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Gli otoliti e le vertigini posizionali parossistiche benigne

Parliamo oggi di otoliti e vertigini posizionali parossistiche.

Otoliti 01Cosa sono gli otoliti?

Gli otoliti possono essere immaginati come dei piccoli sassolini formati da carbonato e ossalto di calcio, sono dei cristalli precipitati attorno ad un nucleo, si collocano nell’orecchio interno e hanno un ricambio biologico periodico.

Nell’orecchio interno sono immersi in una sostanza gelatinosa che viene chiamata membrana otolica, la quale a sua volta è in rapporto con la zona sensoriale (macula acustica) dell’otricolo e del sacculo.


La macula acustica ha delle estroflessioni a forma di ciglia, che prendono rapporti con la membrana otolitica, ovvero con una sostanza gelatinosa dove sono immersi gli otoliti; ha il compito di percepire le accelerazioni lineari verticali, orizzontali e la forza di gravità, dando costantemente il senso di posizione della testa nei piani dello spazio.

Gli otoliti, grazie al proprio peso specifico, imprimono il loro spostamento compressivo e di stiramento alla membrana otolitica, trasmettendolo alle ciglia della macula acustica ogni qual volta si inizi un movimento dinamico o di posizionamento.

Quindi possiamo affermare che gli otoliti sono in gran parte responsabili della trasmissione-reazione del movimento, della direzione e dell’equilibrio.

Il nervo vestibolare è deputato a raccogliere queste informazioni per trasmetterle al cervello, che elaborerà gli spostamenti del corpo, dando il senso statico e di equilibrio nei movimento antero-posteriori (orizzontali) di competenza dell’utricolo e infero-superiori (verticali) di competenza del sacculo.

Sistema VestibolareNel sistema vestibolare dell’orecchio interno non va dimenticata la presenza dei canali semicircolari.

Questi canali quali hanno il compito di recepire le accelerazioni angolari tra cui le rotazioni della testa, stimolando la membrana gelatinosa (cupola), anch’essa collegata alle cellule capellute in relazione con il nervo vestibolare.

Nell’utricolo, nel sacculo, nei canali semicircolori, in una porzione della coclea, ovvero in buona parte dell’orecchio vestibolare interno, vi è contenuta l’endolinfa.

L’endolinfa è un liquido gelatinoso di fondamentale importanza per coadiuvare i parametri di spostamento della testa e trasmettere tramite le forze direzionali, impulsi neurologici di relazione, captati nei vari piani dello spazio.

Per comprendere meglio, vediamo com’è formato l’orecchio.

OrecchioL’orecchio è diviso in 3 parti:

  • orecchio esterno

Formato dal padiglione auricolare, dal condotto uditivo e dalla membrana timpanica,

ha il compito di raccogliere il suono e trasferirlo alla membrana vibratoria timpanica.

  • orecchio medio

Va dalla membrana timpanica all’orecchio interno e trasferisce le vibrazioni prodotte dal suono tramite 3 ossicini chiamati martello, incudine e staffa.

  • orecchio interno

Si trova nella parte intima del cranio in zona temporale.

Troviamo la coclea deputata alla ricezione degli impulsi sonori e funge da stazione di arrivo e partenza dei messaggi neurologici, che dall’orecchio medio e poi interno, vengono recepiti per poi essere portati al nervo acustico e da lì al cervello, per l’elaborazione e la trasformazione logica dei suoni stessi, riuscendo cosi a convogliarli e a dare loro un senso.

Il vestibolo ha 3 strutture, l’utriculo, il sacculo e i canali semicircolari, i quali per mezzo dell’endolinfa e degli otoliti, sono capaci di dare il senso dell’equilibrio, portando informazioni meccaniche al nervo vestibolare.

Il nervo vestibolare, a sua volta trasmetterà le informazioni neurologiche al sistema nervoso centrale per l’elaborazione, rendendo il corpo capace di attivare le risposte corrette muscolo-scheletriche.

I questo modo, il soggetto è capace di adeguarsi ad ogni stimolo posturale, gravitazionale e dinamico, in un equilibrio ottimale.

