Bruxismo
Per bruxismo si intende un chiusura serrata dell’arcata dentale superiore con quella inferiore, dovuta alla contrazione involontaria e non controllata dei muscoli masticatori, associata al digrignamento, che crea un’attrito da sfregamento dei denti.
Il bruxismo si manifesta prevalentemente di notte (bruxismo del sonno) ma non è raro il verificarsi anche durante le ore diurne (bruxismo della veglia), nelle circostanze di tensione emotiva subdola non controllata.
Generalmente compare nella fase 2 del sonno, con dei periodi di attivazione di pochi secondi (5-10 secondi), che si ripetono più volte e con intensità variabili.
I sintomi sono facilmente riconoscibili perché il paziente riferisce un affaticamento dei muscoli della masticazione, soprattutto la mattina al risveglio, associato molte volte ad un dolore da compressione dell’articolazione temporo-mandibolare, che può irradiarsi nella zona dell’orecchio, associato in molte circostanze ad un mal di testa nell’area temporo-parieto-frontale.
Se il bruxismo perdura a lungo e non viene affrontato a dovere, si può andare incontro all’insorgere di vere e proprie patologie a carico dell’ATM.
Il bruxismo e lo sfregamento dei denti, genera un rumore più o meno intenso, riferito come uno scricchiolio o un crepitio ripetuto e protratto, tanto da essere rilevato dal partner di letto, durante il sonno.
Se il bruxismo è in essere da molto tempo il soggetto mostrerà un’usura dei denti stessi, soprattutto tra gli incisivi, caratterizzata da un cambio di altezza ed un’allineamento anomalo di tipo orizzontale, con un danneggiamento dello smalto, che si associa ad un aumento della sensibilità dentaria.
Nei casi più gravi si può arrivare ad intaccare la dentina, se non addirittura alla scheggiatura e/o alla frattura dei denti.
Il bruxismo in origine non veniva ricondotto ad una causa specifica, pertanto la sua eziologia era indicata come una parafunzione.
Per parafunzioni vengono definite quelle attività muscolari che alla base hanno dei meccanismi fisiologici normali, ma che si attivano senza obiettivi funzionali specifici, diventando potenzialmente dannosi.
Nel tempo però è stato studiato che il contatto tra i denti, attiva il nucleo del trigemino mesencefalico e di conseguenza i nuclei del sistema attivante reticolare ascendente, dando potenzialmente il via al bruxismo.
Non sono però assolutamente da sottovalutare i fattori associati all’attivazione del bruxismo quali:
- disturbi del sonno
- malocclusione
- abuso di sostanze eccitanti come la caffeina, la teina, gli zuccheri
- l’abuso di alcol
- l’utilizzo di sostanze stupefacenti
- stress
- ansia
- problemi emotivi
- problemi psicologici
- problemi psichiatrici
Il bruxismo può comparire come effetto secondario di otiti o infezioni dentali, ma in questo caso diventa un meccanismo di causa effetto, condizionato dal dolore.
La figura sanitaria indicata per la diagnosi del bruxismo è il dentista, ma la sintomatologia associata al disturbo del paziente, è alle volte talmente palese, che può esser facilmente valutata anche da altri specialisti.
Il dentista ha il compito di valutare lo stato di salute dei denti, l’occlusione dentale e lo stato atomo-funzionale dell’articolazione temporo-mandibolare.
E’ auspicabile che in un’esame obiettivo, venga anche fatto un bilanciamento muscolare dei muscoli della masticazione e di quelli cooperanti nella zona sottonucale e nella loggia anteriore del collo.
Non è da sottovalutare l’integrità biomeccanica dell’adattamento cervicale, soprattutto nella zona superiore e la capacità del segmento di accomodare il passaggio tra lordosi e cifosi.
Il dentista può richiedere anche un esame radiografico ortopanoramico, per valutare lo stato in essere delle arcate dentarie e un’RX cervicale standard con, qualora ce ne fosse bisogno, una specifica per il dente dell’epistrofeo.
Alcuni specialisti sono propensi a richiedere un’esame di polisonnografia, per verificare l’andamento del riposo notturno.
Nel trattamento del bruxismo, la priorità viene data alla conservazione e alla prevenzione dei danni, che si potrebbero manifestare sia sui denti che nella zona articolare dell’ATM.
Per ottenere questo, vengono utilizzati dei distanziatori quali i bite, che hanno la capacità di mantenere socchiusa la bocca, ammortizzando la pressione tra le arcate dentarie di mascella e mandibola.
Non è raro trovare situazioni dove il paziente sia costretto a sostituire il bite, per usura o addirittura per rottura del presidio prescritto.
Insieme al bite è necessario ridurre e ove sia possibile, eliminare le concause precedentemente elencate, che possano aumentare la parafunzione tipica del bruxismo.
Pertanto sarà necessario ridurre lo stato di stress ed emotività con delle attività di vita salutari e un’attività fisica senza sovraccarichi, capaci di far scemare i carichi di tensione del paziente.
E’ sempre consigliato ridurre le assunzioni di cibi e bevande eccitanti nei pasti serali, così come l’assunzione di alcol.
Anche la digestione rallentata va gestita con attenzione, evitando di consumare pasti prima o poco prima di andare a dormire, consentendo al sistema digerente di svolgere la sua attività antecedentemente al riposo notturno.
Non è raro consigliare degli integratori che favoriscano il benessere del sonno e l’addormentamento.
Nelle situazioni conclamate di disturbi psicologici o psichiatrici, è di grande aiuto un supporto dello specialista del settore, facendo attenzione a non prescrive quei farmaci neurolettici che abbiano come controindicazioni il bruxismo stesso.
Per quanto riguarda il bruxismo secondario ad otiti o infezioni dentali, basterà risolvere il problema di tali affezioni per eliminare il problema.
Il bruxismo è una condizione che può essere facilmente diagnosticata e gestita con successo.
L’intervento precoce evita di creare al paziente danni secondari che potrebbero avere dei risvolti seri, pertanto non va’ assolutamente trascurato.
La salute passa attraverso la conoscenza e con l’articolo di oggi abbiamo la possibilità di aggiungere un tassello al nostro benessere.