati o meno a fratture vertebrali
  • sindrome della colonna rigida (si possono creare aderenze tra la colonna vertebrale e il midollo spinale diminuendone la capacità di scorrimento tra il contenuto e il contenente).

Quando non si riesce ad associare una forma congenita, oppure una forma acquisita, alla siringomielia, si classifica la presenza patologica come forma idiopatica, ovvero senza causa apparente.

Va sottolineato che in tutte queste condizioni, benché ci sia una differenza eziologica, la compressione midollare esercitata dalla presenza delle cisti, sia la causa del danno neurologico tessutale e che la cattiva circolazione liquorale, sia uno starter importante per la formazione delle siringi.

La diagnosi

siringomielia 04Nella diagnosi la raccolta dei dati anamnestici è importante, consente di capire quali siano i sintomi riferiti dal paziente, quali siano gli eventi associabili e avere un primo canale di classificazione della patologia in essere.

Nel proseguo della denominazione della patologia, l’esame obiettivo si rende assolutamente necessario per valutare lo stato di funzione neurologico (sensibilità, motricità, riflessi evocati, equilibrio), la condizione di mobilità vertebrale, la ricerca

del dolore, lo stato di tensione muscolare, la resistenza allo sforzo.

Saranno fondamentali gli esami strumentali, quali:

  • RM
  • TC

che potranno essere richiesti in maniera semplice o associati a mezzo di contrasto, per valutare lo stato anatomico della corda midollare all’interno del canale vertebrale.

Non è assolutamente da escludere la necessità di effettuare un prelievo liquorale per mezzo di una puntura lombare, in maniera da analizzare lo stato biologico del liquido cefalo-rachideo, in rapporto alla presenza o meno di agenti patogeni.

Il trattamento della siringomielia

Il trattamento prevede l’utilizzo congiunto di farmaci, soprattutto antidolorifici, capaci di tenere a bada il dolore neuropatico, osteoarticolare, muscolare.

fisioterapiaDi enorme aiuto sarà la fisioterapia per migliorare lo stato di tensione muscolare, per ridurre la rigidità articolre, per mantenere la mobilità vertebrale, per recuperare o stabilizzare i danni da compressione midollare causati dalla pressione delle siringi.

La chirurgia sarà necessaria nel momento in cui la patologia siringomielica, porterà ad una perdita dello stato di salute non più controllabile.

L’intervento diretto prevede una decompressione vertebrale degli spazi in rapporto alla cisti liquorale compressiva, oppure un’incisione sulla dura madre spinale, in entrambi i casi l’intento è quello di aumentare lo spazio, per limitare la pressione e i suoi effetti dannosi, migliorando la circolazione liquorale e favorendo lo svuotamento delle siringi.

chirurgiaLa chirurgia prevede come possibilità di intervento, anche l’applicazione di uno shunt siringo-peritoneale, applicando un tubicino di drenaggio che svuoti la cisti midollare direttamente nella cavita addominale.

Nel caso la siringomielia sia causata da aderenze tra la colonna vertebrale e il midollo spinale, il chirurgo si concentrerà ad eliminare i punti di trazione intracanalari, disimbrigliando il midollo spinale stesso.

La siringomielia è una patologia grave che va curata sempre cercando di anticipare i danni nell’evoluzione clinica.

E’ una malattia che condiziona la vita nelle attività quotidiane, ma non per questo deve demoralizzare il paziente nella ricerca del miglior stato di salute possibile.

In questo caso la prevenzione gioca un ruolo fondamentale.

La salute passa attraverso la conoscenza e con l’articolo di oggi, abbiamo la possibilità di aggiungere un tassello al nostro benessere.

Stenosi del canale vertebrale

Stenosi_canale_vertebrale_01Il canale vertebrale è da immaginare come un astuccio contenete il midollo vertebrale per gran parte della sua estensione (fino alla 2° vertebra lombare) e per la restante porzione è occupato dalla cauda equina, ovvero da filamenti nervosi che si diramano dal midollo fino all’uscita di una parte dei forami di coniugazione vertebrali lombari e dai forami sacrali.