OtolitiA quali problematiche gli otoliti, possono andare incontro e che sintomi comportano?

Gli otoliti possono distaccarsi e spostarsi dalla loro abituale posizione.

Ovvero rispetto all’utricolo e al sacculo, infilandosi nei canali semicircolari e stimolando in maniera erronea la membrana gelatinosa, attivando i ricettori degli spostamenti angolari, inviando messaggi elaborati dal cervello, che in realtà non si avverano.

Dando così un senso di rotazione che provoca in maniera consequenziale delle vertigini, chiamate vertigini posizionali parossistiche benigne, in gergo dette anche vertigini da distacco di otoliti.

La vertigine parossistica benigna può essere nominata in maniera specifica cupololitiasi, nel momento in cui gli otoliti si posizionano nella cupola, oppure canalolitiasi quando gli otoliti sono liberi nell’endolinfa.

Il senso di rotazione può avvenire sia in moto orario che antiorario, la crisi vertiginosa è violenta, improvvisa e si manifesta nei cambi di postura, dalla posizione sdraiata alla posizione seduta, alla posizione eretta e viceversa.

Anche il minimo spostamento della testa, dalla parte del labirinto interessato, può innescare le vertigini.

La durata della vertigine è variabile da alcuni secondi ad alcuni minuti ed essendo di tipo meccanica, è innescata dal movimento e dal cambiamento di posizione della testa.

Spesso insieme alle vertigini si manifestano dei sintomi associati, diversi tra di loro ma collegati, che aiutano il professionista sanitario ad inquadrare lo stato di salute del paziente, conducendolo alla diagnosi di vertigine da distacco degli otoliti.

La sintomatologia

Sintomi otolitiI sintomi associati sono:

  • nausea
  • tachicardia
  • nistagmo, ovvero un movimento involontario dei bulbi oculari
  • perdita dell’equilibrio
  • difficoltà nella messa a fuoco oculare
  • stato di confusione
  • ansia
  • depressione.

Raramente si associano disturbi dell’udito come l’ipoacusia o gli acufeni.

La vertigine parossistica benigna tende a regredire spontaneamente, però nel soggetto che la manifesta può ripresentarsi più volte nell’arco della propria vita.

Le cause

Le cause che posso scatenare il distacco e la migrazione degli otoliti, sono riconducibili a situazioni di varia natura:

  • eventi traumatici alla testa
  • infezioni batteriche o virali dell’orecchio e/o dell’osso che lo ospita es: otiti, mastoiditi etc.
  • interventi chirurgici locali
  • allettamento per un lungo periodo
  • idrope dell’orecchio con accumulo dell’endolinfa e circolazione anomala della stessa.

Come si arriva la diagnosi?

È importante fare una buona raccolta dati nell’affrontare l’anamnesi e appuntare tutti i segni e sintomi che il paziente riferisce, cercando di escludere le patologie secondarie come ad esempio il neurinoma del nervo acustico.

Visita otorinoLa visita con l’otorino è fondamentale per valutare lo stato di funzionalità e anatomico dell’orecchio.

In caso ci sia la necessità di indagini diagnostiche, viene maggiormente favorita la Rm.

Nella diagnosi viene molto utilizzata la manovra di dix-hallpike, capace di evocare la vertigine parossistica benigna, tramite un cambio di postura del copro e della testa del paziente, con movimenti precisi nell’esecuzione.

La positività di questo test da un forte indirizzo alla diagnosi di vertigine da distacco degli otoliti.

La terapia per liberare gli otoliti

Manovra otolitiIl trattamento d’elezione è l’effetto di una manovra per liberare gli otoliti (manovra di Epley) e riposizionarli in rapporto con l’otricolo e il sacculo.

Possono essere utilizzati dei farmaci antivertiginosi che  hanno il compito di diminuire la recettività e la trasmissione degli impulsi sensoriali vestibolari.

Va detto che queste cure farmacologiche aiutano il sintomo tenendolo a bada, ma non ne curano la causa.

