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Miastenia gravis – Grave debolezza

Oggi parliamo di Miastenia gravis (Debolezza grave). Vediamo cos’è, come si manifesta e come si gestisce.

Cos’è la Miastenia gravis?

La miastenia gravis è una malattia autoimmunitaria cronica, caratterizzata dalla manifestazione di debolezza ed eccessiva affaticabilità muscolare.

La fatica e la debolezza muscolare si presentano repentinamente in seguito a sforzi muscolari alle volte anche di minima entità.

La debolezza si esacerba in maniera esponenziale nel momento in cui si utilizzano ripetutamente uno o più gruppi muscolari.

Insieme all’affaticabilità e alla debolezza muscolare, il paziente riscontra anche la perdita del tono muscolare in maniera vistosa e con una certa rapidità.

Miastenia gravisQuesta malattia può presentarsi in una forma localizzata oppure generalizzata.

Nel primo caso si ha l’interessamento di pochi muscoli specifici di un determinato distretto, mentre nel secondo caso vengono coinvolti più catene muscolari, di distretti diversi, come l’arto superiore, l’arto inferiore, la colonna vertebrale, i cingoli pelvici e scapolari, fino ad arrivare alla muscolatura toracica respiratoria.

Come dicevamo inizialmente è una malattia autoimmunitaria, dove il tilt del sistema immunitario, compromette la normale trasmissione dei segnali contrattili, nel passaggio che va dal nervo alla placca motrice del muscolo, rendendone inefficace il segnale neurologico di attivazione contrattile.

Come si manifesta?

La miastenia gravis può insorgere in maniera spontanea o associarsi all’eventuale presenza di patologie in essere quali:

  • malattie demielinizzanti del sistema nervoso
  • diabete di tipo 1
  • artrite reumatoide
  • lupus eritematoso
  • disfunzioni tiroidee
  • tiroidite di Hashimoto
  • malattia di Graves

La miastenia gravis generalmente ha un decorso intermittente, dove si hanno dei momenti di manifestazione e peggioramento dei sintomi, alternati con periodi silenti e di remissione momentanea.

La malattia può insorgere in maniera improvvisa.

Sono rari i casi in cui la patologia guarisce spontaneamente, pertanto tende ad accompagnare il paziente per tutta la vita, ma le cure ad oggi presenti ed un adeguato stile di vita, permette di gestire la miastenia in maniera soddisfacente.

I sintomi della Miastenia gravis

Miastenia gravisLa sintomatologia ha dei livelli di partenza differenti che possono presentarsi su uno o più fronti.

Generalmente si manifesta una ptosi palpebrale, quindi un abbassamento della palpebra, spesso associata ad una diplopia (una visione doppia dell’immagine).

Non è raro accusare dei malfunzionamenti nella fonazione e nella deglutizione.

A seguire il paziente manifesta disturbi su uno o più distretti muscolari dei segmenti periferici, per arrivare, come accennavamo già in precedenza, all’interessamento dei muscoli della colonna, della gabbia toracica e dei muscoli respiratori di relazione, causandone delle disfunzioni più o meno gravi nella meccanica respiratoria, inficiandone la funzione.

I sintomi peggiorano dopo uno sforzo ripetuto e nei casi più gravi anche dopo l’utilizzo ripetuto dei muscoli interessati dalla malattia.

Spesso i sintomi si manifestano in maniera intermittente con un andamento irregolare che varia da uno stato di malessere ad uno di remissione parziale.

Ma quali sono le cause che sviluppano questa malattia?

Miastenia gravisCome accennavamo all’inizio dell’articolo, viene innescata da un disturbo del sistema immunitario, dove la sua iperattività produce anticorpi anomali, che erroneamente attaccano i recettori dell’acetilcolina, inattivandoli e diminuendone quindi il numero degli stessi recettori liberi nel tessuto muscolare.

Il tutto si traduce in una riduzione della sensibilità muscolare alla stimolazione neurologica attivatoria.

Più si innalzano i livelli di anticorpi specifici di questa malattia e più si ridurrà l’efficienza della trasmissione tra il nervo, la placca motrice e il muscolo, diminuendone sia la funzione che il tono muscolare stesso.

Il tutto chiaramente peggiora quanto più sarà l’impegno muscolare richiesto in rapporto ai recettori che servirebbero per soddisfare tale necessità.

Il perché la malattia abbia un rapporto patologico primario con il proprio sistema immunitario ancora non è ben chiaro, ma in alcuni casi si è notato il coinvolgimento del timo (ghiandola che svolge un ruolo importante nello sviluppo del sistema immunitario), il quale mostra un ingrossamento o un alterazione patologica, che viene associata alla produzione anomala di anticorpi contro i recettori dell’acetilcolina.

