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Sindrome del piriforme

Vediamo insieme cos’è, come si manifesta e come si può trattare la sindrome del piriforme.

Cos’è la sindrome del piriforme?

sindrome del piriforme 01Con il termine sindrome del piriforme si intende una condizione compressiva – irritativa – infiammatoria, di uno o più nervi periferici, come il tronco superiore del nervo sciatico, il nervo gluteo superiore, il nervo gluteo inferiore, il nervo cutaneo posteriore del femore, il nervo pudendo, causata dal cambiamento tonico-trofico e/o tessutale, del muscolo piriforme.

Il muscolo piriforme si trova nella regione glutea, appartiene al gruppo dei muscoli rotatori laterali dell’anca, origina sulla superficie anteriore del sacro e si inserisce sul grande trocantere, ovvero sul femore.

Si trova in un crocevia di vari nervi che ne dipartono per andare ad irradiare le strutture di loro competenza.

La sintomatologia che ne deriva con più frequenza è una simil sciatalgia, dove il problema non ha origine dalla colonna vertebrale, ma nel tragitto in zona glutea del nervo stesso.

Più raramente si riscontrano fastidi nella zona genitale e risvolti patologici/disfunzionali vescicali nella minzione.

La sintomatologia

sindrome del piriforme 02Vediamo nel dettaglio quali sono i sintomi riportati nella patologia:

  • parestesie (alterata percezione della sensibilità) nella zona del gluteo, della parte posteriore della coscia, de polpaccio; raramente viene interessato anche il piede
  • dolore più o meno intenso nella zona glutea, che aumenta durante l’esercizio fisico, nelle comuni attività deambulatorie, o che si presenta nelle posture sedute mantenute per lungo tempo
  • riduzione della forza muscolare
  • diminuzione della mobilità dell’anca
  • incontinenza vescicale
  • alterazione della sensibilità nella zona genitale

I sintomi descritti generalmente migliorano con il riposo, ancor più se avviene in posizione supina.

Le cause della sindrome del piriforme

Le cause maggiori che danno il via alla sindrome del piriforme sono legate principalmente  allo stato in essere della condizione del muscolo in questione, al rapporto osteoarticolare delle strutture ad esso inerenti e all’attività fisica che viene richiesta nella quotidianità o in ambito sportivo.

Possono essere:

  • accorciamento muscolare
  • contratture
  • lesioni traumatiche delle fibre muscolari ed esiti cicatriziali associati
  • alterazioni delle posture vertebrali
  • cattivo assetto dell’arto inferiore a carico del piede o del ginocchio
  • alterazione dell’assetto sacro iliaco
  • artrosi dell’anca
  • eccessiva attività fisica

Sono tutte le possibili cause che innescano un’alterazione di forma, di tensione e di vitalità biologica del muscolo piriforme, creando i presupposti per un’irritazione compressiva delle strutture citate all’inizio dell’articolo.

La diagnosi

sindrome del piriforme 03La diagnosi della sindrome del piriforme non ha esami strumentali di supporto, diretti e specifici, ma si basa su una buona anamnesi, ovvero su una raccolta dei dati che il paziente riporta durante la visita, in maniera da poter guidare il professionista sanitario di competenza, ad un esame obiettivo attento e mirato.

E’ importante escludere la presenza di una neuropatia periferica, come la sciatalgia o simili, causata da ernia del disco, da restringimento dei forami di coniugazione, da fenomeni vascolari, da cause infettive o metaboliche.

I sintomi di irritazione neurologica possono essere ricercati sia con la palpazione nella porzione centrale del muscolo piriforme, sia con delle manovre di allungamento del muscolo stesso, cosi come con degli accorciamenti del ventre muscolare tramite contrazione attiva mantenuta o contro-resistenza.

La tensione eccentrica o concentrica aumentata del muscolo in questione, scatenerà la comparsa dei sintomi neurologici periferici e la partenza del dolore locale.

Il trattamento della sindrome del piriforme

Il trattamento per la risoluzione della patologia in questione, vede un’approccio dalle numerose variabili, che possono associarsi tra di loro per aumentare la capacità di cura e  la possibilità di stabilizzare per un lungo periodo i benefici ottenuti.

