Lussazione della rotula (o patella)

Nell’articolo odierno, vorrei approcciare un argomento di sicuro interesse per molti:la lussazione della rotula (o patella).

Cos’è la lussazione della rotula?

Lussazione della rotula 01La lussazione della rotula è una patologia che può avere origine traumatica o meno e vede la sua dislocazione verso la porzione esterna del ginocchio, posizionandosi nella parte laterale del condilo femorale, invece di rimanere centrato rispetto all’asse della gola intercondiloidea.

La rotula (chiamata anche patella) è un osso alloggiato nella parte anteriore del ginocchio, più precisamente nella gola intercondiloidea, mantenuta in sede da una serie di legamenti, dalla conformazione dei condili femorali stessi, dalle relazioni di aggancio anatomiche rispetto al muscolo quadricipite e all’inserzione tibiale del tendine rotuleo.

Lussazione della rotula 02La patella aiuta la biomeccanica articolare nell’estensione del ginocchio e aumenta notevolmente l’efficienza del muscolo quadricipite.

Come accennavo all’inizio dell’articolo, la lussazione può avvenire per trauma o senza trauma, ovvero con movimenti naturalmente sostenibili in un ginocchio sano o anatomicamente congruo.

Vediamo insieme le differenze.

Lussazione della rotula per trauma:

  • frattura del condilo femorale esterno
  • frattura e distacco della tuberosità tibiale
  • frattura del piatto tibiale con valgizzazione dell’asse femoro-tibiale
  • traumi distorsivi articolari
  • lesione del legamento mediale femoro-rotuleo
  • lesione del retinacolo rotuleo mediale
  • lesione del tendine rotuleo.

Lussazione della rotula 03E’ evidente che in tutti queste condizioni, il trauma e il danno anatomico, la fanno da padrone nel cambiamento anatomico di strutture che vanno ad inificiare la posizione e la fisiologia della rotula.

Lussazione in assenza di trauma:

  • ipoplasia del condilo femorale esterno
  • displasia della rotula
  • ipotonia e/o ipotrofismo della muscolatura quadricipitale
  • disassiamento dell’apparato estensorio
  • lassità legamentosa
  • fattori dismetabolici nella fase di crescita cellulare delle strutture muscolo-tendinee, legamentose, ossee
  • valgismo del ginocchio.

Lussazione della rotula 04Le cause che si presentano nelle forme di lussazione della rotula non traumatiche, generalmente incominciano ad evidenziare i loro effetti patologici nel periodo dell’adolescenza, quando lo sviluppo fisico subisce un’impennata sfavorevole rispetto all’impegno fisico richiesto nelle attività ludico-sportive, con un sovraccarico di stress articolari e muscolari.

Quali sintomi si manifestano nella lussazione di rotula?

Ovviamente saranno diversi se associati o meno a una nozione di trauma.

Nell’evento traumatico, la sintomatologia sarà proporzionata al danno anatomico riportato; fratture, distorsioni, lesioni muscolari, tendinee, legamentose.

Queste causeranno un dolore direttamente proporzionale, con un’infiammazione della zona interessata e delle porzioni limitrofe, associandosi un gonfiore, con o senza edema ed una grave impotenza funzionale articolare/muscolare.

Lussazione della rotula 05Nelle lussazioni congenite di rotule non traumatiche la rotula appare visivamente fuori sede, la conformazione del ginocchio cambia, associandosi un gonfiore locale più o meno abbondante, con possibili versamenti ematici associati.

La rotula risulta dolente anche in condizione di riposo e il dolore viene esacerbato alla palpazione e alla mobilizzazione.

Si riscontra un’impotenza funzionale articolare quasi totale, con una difficoltà evidente nel cercare un’estensione del ginocchio sia in maniera attiva che passiva.

Il paziente ha difficoltà nello stare in piedi mantenendo un appoggio bipodalico equamente distribuito, mentre risulterà quasi del tutto impossibile mantenere la posizione eretta in appoggio monopodalico dal lato della rotula dislocata.

La muscolatura, principalmente quadricipitale, perderà forza e nei giorni a seguire anche tonicità.

Nel caso il paziente non abbia avuto una lussazione ma una sublussazione (ovvero una dislocazione parziale), la rotula potrà tornare spontaneamente al proprio posto e la sintomatologia sopra descritta sarà solo parzialmente presente.

