Rotula bipartita
La rotula bipartita è una patologia a carico del ginocchio, che si caratterizza per una mancata fusione di uno (o più di uno) dei nuclei di ossificazione, rispetto all’unità primaria della rotula stessa.
La rotula è un osso definito sesamoide, il più grande nel contesto del corpo umano, che si posiziona anteriormente all’articolazione femoro-tibiale del ginocchio, contenuto in un sistema crociato formato dal tendine del muscolo quadricipite, dal tendine rotuleo e dai reticoli laterali e mediali della rotula.
Ha il compito di ottimizzare la funzione del muscolo quadricipite, rispetto ad un asse apparentemente svantaggioso, che si sviluppa tra la diafisi femorale e quella tibiale.
La rotula bipartita non è una patologia molto frequente, si stima che possa arrivare ad un massimo del 6% della popolazione e nella maggior parte dei casi il suo riscontro è totalmente fortuito, in virtù del fatto che è pressoché asintomatica; solamente il 2% di chi ne è affetto, riferisce una sintomatologia che conduce il paziente a visita dallo specialista.
Conseguentemente a quanto detto, la diagnosi di rotula bipartita viene elaborata nella stragrande maggioranza dei casi, in concomitanza di esami casuali inerenti al ginocchio, per indagare patologie indipendenti a carico dell’articolazione stessa.
La rotula bipartita ha una classificazione specifica, che viene catalogata in base al posizionamento del frammento rotuleo non ossificato:
- bipartitismo di tipo 1
mancata ossificazione del polo inferiore (5%)
- -bipartitismo di tipo 2
mancata ossificazione del polo laterale (20%)
- bipartitismo di tipo 3
mancata ossificazione del polo supero-laterale (75%)
Va aggiunto che in una sottoclassificazione, lo stato in essere della patologia, può differenziarsi tra una bipartizione della rotula o in una tripartizione, a seconda di quanti sono i nuclei di ossificazione che non portano a termine il loro sviluppo all’interno del contesto osseo sesamoideo.
Generalmente la rotula bipartita è asintomatica, ma nei casi in cui dovesse venire a manifestare dei segni patologici, il paziente riferirebbe:
- dolore nella zona anteriore del ginocchio
- limitazione nella flessione e nell’estensione articolare in prossimità dei gradi estremi
- presenza di gonfiore associato a dolenzia, nella zona perirotulea
- riduzione della forza e della resistenza dei muscoli della coscia.
Questa serie di sintomi comporta una riduzione di funzione dell’articolazione del ginocchio, con una perdita delle capacità ordinarie e ludiche, non totalmente invalidanti, ma sufficientemente fastidiose al punto tale da dover ricorrere allo specialista.
La patogenesi della rotula bipartita è da imputare alla mancata ossificazione dei nuclei di accrescimento cartilaginei in relazione con l’unità primaria rotulea, come avevamo accennato all’inizio dell’articolo.
Le cause della mancata ossificazione possono riscontrarsi in:
- eventi traumatici
- infarto vascolare della zona
- trazioni muscolo-tendinee e legamentose eccessive
- alterazioni del metabolismo
- la combinazione dei fattori sopra citati.
Se il paziente è asintomatico, il riscontro della bipartizione rotulea è del tutto fortuito ed avviene in concomitanza di esami articolari, richiesti per delle patologie associate al ginocchio del tutto indipendenti.
Nel caso in cui invece il paziente manifesti un disagio patologico, è bene procedere ad una visita specialistica, dove in appoggio all’esame obiettivo, verranno richieste delle indagini diagnostiche per valutare la presenza del distacco parcellare rotuleo e lo stato in essere dell’osso sesamoide, rispetto alle strutture muscolo-tendinee e legametose.
Gli esami di supporto sono l’RX e la TC, che ci permettono di valutare con attenzione lo stato anatomico osseo, mentre l’esame RM, ci permetterà di valutare la presenza del bipartitismo rotuleo, in relazione ai tessuti molli ad esso annessi.
La rotula bipartita viene messa in trattamento solamente nei casi in cui sia sintomatica e invalidante nelle attività di vita quotidiana.
Il primo approccio e di natura farmacologica e fisioterapica.
A livello farmacologico vengono utilizzati farmaci antinfiammatori della categoria FANS, con l’intento di ridurre l’infiammazione e l’edema concomitante.
Possono essere associati farmaci antidolorifici e molecole antiedemigene per limitare la soglia di dolorabilità e interrompere l’arco riflesso che induce alla contrattura antalgica riferita.
L’antiedemigeno ha il compito di ridurre l’edema e con esso diminuire l’effetto compressivo sui compartimenti periarticolari rotulei, migliorando l’escursione articolare e lo scorrimento delle catene miofasciali.
La fisioterapia ha il ruolo di recuperare le capacità motorie e funzionali dell’articolazione del ginocchio e di recuperare le capacità tonico-trofiche della muscolatura associata, che otterranno il massimo del beneficio, se associate ad un allenamento propriocettivo, mirato ad aumentare le risposte integrate dei meccanocettori articolari.
Sempre nell’ambito fisioterapico, la sintomatologia associata alla rotula bipartita, può essere affrontata grazie all’utilizzo di terapie antinfiammatorie e biostimolanti, mediante l’utilizzo di apparecchiature dedicate.
Nel caso in cui i protocolli sopra indicati, non sortiscano l’effetto sperato, sarà necessario ricorrere alla chirurgia per via artroscopia o per accesso a cielo aperto.
In entrambi i casi l’intento sarà indirizzato in 3 possibili direzioni:
- escissione del frammento rotuleo
- lisi del retinacolo rotuleo
- distacco dell’area inserzionale del vasto laterale.
Ovviamente il tipo di intervento chirurgico sarà indirizzato in base alla categoria di appartenenza della bipartizione rotulea.
Per quanto riguarda la scelta del tipo di intervento, se in artroscopia o a cielo aperto, si protende a scegliere la via artroscopica, per ridurre gli effetti del danno chirurgico, ma non sempre sarà una scelta possibile, perché la complessità dell’intervento può far protendere il chirurgo ad una accesso a cielo aperto, operando con maggior sicurezza e con un campo di azione maggiore.
L’intervento chirurgico, di qualsivoglia natura, avrà la necessità di sottoporre il paziente ad un periodo di riabilitazione, in grado di ottimizzare il recupero articolare, muscolare, propriocettivo e di eliminare gli effetti dell’atto chirurgico stesso.
La rotula bipartita è una patologia generalmente silente, che difficilmente pone il paziente in una condizione di crisi, ma nel caso in cui dovesse manifestare una sintomatologia, ha la possibilità di risoluzione, intervenendo su vari fronti e con una percentuale di successo molto alta.
La salute passa attraverso la conoscenza e con l’articolo di oggi abbiamo la possibilità di aggiungere un tassello al nostro benessere.