La colonna vertebrale, ovvero l’astuccio di cui sopra vi ho accennato, è composta dalla giunzione articolata di 7 vertebre cervicali, 12 vertebre toraciche, 5  e 5 vertebre sacrali (queste ultime sono fuse tra di loro) per un totale di 29 vertebre. Le vertebre coccigee, in questa patologia, non sono considerate perché non contengono nel loro interno strutture neurologiche.

Stenosi_canale_vertebrale_02

Per stenosi del canale midollare si intende una patologia generata dalla restrizione del canale midollare e quindi dell’astuccio, che invece che contenere matite, penne e temperini, ospita una struttura nobile quale il midollo spinale, importantissima per la vita.

Il midollo spinale ha il compito di portare messaggi dal cervello alla periferia di tipo motorio e dalla periferia al cervello di tipo sensitivo, inoltre è parzialmente il responsabile della qualità del coordinamento motorio, della regolazione e gestione delle articolazioni a livello propriocettivo e non per ultimo, ha delle porzioni deputate alla funzione neurovegetativa di tipo ortosimpatico, ovvero alla gestione autonoma di alcune funzioni vitali del corpo umano.

Il restringimento del canale vertebrale può manifestarsi a qualunque livello, ovviamente più il problema si manifesterà in alto sulla scala vertebrale e più il territorio sofferente sarò vasto. A questo punto cerchiamo di capirne le cause!

Cause

Sono molteplici e di varia natura, più o meno importanti, ma con la possibilità per ognuna di creare una perturbazione delle vie di comunicazione neurologiche:

  • Stenosi_canale_vertebrale_03alterazioni artrosiche rilevanti delle articolazioni intervertebrali
  • formazione di osteofiti interni al canale vertebrale
  • ernie discali dure, disidratate e rigide
  • spondilolistesi ( anteriore o posteriore)
  • fibrotizzazione dei legamenti gialli (strutture legamentose intra canalari di copertura e giunzione con soluzione di continuità tra vertebre contigue)
  • malformazioni di tipo traumatiche
  • formazioni cistiche
  • patologie infettive vertebrali (spondilodisciti) soprattutto nelle sue conseguenze post acuzia
  • malformazioni di tipo congenite e tumorali (non tratteremo queste due condizioni nell’articolo perché andrebbero approfondite con calma e precisione)

Avere una formazione, di qualunque natura essa sia, all’interno del canale vertebrale, a contatto con il midollo spinale o con la cauda equina, riduce l’afflusso di informazioni in entrata e in uscita e in più con il trascorrere del tempo può portare ad una degenerazione compressiva e anossicacongestizia, del sistema neurologico locale.

Stenosi_canale_vertebrale_04A seconda della natura della stenosi midollare, l’età di insorgenza varia di gran lunga, se fosse dovuta ad un’ernia discale potrebbe manifestarsi precocemente rispetto ad una di origine artrosica dove l’età di sviluppo sarebbe avanti rispetto alla media.

In caso di spondilolistesi il fattore anagrafico incide relativamente, perché quello che risulta determinante è lo stato di gravità dello scivolamento vertebrale; in merito, una mia giovane paziente (12 anni), ha avuto una stenosi del canale midollare conseguente ad una spondilolistesi grave.

Sintomi

Vediamo i sintomi come si manifestano.

Il restringimento del canale midollare non porta sempre dei disturbi neurologici, semplicemente per il fatto che il midollo ha dello spazio di margine grazie al liquido cerebro spinale che lo circonda e lo protegge.

Stenosi_canale_vertebrale_05Il problema sorge quando la riduzione della sezione canalare diventa così importante da annullare gli spazi e i cuscinetti naturali che proteggono il sistema neurologico midollare.

