Il dito a martello nel piede
Il dito a martello nel piede è un disturbo a carico dell’articolazione interfalangea distale, la quale si deforma assumendo un atteggiamento di flessione che, rispetto all’insieme dei segmenti falangei, crea una forma a z, radiograficamente apprezzabile.
Anatomia del dito a martello nel piede
Generalmente tale deformazione interessa maggiormente il 2°, il 3°, il 4° dito e può manifestarsi come dimorfismo singolo o associato ad una valgizzazione dell’alluce e/o ad un piattiamo dell’arco interno del piede, che porta alla predisposizione dell’ accavallamento del dito a martello sulle falangi contigue.
Le cause
La causa che sviluppa un dito a martello è da ricercare nella perdita di funzione del tendine estensore, il quale per un evento traumatico, per una lesione, per uno stiramento o per un disallineamento rispetto all’asse articolare, smette di funzionare correttamente, favorendo il comparto dei muscoli flessori falangei nel piegare il dito e mantenendo questa posizione in maniera stabile.
L’eccessiva lunghezza del dito può essere un’ulteriore causa di dimorfismo, nel momento in cui il piede è costretto, per causa di forza maggiore, a vivere buona parte della giornata nella scarpa.
In questo caso la calzatura stretta porta le articolazioni interfalangee a recuperare spazio attraverso la triplice flessione, con partenza dalla metatarso-falangea.
L’artrite reumatoide è una delle patologie associate, che può creare deformità a martello, secondariamente alla degenerazione articolare e alla sua conseguente deformazione.
Il piede cavo è una condizione frequente di predisposizione allo sviluppo del dito a martello, mentre il piattiamo della volta plantare interna, può portare ad un possibile accavallamento del dito rispetto alle falangi contigue.
L’utilizzo di calzature dalla punta stretta, rigide e con un tacco pronunciato oltre il dovuto, non sono assolutamente comode per la corretta postura del piede e possono favorire la predisposizione alla deformità del piede.
Sono presenti anche dei pazienti dove lo sviluppo del dito a martello si manifesta senza causa apparente (forma idiopatica), ma generalmente associata ad una predisposizione alla lassista capsulo-legamentosa, che non collabora nel mantenimento dell’asse articolare, rispetto alle leve tendinee.
Nella condizione ortopedica che stiamo oggi descrivendo, l’estensione del dito risulterà impossibile in maniera attiva e con il passare del tempo si mostrerà sempre più rigido anche nel tentativo di un’estensione passiva.
Una problematica frequentemente comune nel dito a martello del piede, è lo sviluppo di dolore, callosità e nei casi più esasperati, di ulcerazione, per il conflitto e l’attrito dell’articolazione interfalangea distale con la scarpa chiusa.
Non è raro che il paziente lamenti una metatarsalgia sul segmento del dito a martello, per il cambio di angolazione che inevitabilmente si presenta nell’asse osteo-articolare del dito in questione.
La diagnosi del dito a martello nel piede
La diagnosi del dito a martello e semplice perché evidente nella sua manifestazione, pertanto sarà sufficiente una visita specialistica con un attento esame obiettivo, supportato da una radiografia che dia l’immagine dello stato di salute articolare interfalangea e lo stato anatomico in essere del piede nella sua globalità.
Può essere molto utile richiedere uno studio baropodometrico statico e dinamico, per valutare l’appoggio del piede nelle diverse condizioni e capire se ci possano essere delle alterazioni sugli archi plantari, che predispongano ad un’evoluzione del cattivo posizionamento del dito.
Il trattamento
Il trattamento del dito a martello parte dalla gestione del piede nella quotidianità, utilizzando delle scarpe comode, morbide nella loro struttura e dalla pianta larga.
Nei casi in cui le volte plantari siano alterate, sarà proficuo utilizzare dei plantari che possano compensarle, rialzandole o scaricandole, in maniera da non sovraccaricare le teste metatarsali e le falangi, sia nella loro porzione articolare, che nelle sinergie muscolo-tendinee.
La fisioterapia incentrata al riequilibrio del piede rispetto all’intero arto inferiore, rispetto al bacino e a alla relazione vertebrale, associata ad una mobilizzazione automa, sarà utile e necessaria, per evitare lo sviluppo di rigidità articolari e deformazioni articolari maggiori.
Nei casi in cui nessuna terapia sia in grado di alleviare il dolore del paziente e di recuperare una sufficiente autonomia deambulatoria e di appoggio, si potrà procedere con la strada dell’intervento chirurgico, volto a raddrizzare il dito a martello.
Ovviamente nel periodo a seguire l’intervento chirurgico, sarà necessario procedere ad un recupero riabilitativo delle funzioni, evitando che si possano sviluppare delle rigidità post operatorie.
Non ultimo nella gestione del dito a martello, sarà necessario curare e guarire eventuali lesioni cutanee, qualora si dovessero manifestare.
Il dito a martello non può essere considerato una patologia, ma il suo dimorfismo articolare e tendineo, può risultare fastidioso, se non addirittura invalidante, nelle più banali attività deambulatorie e nell’equilibrio dell’appoggio bipodalico del paziente.
La salute passa attraverso la conoscenza e con l’articolo di oggi abbiamo la possibilità di aggiungere un tassello al nostro benessere.