La diagnosi

Lussazione della rotula 06La diagnosi risulta essere abbastanza semplice già all’esame obiettivo, ovvero alla vista dello specialista, che sovrapporrà segni e sintomi riscontrati nel paziente.

Sarà utilissimo raccogliere informazioni sull’evento scatenante la dislocazione patellare, per capire se ci possano essere altri danni associati e in quale compartimento.

  • Necessario sarà il sostegno degli esami diagnostici per immagini:
  • rx
  • rm
  • tc

per valutare la dislocazione rotulea, l’entità del danno, la presenza di lesioni associate ai tessuti molli, l’eventuale concomitanza di fratture e lo stato di conformazione del condilo femorale esterno.

Il trattamento della lussazione della rotula

Il trattamento della lussazione di rotula prevede, ove possibile, un manovra di riposizionamento manuale, per riportare la patella nella posizione corretta, procedendo a seguire, con un’immobilizzazione dell’articolazione tramite bendaggio o tutore e l’utilizzo di ausili quali stampelle, per evitare di poggiare il piede a terra dando un carico eccessivo nel periodo di recupero dei danni tessutali, che si sono verificati nella dislocazione ossea.

Si può riscontrare nel paziente un’instabilità della rotula anche nel periodo post traumatico, che non garantisce nel tempo un’articolazione sicura nei movimenti estremi se non addirittura nelle attività di vita quotidiane, come salire o scendere le scale, fare torsioni su se stessi, oppure nello sforzo muscolare richiesto per i movimenti di accomodamento dell’arto inferiore.

Lussazione della rotula 07In questi casi può rendersi necessario ricorrere alla chirurgia tramite varie metodiche di approccio, con teorie a supporto dell’intervento stesso, che variano a seconda delle strutture che vogliano essere riparate o modificate.

Sia nel caso della correzione manuale della lussazione di rotula, sia nel post intervento chirurgico, sarà necessario ricorrere a trattamenti riabilitativi fisioterapici, che prevedono la riduzione di edemi e del gonfiore, il recupero articolare, il ripristino del tono muscolare, il miglioramento della propriocettività articolare finalizzata alla ricerca dell’ottimale sinergia del ginocchio, sia nella fase statica che dinamica, in relazione all’intero arto inferiore, al compenso adattativo del bacino e della colonna vertebrale.

La lussazione della rotula è un infortunio grave che può compromettere la funzionalità dell’intero arto inferiore, limitando fortemente le autonomie fisiche minime e le attività sportive.

Ci sono vari metodi per risolvere la situazione patologica, stabilizzandone i benefici ottenuti.

E’ importante non perdere tempo ed affidarsi a dei professionisti sanitari, capaci di chiarire il danno articolare, le alterazioni anatomiche che si presentano e stabilire il miglior piano di cura perseguibile per un recupero ottimale.

La salute passa attraverso la conoscenza e con l’articolo di oggi, abbiamo la possibilità di aggiungere un tassello al nostro benessere.

Sindrome del piriforme

Vediamo insieme cos’è, come si manifesta e come si può trattare la sindrome del piriforme.

Cos’è la sindrome del piriforme?

sindrome del piriforme 01Con il termine sindrome del piriforme si intende una condizione compressiva – irritativa – infiammatoria, di uno o più nervi periferici, come il tronco superiore del nervo sciatico, il nervo gluteo superiore, il nervo gluteo inferiore, il nervo cutaneo posteriore del femore, il nervo pudendo, causata dal cambiamento tonico-trofico e/o tessutale, del muscolo piriforme.

Il muscolo piriforme si trova nella regione glutea, appartiene al gruppo dei muscoli rotatori laterali dell’anca, origina sulla superficie anteriore del sacro e si inserisce sul grande trocantere, ovvero sul femore.

Si trova in un crocevia di vari nervi che ne dipartono per andare ad irradiare le strutture di loro competenza.

La sintomatologia che ne deriva con più frequenza è una simil sciatalgia, dove il problema non ha origine dalla colonna vertebrale, ma nel tragitto in zona glutea del nervo stesso.

Più raramente si riscontrano fastidi nella zona genitale e risvolti patologici/disfunzionali vescicali nella minzione.