Si possono presentare:

  • disturbi della sensibilità
  • disturbi della motricità
  • riduzione della forza e della resistenza
  • crampi muscolari
  • stanchezza
  • dolori localizzati sulla zona vertebrale
  • mielopatie compressive
  • modificazione della postura che tenderà a spostarsi in avanti
  • riduzione dell’autonomia nei tempi di esecuzione
  • deficit viscerali

Nella stenosi del canale midollare la sintomatologia non è costante ma si acuisce o diminuisce a seconda della postura che il soggetto adotta.

Stenosi_canale_vertebrale_06

La postura eretta o in iperestensione porta il canale midollare a restringersi e a diminuire il proprio diametro interno, mentre la postura in semiflessione ottiene un aumento di volume dello spazio interno, il tutto è dovuto alla mobilità vertebrale che ne permette la modificazione sia meccanica che anatomica negli spazi di giunzione.

Questo spiega perché i pazienti affetti da stenosi del canale midollare, all’aumento sintomatologico, hanno bisogno di piegarsi in avanti o di sedersi portando il busto in semiflessione, riducendo in maniera diretta la manifestazione dei sintomi.

Diagnosi

La diagnosi viene guidata dalla sintomatologia del paziente e viene strutturata dall’esame clinico dello specialista che valuterà i riflessi osteotendinei, la forza muscolare, la sensibilità, la resistenza e l’insorgenza del dolore provocato.

A questo è fondamentale aggiungere la diagnostica per immagini che vede la risonanza magnetica in grado di studiare la componete stenotica di tipo molle, ernia discale, fibrotizzazione dei legamenti gialli, la presenza di spondilolistesi, la formazione di cisti radicolari o midollari ed inoltre permetterà d intuire la degenerazione artrosica o la formazione di osteofiti.

Stenosi_canale_vertebrale_07L’esame TC permette di studiare nel dettaglio la conformazione ossea interagente con il contenuto del canale vertebrale e l’eventuale presenza di formazioni solide, ad esempio osteofiti ed esostosi.

Cura

La cura vede varie modalità di intervento ma chiaramente il tutto si basa sulla tempestività della diagnosi o dall’avanzamento della patologia e dallo stato di salute del midollo spinale.

Generalmente a livello farmacologico si utilizzano antinfiammatori, associati ad analgesici, per ridurre lo stato infiammatorio legato alla compressioni intramidollare.

La fisioterapia e l’osteopatia diventano fondamentali nel recuperare e nel mantenere la maggior mobilità vertebrale sul segmento o sui segmenti evidenziati dall’insorgenza della patologia, riducendo le zone di pressione toraco-addominali, migliorando la circolazione del liquido cerebrospinale e aumentando la mobilità di scorrimento del midollo insieme alle sue radici all’interno dell’astuccio vertebrale.

Se la patologia è sviluppata dalla presenza di alterazioni dei tessuti molli o dicali si può ridurre il loro ipertrofismo e il volume.

Stenosi_canale_vertebrale_08Quando la stenosi è di tipo duro ovvero da ernie discali calcificate, osteofiti, esostosi o ipertrofia artrosica delle faccette articolari, sarà necessario il consulto neurchirurgico per capire il margine eventuale di migliorabilità o la necessità di intervenire chirurgicamente andando ad aprire lo spazio canalare midollare.

Nel caso di spondilolistesi la strategia di approccio varie in base al grado in essere delle scivolamento vertebrale.

Nei casi gravi sarà necessario intervenire chirurgicamente stabilizzando la vertebra slittata, ancorandola con mezzi di sintesi.

La stenosi midollare è una patologia importante e delicata, non dobbiamo spaventarci, abbiamo tutte le carte per poterla prevenire e curare, bisogna essere però attenti ai sintomi e rivolgersi tempestivamente allo specialista di vostra fiducia.