La chirurgia può essere una strada se le manovre di liberazione degli otoliti non dovessero funzionare, ma il tipo di intervento non è semplice e lo si lascia come ultima via.

La rieducazione vestibolare può essere una strada percorribile nel momento in cui gli otoliti non rispondano alla manovra di riposizionamento.

Il paziente potrà tenere sotto controllo la sintomatologia evitando movimenti bruschi e veloci, sia del tronco che della testa.

Gli otoliti sono fondamentali per il benessere del nostro equilibrio corporeo, vivono in un ambiente complesso e delicato, se perdono la loro naturale posizione, creano un disagio vero e profondo.

Adesso che li conosciamo, non dobbiamo farci spaventare perché sappiamo che li possiamo riportare al loro assetto naturale.

La salute passa attraverso la conoscenza e con l’articolo di oggi, abbiamo la possibilità di aggiungere un tassello al nostro benessere.

Vertigini

La vertigine è catalogata come un disturbo dell’equilibrio.

image1Le cause sono molteplici ma grossolanamente le distingueremo in:

  • VERTIGINI CENTRALI (generate da alterazioni del sistema di elaborazione del sistema neurologico centrale, la centralina che analizza ed elabora i dati)
  • VERTIGINI PERIFERICHE (generate da alterazioni dell’orecchio interno, dal sistema visivo, dal sistema propriocettivo, ovvero dal sistema che porta informazioni al sistema nervoso centrale, alterazioni quindi dei sensori che captano variazioni di stato e posizione).

image2L’equilibrio è fondamentale per l’efficienza e la sopravvivenza dell’essere umano e per renderlo ottimale ci sono vari sistemi anatomici che collaborano tra di loro:

  • apparato vestibolare (orecchio interno)
  • sistema visivo
  • sistema propriocettivo
  • 8° nervo cranico responsabile della sensibilità uditiva e percettiva dell’orecchio interno
  • 3°,4°,6° nervo cranico responsabili della motilità dell’occhio nei vari piani o dello spazio
  • cervelletto.

image4Le vertigini vengono anche distinte in:

  • soggettive (se la persona ha una sensazione di rotazione rispetto agli oggetti che ha attorno a se)
  • oggettive (se sono gli oggetti che sembrano ruotino attorno al soggetto) e possono esser associate ad altri sintomi: nausea, sudorazione, acufeni, ipoacusia, mal di testa, sensazione di malessere generale.

 

La sintomatologia vertiginosa periferica ha molte cause (eziologie) diverse tra di loro che possono variare da disturbi infettivi, alterazione del drenaggio e della consistenza del liquido endolinfatico, cattiva vascolarizzazione di tipo arteriosa o venosa spesso a rilevanza cervicale e/o neurovegetativa, sindrome di Menier.

Le vertigini centrali sono collegate a tutto ciò che riporta un cambiamento anatomico patologico, di tipo traumatico, infetttivo, degenerativo, malformativo, espansivo, di una o più parti del sistema nervoso centrale prima nominato, che hanno il compito di elaborare le informazioni inerenti alla gestione dell’individuo sia in posizione statica che dinamica nei vari piani dello spazio.

Entrambe le categorie di vertigini hanno una sintomatologia comune ma che si differenziano per durata, per intensità e per frequenza di manifestazioni.

vertigini_featLe caratteristiche comuni le possiamo racchiudere in varie capitoli:

  • ovviamente alterazione dell’equilibrio,
  • riduzione dell’udito,
  • nistagmo e pertanto visione instabile,
  • sintomatologia neurovegetativa,
  • sintomatologia neurologica,
  • capacità di compenso generale.

Queste situazioni, diverse per tempi e per modi nelle vertigini centrali o periferiche, ci aiuteranno a fare una distinzione e una prima diagnosi tra le due grandi categorie di cui abbiamo parlato, per poi addentrarci con l’ausilio di indagini strumentali e di un team di specialisti nel campo neurologico, otorinolaringoiatrico, osteopatico, vascolare per giungere alla diagnosi primaria.

Come mi piace ricordare, solo con una diagnosi precisa si può applicare una cura concreta per perseguire una strada di miglioramento e di guarigione.