La diagnosi

EsamiPer procedere con la diagnosi, come sempre la raccolta dei dati anamnestici ed un attento esame obiettivo, permetteranno di avere una prima indicazione sulla presenza della miastenia gravis, ma la diagnosi effettiva non è sempre semplice da effettuare, perché può essere confusa con altri disturbi neurologici appartenenti ad altre categorie patologiche, pertanto sarà necessario avvalersi di indagini di laboratorio ematochimici generici e specifici, per valutare i valori glicemici, i fattori ormonali, lo stato di funzionamento immunitario e capaci di individuare la presenza di anticorpi specifici anti recettori dell’acetilcolina e anticorpi specifici contro i recettori chinassi muscolo-specifici.

Può essere molto utile supportare le indagini di laboratorio con esami eletromiografici ed elettroneurografici, per valutare la conduzione nervosa rispetto alla placca motrice e la conduzione del segnale neurologico del nero stesso.

Potrebbe essere buona norma fare uno studio anatomico anche del timo e della tiroide per escludere danni anatomo-funzionali di queste ghiandole, le quali possono interferire con il corretto funzionamento del sistema immunitario.

Quasi sempre viene eseguita una RM encefalo e vertebrale per escludere la presenza di patologie del sistema nervoso cerebrale e midollare, aiutando nella ricerca di eventuali diagnosi secondarie di relazione.

Sempre a scopo diagnostico, non è raro utilizzare la somministrazione di cloruro edofronio, il quale bloccando l’enzima che scompone l’aceticolina a livello della giunzione neuromuscolare, dà al paziente un improvviso e temporaneo miglioramento dei sintomi, confermando la diagnosi di miastenia gravis.

Il trattamento della Miastenia gravis

Trattamento farmacologioNell’approccio terapeutico va detto che non esiste una cura specifica e mirata per la miastenia gravis, ma la strada utilizzata per la gestione della patologia è ben delineata, puntando ad attenuare la risposta del sistema immunitario, con lo scopo di diminuire la presenza di anticorpi specifici anti recettori dell’acetilcolina, utilizzando degli immunosoppressori.

Anche l’utilizzo del cortisone, per merito del suo effetto immunodepressivo, riesce a dare un aiuto per diminuire gli autoanticorpi incriminati.

Gli inibitori dell’acetilcolinesterasi, hanno un buon effetto per ristabilire il funzionamento tra il nervo, l’impulso elettrochimico sulla placca motrice e il muscolo interessato.

Sarà anche importante gestire le patologie secondarie che possono essere la concausa della manifestazione della miastenia gravis, curandole a seconda del caso.

Un’altra strada utilizzata nella gestione della sintomatologia è la plasmaferesi, metodica dove il plasma viene separato dal sangue, ripulito degli autoanticorpi incriminati e rinfuso nel paziente.

L’effetto benefico ha una risposta più duratura, che può essere valida per alcune settimane, fino a quando i livelli di anticorpi specifici anti recettori dell’acetilcolina, risalgono ad una soglia non più tollerata.

Si è constatato che in una parte dei pazienti, l’asportazione chirurgica del timo, riduce la produzione degli anticorpi responsabili della malattia, pertanto nei pazienti che possono affrontare questo intervento, può essere una strategia terapeutica.

StanchezzaOltre alle terapie di cui abbiamo parlato, sarà importante modificare lo stile di vita, riducendo lo sforzo fisico e stabilendo delle pause di riposo adeguate al recupero dello sforzo muscolare, nelle attività di vita quotidiane.

La fisioterapia può essere utile per mantenere attive le articolazioni ed evitare le anchilosi, così come può dare un contributo nello scarico delle compressioni vertebrali e dei cingoli, non più sostenuti da un tono muscolare adeguato.

La miastenia gravis è una patologia importante, che mina in maniera profonda lo stato di salute del paziente, ma fortunatamente la corretta diagnosi ed un piano terapeutico adeguato, può aiutare il paziente a gestire la malattia in maniera efficiente e soddisfacente, mantenendo una qualità adeguata, nell’affrontare le attività di vita quotidiane e con essa un’autosufficienza.

La salute passa attraverso la conoscenza e con l’articolo di oggi abbiamo la possibilità di aggiungere un tassello al nostro benessere.

Fibromialgia

Il termine “fibromialgia” trae origine da dolore (algos) proveniente dai muscoli (myo) e dai tessuti fibrosi (fibro), come tendini e legamenti.

Cos’è la Fibromialgia e come si presenta?