La sintomatologia

sindrome del piriforme 02Vediamo nel dettaglio quali sono i sintomi riportati nella patologia:

  • parestesie (alterata percezione della sensibilità) nella zona del gluteo, della parte posteriore della coscia, de polpaccio; raramente viene interessato anche il piede
  • dolore più o meno intenso nella zona glutea, che aumenta durante l’esercizio fisico, nelle comuni attività deambulatorie, o che si presenta nelle posture sedute mantenute per lungo tempo
  • riduzione della forza muscolare
  • diminuzione della mobilità dell’anca
  • incontinenza vescicale
  • alterazione della sensibilità nella zona genitale

I sintomi descritti generalmente migliorano con il riposo, ancor più se avviene in posizione supina.

Le cause della sindrome del piriforme

Le cause maggiori che danno il via alla sindrome del piriforme sono legate principalmente  allo stato in essere della condizione del muscolo in questione, al rapporto osteoarticolare delle strutture ad esso inerenti e all’attività fisica che viene richiesta nella quotidianità o in ambito sportivo.

Possono essere:

  • accorciamento muscolare
  • contratture
  • lesioni traumatiche delle fibre muscolari ed esiti cicatriziali associati
  • alterazioni delle posture vertebrali
  • cattivo assetto dell’arto inferiore a carico del piede o del ginocchio
  • alterazione dell’assetto sacro iliaco
  • artrosi dell’anca
  • eccessiva attività fisica

Sono tutte le possibili cause che innescano un’alterazione di forma, di tensione e di vitalità biologica del muscolo piriforme, creando i presupposti per un’irritazione compressiva delle strutture citate all’inizio dell’articolo.

La diagnosi

sindrome del piriforme 03La diagnosi della sindrome del piriforme non ha esami strumentali di supporto, diretti e specifici, ma si basa su una buona anamnesi, ovvero su una raccolta dei dati che il paziente riporta durante la visita, in maniera da poter guidare il professionista sanitario di competenza, ad un esame obiettivo attento e mirato.

E’ importante escludere la presenza di una neuropatia periferica, come la sciatalgia o simili, causata da ernia del disco, da restringimento dei forami di coniugazione, da fenomeni vascolari, da cause infettive o metaboliche.

I sintomi di irritazione neurologica possono essere ricercati sia con la palpazione nella porzione centrale del muscolo piriforme, sia con delle manovre di allungamento del muscolo stesso, cosi come con degli accorciamenti del ventre muscolare tramite contrazione attiva mantenuta o contro-resistenza.

La tensione eccentrica o concentrica aumentata del muscolo in questione, scatenerà la comparsa dei sintomi neurologici periferici e la partenza del dolore locale.

Il trattamento della sindrome del piriforme

Il trattamento per la risoluzione della patologia in questione, vede un’approccio dalle numerose variabili, che possono associarsi tra di loro per aumentare la capacità di cura e  la possibilità di stabilizzare per un lungo periodo i benefici ottenuti.

Vediamo insieme le possibilità di interazioni migliorative della patologia:

  • modificare lo stile di vita
  • evitare alcuni tipi di attività fisiche e di sport
  • riposo frequente nell’arco della giornata
  • evitare posture sedute per troppo tempo
  • allungamento ed elasticizzazione del muscolo piriforme
  • riduzione delle tensioni e delle contratture muscolari
  • allungamento e mobilizzazione dei canali contenenti il passaggio dei nervi periferici nei loro punti di maggior restrizione
  • modificazione e correzione delle posture vertebrali e del bacino
  • recupero della mobilità delle anche e del loro equilibrio statico/dinamico rispetto al bacino stesso
  • utilizzo di antinfiammatori non steroidei
  • utilizzo di cortisone
  • utilizzo della tossina botulinica per ridurre la rigidità muscolare e la causa/effetto della compressione nervosa.

sindrome del piriforme 04La sindrome del piriforme non è una patologia grave, ma può essere molto fastidiosa a livello sintomatologico e invalidante nelle attività di vita quotidiane.

La sua coralità di sintomi può portare a creare confusione nella formulazione della diagnosi, inducendo il professionista sanitario in errore, generando confusione tanto nella ricerca delle cause, quanto nel mettere appunto la terapia ideale per risolvere i problemi del paziente.

Adesso che conosciamo bene la sindrome del piriforme possiamo essere più attenti alla sua manifestazione e bloccarne sul nascere l’evoluzione, per garantirci uno stato di buona salute in ogni condizione.

