Lo scroscio articolare
Cos’è lo scroscio articolare?
O meglio, la domanda che ci poniamo in questo articolo è perché alle volte le articolazioni producono dei rumori associabili ad uno scroscio, descritti dai pazienti come un crepitio, un click, uno scrocchio o un rumore di sabbiolina, in circostanze diverse, con una manifestazione naturale o provocata.
Il capitolo dello scroscio articolare è molto vasto e può comprendere situazioni differenti, relazionate alle superfici articolari, a componenti meniscali, o ai tessuti molli di relazione.
Oltre agli scrosci riferiti dal paziente, associamo a questo argomento, anche quelli indotti nelle terapie manuali, mediante manovre specifiche praticate dai medici, dai fisioterapisti, dagli osteopati, dai chiropratici, per ottimizzare la funzione articolare, sia vertebrale che dei segmenti articolari periferici dell’arto superiore ed inferiore.
Conosciamo i rumori articolari
Facciamo una distinzione dei rumori articolari che si autogenerano durante il movimento, rispetto a quelli indotti da manovre articolari apposite.
I rumori articolari autogenerati, si manifestano per una combinazione di fattori:
- compressione articolare
- instabilità articolare capsulo-legamentosa
- lesione della superficie cartilaginea
- artrosi
- artrite
- dismorfismo delle superfici articolari
- lesioni meniscali
- calcificazioni intra e periarticolari.
Queste condizioni possono presentarsi nel paziente solamente associando un rumore innaturale, oppure possono sovrapporre manifestazioni di dolore, di infiammazione, di rigidità articolare, di impotenza funzionale e di contratture antalgiche riflesse.
I sintomi (e i rumori) dello scroscio articolare
Analizziamo adesso le differenze tra i diversi rumori inizialmente enunciati, per cercare di capire le varianti che possono generarli.
Il rumore di crepitio è un rumore generalmente secco, breve ed insistente, associabile a situazione di modesta artrosi delle superfici articolari di scorrimento, come ad esempio la rotula del ginocchio durante la flessione articolare, accompagnata da una traslazione della patella nella gola intercondiloidea.
La sintomatologia tende ad essere maggiormente insistente, se associata ad una compressione articolare, generata da una cattiva sinergia delle masse muscolari periarticolari funzionali.
Lo stesso crepitio può essere anche una condizione generata dalla presenza di calcificazioni legamentose e dei tessuti molli periarticolari, che producono rumore nel momento del contatto con i capi articolari allo scorrere del movimento.
Anche l’artrite può manifestare un crepitio e tale rumore può essere generato sia per l’alterazione delle superfici articolari, sia per uno stato di infiammazione e degenerazione dei tessuti molli, quali legamenti e capsule articolari.
Il click è un rumore secco, breve, spesso associato ad uno scatto articolare; si accosta generalmente ad un difetto di funzione o ad un’ alterazione anatomica delle strutture meniscali, che hanno la funzione di stabilizzare le articolazioni, aumentandone le superfici di contatto e accompagnandone il movimento.
Tipico è il click che il paziente avverte nell’apertura e nella chiusura della bocca a causa di un difetto di funzione del menisco interposto nell’articolazione temporo-mandibolere, oppure nell’articolazione del ginocchio, per una situazione di meniscosi grave o di lesione dei menischi interposti tra il piatto tibiale e i condili femorali.
Lo scrocchio è un rumore associabile ad un piccolo scoppio che si può manifestare durante un movimento articolare, a causa dell’effetto di cavitazione, nel momento in cui una forza cinematica applicata a due superfici articolari, rivestite da una capsula articolare e contenete un liquido sinoviale, genera un allontanamento tra i loro capi articolari, provocando una riduzione della pressione intrarticolare.
Tale riduzione della pressione endoarticolare, causa una migrazione dei gas naturalmente disciolti all’interno del liquido sinoviale, i quali tendono a spostarsi al di fuori dello stesso liquido seguendo la differenza delle pressioni e generando delle vere e proprie bolle gassose pronte a collassare.
I gas disciolti nel liquido sinoviale, non sono altro che il risultato del catabolismo metabolico del liquido sinoviale stesso.
Lo scrocchio articolare si può manifestare in qualunque articolazione e se spontanea, sta ad indicare una lassità capsulo-legamentosa e quindi articolare, consentendo un movimento in eccesso capace di separarne le superfici articolari quel tanto che basta, per produrre un effetto di cavitazione endoarticolare.
Il rumore di sabbiolina che viene descritto dai pazienti in maniera un po fantasiosa, ma molto efficace nel rendere l’idea, è generalmente un rumore di leggero attrito avvertito nel movimento compiuto, come nel ruotare il capo e quindi la cervicale.
Questa situazione sta comunemente ad indicare una riduzione della viscosità articolare, associata ad una rigidità protratta nel tempo del segmento interessato e delle sue sinovie, spesso accompagnata anche da una condizione di artrosi.
La riduzione della viscosità articolare, aumenta l’attrito dei due capi articolari, provocando il rumore tipico della sabbiolina, cosi come descritto dai pazienti.
Il capitolo dei rumori articolari indotti, ha una spiegazione ben più circoscritta, ed è legata allo scrocchio e all’effetto di cavitazione poc’anzi esplicato.
Può essere autoindotto dal paziente stesso, come ad esempio da chi si scroscia le dita della mano o chi la colonna vertebrale, in ogni caso è il soggetto stesso a generare dei movimenti rapidi e dal range articolare massimale, producendo un allontanamento dei capi articolari dalla loro normale congruità e generando una riduzione della pressione intrarticolare, promuovendo di conseguenza la formazione di bolle gassose soggette allo scoppio.
Può essere la conseguenza di manipolazioni articolari specifiche, sempre associate all’effetto di cavitazione, indotte da una mano medica, dal fisioterapista, dall’osteopatia, dal chiropratico, nel tentativo di recuperare un movimento biomeccanico limitato, oppure l’effetto di manovre applicate con lo scopo di ridurre aderenze e fibrosità dei tessuti molli in intimo rapporto articolare.
Nel caso degli scrocchi autoindotti dai pazienti, anche se non c’è un’evidenza scientifica che possa associarli ad una degenerazione precoce delle articolazioni interessate, si cerca di sconsigliarne la pratica, per evitare che diventi un vizio fine a se stesso come nel caso dell’onicofagia (mangiare le proprie unghie delle mani).
Nel caso invece degli scrocchi indotti tramite manipolazioni specifiche, va detto che sono una pratica di supporto alla medicina manuale nel campo osteo-articolare, andandosi ad integrare perfettamente sia al mondo della fisioterapia, della riabilitazione e della medicina tradizionale.
Concludendo, abbiamo imparato a distinguere i vari tipi di rumori articolari, attribuendone sia una manifestazione spontanea, che indotta.
Abbiamo capito che nella famiglia dei rumori spontanei, c’è spesso celata una problematica che vale la pena indagare e monitorare.
Ci siamo fatti un’idea chiara dei rumori indotti, sia in maniera autonoma, che per volontà di uno specialista.
Tutto quanto detto, ci aiuterà ad orientarci meglio nella gestione della nostra salute articolare.
La salute passa attraverso la conoscenza e con l’articolo di oggi abbiamo la possibilità di aggiungere un tassello al nostro benessere.