Si presenta con un insieme di più sintomi indipendenti ma in relazione tra di loro:

  • Fibromialgia-1maggiore tensione muscolare di base, che aumenta in maniera esponenziale nel momento della sua attivazione contrattile
  • riduzione o perdita di forza
  • dolore cronico muscolare, tendinineo e legamentoso che si manifesta in maniera diffusa e migrante
  • crampi notturni e fascicolazioni
  • disturbi dell’articolazione temporo mandibolare (ATM)
  • acufeni
  • alterazione della sensibilità recettiva e percettiva
  • disturbi dell’equilibrio
  • parestesie con alterazioni della sensibilità cutanea, formicolio, prurito, bruciore, fitte
  • percezione alterata del caldo, freddo, umido (si può diventare sensibili al cambiamento metereologico)
  • ipersensibilità visiva, olfattiva, acustica
  • rigidità, soprattutto mattutina
  • cefalea
  • stanchezza
  • disturbi del sonno, insonnia
  • disturbi cognitivi
  • stato confusionale con difficoltà di concentrazione
  • disturbi di ansia
  • disturbi depressivi
  • attacchi di panico
  • disfunzioni gastrointestinali
  • cistite interstiziale

Fibromialgia-2aIl dolore di tipo cronico, migrante in varie zone del corpo, ha la caratteristica di esser resistente agli antinfiammatori, ovvero la sintomatologia può anche sensibilmente diminuire ma non sparire, ne al momento, ne in maniera definitiva.

Può variare da leggero indolenzimento a forte dolore acuto.

E’ localizzato nei nei tender points (una mappa di punti specifica, attivata dalla digitopressione)

La fibromialgia va individuata con grande maestria.

Le indagini diagnostiche e di laboratorio non sono sufficientemente utili perché in realtà le alterazione che possono mostrare non sono ricollegabili alla fibromialgia stessa.

La raccolta di dati anamnestici, la palpazione di punti sensibili, l’esame obiettivo e la diagnosi differenziale su una rosa di patologia associate, sono la chiave per poter stabilire la presenza della sindrome fibromialgica.

La causa della fibromialgia non è stata riconosciuta come certa ne è stata ben definita, ma sono stati evidenziati diversi fattori, di varia natura, che possono innescarla:

  • modificazione di tipo ipossico, causa diretta di un cambiamento anatomico
  • un alterato funzionamento del sistema nervoso autonomo (S.N.A.) in particolar modo della componente ortosimpatica
  • alterazione dei neurotrasmettitori (serotonina e noradrenalina sono i principali coinvolti) dove anche qui il S.N.A. gioca un ruolo dominante nel controllo della contrazione muscolare, sudorazione, vasodilatazione / vasocostrizione, deficit di irrorazione sanguigna a livello muscolare, insorgenza del dolore, rinforzo del dolore, tensione, astenia, aumento della percezione agli stimoli
  • eventi traumatici sia organici che psichici
  • presenza di neuropatie e più in generale di patologie organiche sistemiche
  • attivazione del sistema autoimmunitario dopo infezioni batteriche
  • spasmofilia (stanchezza con spasmi)
  • le neuropatie che portano ad un’alterazione della membrana assonale dei nervi periferici
  • alterazioni dei canali ionici, con il coinvolgimento disfunzionale dei canali sodio-potassio-calcio, che causano problemi di cattiva attivazione sia della parte neurologica che di quella muscolare
  •  familiarità nello sviluppo della fibromialgia

Le cause scatenanti

Fibromialgia-3Tra le cause scatenati della fibromialgia ci sono i sintomi stessi, ovvero, avendo una schiera di concause cosi vasta, potranno essere le stesse situazioni a portare l’attivazione della sindrome con il presentarsi dello stesso sintomo scatenante, correlato in aggiunta a molti degli altri indicati precedentemente.

Fibromialgia-4Individuiamo come possibili micce di innesco fibromialgico tutte quelle condizioni come: stress, alimentazione, stanchezza e affaticamento, dolore ti tipo neuropatico, contratture e spasmi associati a rigidità, perdita del normale ritmo sonno veglia, disturbi cognitivi momentanei.

La fatica peggiora sicuramente i sintomi.

In definitiva tutte quelle situazioni che fanno perdere o diminuire un delicato equilibrio multi fattoriale, possono essere lo starter della fibromialgia che trova la scusa per liberarsi nelle sue molteplici manifestazioni.

Fibromialgia-5La fibromialgia pertanto può essere facilmente associata a molte altre patologie che abbracciano diversi campi: reumatologico, immunitario, neurologico, ortopedico, dismetabolico.

Per meglio inquadrarla viene divisa in 4 macro categorie:

  1. non associata a condizioni psichiatriche
  2. associata a condizioni psichiatriche
  3. associata a depressione maggiore
  4. somatizzazione

Fibromialgia-6Ricordo che le problematiche psichiatriche o psicologiche non sono i fattori scatenati della fibromialgia ma possono essere delle condizioni che influenzano l’evoluzione della sindrome stessa e il suo perdurare.
Pertanto si fa attenzione alle manifestazioni parallele nel campo PSICONEUROENDOCRINOIMMUNOLOGICO (PNEI) e i loro effetti sul comportamento

I pazienti fibromialgici possono sviluppare disturbi d’ansia più facilmente.