La salute passa attraverso la conoscenza e con l’articolo di oggi, abbiamo la possibilità di aggiungere un tassello al nostro benessere.

Cortisone

Il cortisone è conosciuto perlopiù come farmaco antinfiammatorio, ma è anche un efficace immunosoppressore.

Cortisone e corticosteroidi

CortisoneIl corpo umano produce in maniera autonoma i corticosteroidi endogeni grazie alle ghiandole surrenali e possiamo dire che il cortisone prodotto in laboratorio, ha una struttura molto simile ai corticosteroidi, ma ne vengono esaltate le caratteristiche antinfiammatorie.

E’ un farmaco sintomatico, che  allevia i sintomi in maniera più o meno efficace, a seconda dello stato della patologia, il che vuol dire che non rimuove la causa del problema, tranne nei casi dove la malattia si sia instaurata per effetti infiammatori o edematosi temporanei.

 

CortisoneCome antinfiammatorio, il cortisone blocca la reazione a cascata dell’infiammazione, riducendo il gonfiore, l’edema, l’arrossamento, l’eritema e regolando la temperatura corporea.

Come immunosoppressore la sua azione affianca quella antinfiammatoria, lavorando in simbiosi e interscambiando i tempi di reazione, tant’è che nelle patologie autoimmuni, ne riduce la risposta infiammatoria, ottenendo un rallentamento della malattia.

L’impiego del cortisone

Andiamo a vedere insieme quali sono i casi in cui si usa il cortisone:

  • infiammazioni articolari
  • infiammazioni capsulo-legamentose
  • infiammazioni tendinee
  • artriti
  • patologie autoimmunitarie
  • asma
  • sintomatologie allergiche (rinite, dermatite, congiuntivite)

Come viene somministrato?

CortisoneSono molte le forme in cui questo farmaco può essere somministrato ed è per questo che è di facile utilizzo.

In quale modo il paziente può assumere il cortisone?

  • per via orale (in pasticche)
  • per via endovenosa (iniezioni)
  • per via inalatoria (aerosol)
  • per collirio
  • per via topica (ad uso cutaneo // pomate).

Il cortisone ha delle grosse potenzialità farmacologiche, ma anche delle controindicazioni a cui dobbiamo fare attenzione, soprattutto se preso in posologie importanti e per un lungo periodo.

Gli effetti collaterali del cortisone

CortisoneGli effetti collaterali sono multifattoriali:

  • ipertensione sanguigna
  • aumento della pressione endoculare
  • fragilità capillare, predisponendo il paziente ad edemi localizzati e nei casi più gravi ad emorragie
  • ritenzione idrica
  • ipokaliemia (bassi livelli di potassio nel sangue)
  • iperglicemia
  • diabete mellito
  • riduzione dell’assorbimento di calcio
  • riduzione del passaggio sistemico di vitamina D e aumento della sua escrezione tramite gli organi emuntori di competenza
  • osteopenia => osteoporosi
  • riduzione della crescita
  • atrofia muscolare
  • lentezza nel rimarginare le ferite
  • ingravescenza delle ulcere
  • aumento degli acidi grassi liberi
  • insonnia
  • alterazione del tono dell’umore
  • variazione dei valori ematici (globuli rossi, globuli bianchi, proteine, glicemia, calcio, potassio, acidi grassi, etc.etc.)
  • ingravescenza delle infezioni.

Sottolineo ancora una volta che tutti gli effetti collaterali indicati, saranno differenti per entità e per importanza a seconda delle dosi di cortisone somministrate nel tempo e nella continuità.

L’assunzione sempre sotto controllo medico

Quando si assume cortisone, bisogna assolutamente ricordarsi di non sospenderlo mai bruscamente, ma va scalato piano piano, per permettere al fisico di ristabilire il normale funzionamento delle ghiandole surreali, che durante l’utilizzo del farmaco riducono la loro attività autonoma.

Il cortisone può essere molto utile per affrontare un numero notevole di patologie, ma non vanno dimenticati i suoi effetti collaterali, per cui non bissona assolutamente abusarne.

Non bisogna farne utilizzo in maniera autonoma, senza consiglio ne supervisione del proprio medico di fiducia, per evitare che si sviluppino delle brutte sorprese.

La salute passa attraverso la conoscenza e con l’articolo di oggi, abbiamo la possibilità di aggiungere un tassello al nostro benessere.