Vediamo insieme le possibilità di interazioni migliorative della patologia:

  • modificare lo stile di vita
  • evitare alcuni tipi di attività fisiche e di sport
  • riposo frequente nell’arco della giornata
  • evitare posture sedute per troppo tempo
  • allungamento ed elasticizzazione del muscolo piriforme
  • riduzione delle tensioni e delle contratture muscolari
  • allungamento e mobilizzazione dei canali contenenti il passaggio dei nervi periferici nei loro punti di maggior restrizione
  • modificazione e correzione delle posture vertebrali e del bacino
  • recupero della mobilità delle anche e del loro equilibrio statico/dinamico rispetto al bacino stesso
  • utilizzo di antinfiammatori non steroidei
  • utilizzo di cortisone
  • utilizzo della tossina botulinica per ridurre la rigidità muscolare e la causa/effetto della compressione nervosa.

sindrome del piriforme 04La sindrome del piriforme non è una patologia grave, ma può essere molto fastidiosa a livello sintomatologico e invalidante nelle attività di vita quotidiane.

La sua coralità di sintomi può portare a creare confusione nella formulazione della diagnosi, inducendo il professionista sanitario in errore, generando confusione tanto nella ricerca delle cause, quanto nel mettere appunto la terapia ideale per risolvere i problemi del paziente.

Adesso che conosciamo bene la sindrome del piriforme possiamo essere più attenti alla sua manifestazione e bloccarne sul nascere l’evoluzione, per garantirci uno stato di buona salute in ogni condizione.

La salute passa attraverso la conoscenza e con l’articolo di oggi, abbiamo la possibilità di aggiungere un tassello al nostro benessere.

Lombosciatalgia

La lombosciatalgia è un’ affezione dolorosa che prende il nervo sciatico causando una nevrite che si irradia sul territorio specifico dell’arto inferiore.

Lombosciatalgia_01Il nervo sciatico è un nervo formato da varie radici nervose del midollo spinale, più precisamente dalla cauda equina e fuoriescono dalla colonna vertebrale tramite i forami di coniugazione.

I forami di coniugazione si creano dall’unione di due vertebre creando uno spazio dove il nervo può passare per poi dislocarsi lungo il corpo umano.

Lo sciatico è formato da ben 5 radici nervose L4-5-S1-2-3, dove L ed S stanno ad indicare i segmenti lombari e sacrali, pertanto 2 radici escono dalla zona lombare e 3 dalla zona sacrale.

Ogni radice ha un territorio specifico dove porterà sensibilità e motricità, partendo dalla zona lombare o sacrale, passando per la zona glutea, scendendo sulla coscia e sulla gamba, fino ad arrivare al piede.

Un attacco acuto sciatalgico può essere molto doloroso manifestandosi con alterazioni della sensibilità, riduzione della forza specifica e alterazione dei riflessi osteo-tendinei, inoltre può causare una difesa antalgica portando la colonna e l’arto inferiore a creare degli schemi di compensi totalmente alterati, che assoceranno uno stato di contrattura resistente alla risoluzione autonoma.

Lombosciatalgia_01Come ho già accennato prima, il territorio di sviluppo patologico è esteso e ben distinto, ma spesso viene confuso nella diagnosi, con patologie di tipo vertebrale che danno una manifestazione similare ma che si estendono con un irradiazione molto più breve, colpendo ad esempio solamente il gluteo o la coscia spesso nella porzione posteriore.

In questo caso diventa sbagliato parlare di sciatalgia e le cure che verranno applicate nel piano terapeutico sciatalgico potranno risultare inefficaci.

Diventa fondamentale essere precisi nel diagnosticare la sciatalgia vera e ancora più importante capire quale sia la radice coinvolta e la causa che la innesca.

Vediamo di capire quali siano le possibili cause della lombosciatalgia.

Lombosciatalgia_03Comunemente si associa questa patologia ad un’ernia discale, nel momento in cui il nucleo erniato va a comprimere la radice nervosa inducendone un’irritazione e un’ infiammazione.

Sarebbe però riduttivo accusare l’ernia del disco come unico evento scatenante e allora vediamo di fare chiarezza su ogni possibile causa:

  • schiacciamento vertebrale con riduzione di altezza dei forami di coniugazione
  • chiusura dei forami di coniugazione dato da un’inclinazione atipica del segmento vertebrale
  • edema con aumento della pressione all’interno del forame di coniugazione
  • Lombosciatalgia_04ipossia o anossia per riduzione della portata arteriosa inerente alla radice nervosa
  • osteofita canalare, ovvero un’escrescenza ossea a livello articolare che si espande verso la radice nervosa irritandola
  • batterico o virale

Omettiamo tutte le cause traumatiche fratturative o tumorali perché meriterebbero un articolo a se spiegandone la complessità.

Le cause sopra elencate possono essere cumulabili in discali, meccaniche, vascolari e infettivobatteriche; sono tutte diverse tra di loro ma danno come risultato finale la stessa sintomatologia dolorosa e di impotenza funzionale.

Lombosciatalgia_05È chiaro che a seconda della categoria della causa scatenante, sarà diverso il piano terapeutico e il tempo di recupero per tornare ad uno stato di salute effettivo ed efficiente.