Per fare diagnosi, la raccolta dei dati anamnestici è fondamentale.

Riuscire a fare un quadro informativo capace di trovare i vari punti comuni con la sindrome, vuol dire mettersi sulla strada giusta per definire il problema.

L’esame obiettivo mira alla palpazione di una mappa ben organizzata e strutturata di 18 punti chiave (TENDER POINTS), ognuno di essi considera sia l’ emilato destro che sinistro.

Fibromialgia-7

Mappa tender points fibromialgia

Di questi 18 punti almeno 11 devono risultare positivi alla dolorabilità nella palpazione e devono anche essere in rapporto con il resto delle concomitanze di comorbilità (coesistenza di più patologie diverse nello stesso individuo ma indipendenti una dall’altra, oppure riferirsi a a patologie che compaiono secondariamente all’insorgenza di una patologia di fondo).

Nella valutazione dei tender points va considerato il parametro miologico, lo stato di spasmo e di tensione provocato e il parametro dolorometrico, l’intensità del dolore provocato.

Il parametro miologico può essere considerato nella sua positività anche per una ischemia transitoria compressiva o per una iperpnea ottenuta modificando la respirazione profonda polmonare.

Nella valutazione vanno escluse la presenza di patologie di diverso ambito, con sintomi uguali o simili, che possano far confondere la fibromialgia con un’altra patologia (diagnosi differenziale).

Nella diagnosi differenziale la sintomatologia multifattoriale va distinta da una serie di patologie diverse per natura: ortopediche, neurologiche, reumatologiche, autoimmunitarie, ormonali, psichiche, psichiatriche, infettive.

Per arrivare ad una diagnosi concreta di fibromialgia l’esame obbiettivo diventa fondamentale, così come può essere di grande aiuto anche lo studio delle indagini di laboratorio che escluderanno in parte i ceppi delle patologie sopra indicate.

Le analisi di laboratorio spesso trovano un riscontro alterato di più fattori: diminuzione della serotonina, diminuzione di un amminoacido della famiglia del tripofano e diminuzione della melatonina, così come si riscontra un aumento della sostanza P.

Fibromialgia-8Nella gestione dei pazienti fibromialgici si è visto che l’attività fisica ha comunque la sua importanza, va assolutamente evitata la rigidità e i disequilibri posturali, per non sovraccaricare le articolazioni e le catene muscolari inerenti.

Allo stesso tempo va scongiurato l’affaticamento e l’attività prolungata, ovvero sono necessarie pause di recupero ad personam.

La muscolatura, le capsule articolari e i compartimenti legamentosi di sostegno devono essere sempre elastici e la postura ben corretta, per non predisporre i tessuti molli ad un eccesso di tensione al momento dell’ attacco acuto.

Fibromialgia-9Deve diventare una sana abitudine quella di dormire le giuste ore di sonno senza mai andarne in debito.

Alle volte la melatonina può essere un buon rimedio lì dove il fisico ne risulti meno provvisto e dove ci sia un alterazione del ciclo sonno veglia.

Anche le tecniche di rilassamento hanno il loro vantaggio e possono diminuire la situazione di burnout a cui il fisico va incontro.

Fibromialgia-10La gestione del lavoro quotidiano deve prevedere la possibilità di avere delle pause o di cambiare i compiti, passando da più pesanti a più leggeri, per non stressare eccessivamente le risorse della persona.

Fibromialgia-11L’alimentazione dovrebbe evitare quei cibi corresponsabili di un’infiammazione basale, fattore di stress che benché minimo potrebbe innescare la scintilla della fibromialgia.

Gli integratori alimentari possono essere un supporto ma non una cura.

A livello farmacologico gli antinfiammatori non steroidei non hanno mostrato grossa efficacia mentre sicuramente meglio vanno i miorilassanti.

Gli antidepressivi hanno il loro effetto li dove si evidenziano carenze di serotonina alle analisi di laboratorio.

L’utilizzo medico della cannabis ha portato giovamenti nella gestione della fibromialgia per merito dei molti fattori su cui agisce.

In conclusione posso dire che la fibromialgia non è una patologia degenerativa, i suoi sintomi variano per zona e per interesse di organo, il paziente può arrivare alla rigidità e al dolore cronico.

I fattori di comorbilità sono tanti e se da un lato rendono difficile fare una diagnosi certa, d all’altro permettono il vantaggio di impostare un approccio multidisciplinare.

La fibromialgia si può affrontare e gestire in maniera efficace ed efficiente per evitare che i suoi sintomi diventino deleteri per le autonomie quotidiane della persona.