Capite da voi quanto sia importante essere precisi nella diagnosi.

Sbagliare diagnosi potrebbe mettere in ulteriore difficoltà il paziente che vive l’affezione patologica.

E allora come si fa ad essere precisi nel dare il giusto nome e cognome al fattore scatenante la lombosciatalgia?

Si inizia come sempre con una raccolta dati e quindi un’anamnesi, che vada a centrare i sintomi del paziente rispetto a quello che potrebbero causarli, si indaga ogni possibile perturbazione presente e passata che possano aver influenzato lo stato di salute del soggetto e non per ultimo si cercano di escludere le possibili diagnosi differenziali che per similitudine sintomatologica ci potrebbero portare fuori strada.

Lombosciatalgia_06Nell’utilizzo della diagnostica per immagini o di quella strumentale, è fondamentale l’utilizzo di RM lombo-sacrale, per studiare lo stato anatomico delle strutture discali e radicolari, sia nel passaggio del canale midollare e sia in quello del forame di coniugazione.

Nel caso di alterazioni osteoarticolari, che possano essere di tipo osteofitico, da alterazione morfologica della vertebra, oppure da stenosi dura, l’esame più appropriato risulta essere la TC che ha la capacità di studiare in maniera eccellente il tessuto osseo e calcifico nei sui più intimi particolari.

In caso di infezioni come fonte della sciatalgia, può essere necessario ricorrere ad esami di laboratorio per studiarne la presenza nel sangue.

In circostanze sciatalgiche tanto acute quanto croniche, con importanti manifestazioni motorie, può essere necessario lo studio della conduzione nervosa rispetto alla placca motrice e quindi lo stato di salute del nervo stesso e la sua efficienza, utilizzando l’esame elettromiografico; non è raro riscontrarne una sofferenza o addirittura una denervazione.

La sciatalgia può regredire in maniera totale e le strade da percorrere sono molteplici:

La farmacologia vede l’impegno di antinfiammatori non steroidei o cortisonici, sia in maniera singola e sia associati a miorilassanti, in maniera da ottenere tanto la riduzione dell’infiammazione quanto del tono muscolare e delle contratture antalgiche.

Si possono utilizzare anche farmaci antidolorifici nel caso il dolore sia talmente acuto da non riuscire a rompere il ciclo di rinforzo dell’ipertono locale muscolare.

L’ozono terapia applicata localmente, può ridurre la componete infiammatoria in maniera naturale, andando a riequilibrare il PH perturbato dal processo infiammatorio e attenuando la sintomatologia.

La fisioterapia gioca un ruolo fondamentale nella riduzione del dolore e nella mobilizzazione del nervo nei suoi punti critici di passaggio, mobilizzandolo e ricercando lo spazio di scorrimento adeguato per alleviarne l’ irritazione .

Ha la capacità di drenare il tessuto vascolare venoso, nel caso sia lui il responsabile dell’aumento della pressione nella zona del passaggio del forame di coniugazione.

Riduce lo stato di tensione muscolare e risolve le contratture muscolari.

Riequilibra le catene muscolari cercando la migliore sinergia tra gruppi anteriori e posteriori riportandole ad un rapporto di sinergia.

Lombosciatalgia_08L’osteopatia mette in libertà le strutture articolari bloccate, liberando i forami di coniugazione da restrizioni che, se mantenute, avrebbero solamente rinforzato lo stato patologico.

Toglie trazione alla radice nervosa agendo sulla mobilizzazione del tubo neurale.

Diminuisce le zone di tensione addominale agendo sulle pressioni e sulle aree muscolari inerenti.

Influenza il tessuto connettivo di sostegno del nervo sciatico lungo tutto il suo percorso, disimbrigliandolo e dandogli modo di poter lavorare senza resistenze.

Migliora il drenaggio dei cataboliti infiammatori, agendo sul sistema viscerale, in particolar modo sugli organi emuntori per espellerne le tossine.

Lombosciatalgia_09Nel caso la sciatalgia di natura discale erniaria, resistente ad ogni tipo di trattamento per grandezza o posizione, si può intervenire con la chirurgia eliminando il tessuto che comprime la radice nervosa, ripulendo la zona da eventuali aderenze create dal nucleo discale espulso, decongestionando la radice nervosa.

Va ricordato che un intervento chirurgico di ernia del disco, elimina la causa ma non modifica lo stato degenerativo in essere del segmento vertebrale, pertanto sarà necessario prendersi cura della propria colonna in maniera costante con esercizi mirati, fisioterapia e osteopatia preventiva.

Vogliamoci bene, prendiamoci cura della nostra schiena!