Il busto per il mal di schiena lombare si o no
Ho parlato molte volte del mal di schiena lombare, diverso per eziologia: artrosi, discopatie degenerative, sciatalgie, cruralgie, spondilolistesi, blocchi articolari acuti, instabilità vertebrale.
Ho più volte analizzato come queste diverse condizioni scatenano un percorso patologico con dolori di intensità variabili e in alcuni casi gravemente invalidanti anche nelle più banali attività di vita quotidiana, come camminare, stare in piedi, allacciarsi le scarpe, piegarsi in avanti, fare una torsione.
Non è raro che il dolore sulla zona lombare possa irradiarsi sul gluteo, sulla coscia, alle volte scendendo fino al piede.
Non ho mai argomentato però sull’utilizzo del busto per aiutare la risoluzione di una lombalgia e visto che molti dei miei pazienti ne hanno fatto uso, o me ne chiedono indicazioni, ho deciso di parlarvene cercando di dare dei consigli di massima sulle indicazioni di utilizzo nelle varie circostanze, a seconda delle caratteristiche dei vari modelli.
Affrontiamo l’argomento per ogni singola eziopatogenesi.
ARTROSI
L’artrosi è una patologia degenerativa che riduce la mobilità e la funzionalità di uno o più segmenti vertebrali lombari.
Il dolore peggiora dopo una lunga pausa di riposo e migliora con la ripresa del movimento già dopo alcune decine di minuti.
Questa condizione non riesce ad essere aiutata dall’utilizzo di un busto lombare, perché ne ridurrebbe ulteriormente il movimento, ma ha bisogno di trattamenti fisioterapici mirati ad ottimizzare i metameri vertebrali, in una sinergia di movimento rispetto all’intero compartimento vertebrale e a quello sacro-iliaco.
DISCOPATIE DEGENERATIVE
Le discopatie degenerative si manifestano in varie misure.
Nei casi dove il disco si disidrati, facendo perdere la normale altezza di distanziamento tra una vertebra e l’altra, l’utilizzo di un busto di scarico può essere molto utile.
Il busto in questione dovrà estendersi su tutta la colonna con un doppio scarico che vedrà nelle sue estremità un appoggio sulle creste iliache del bacino e uno sulle spalle a livello del cingolo scapolare, con un supporto semirigido dato dalla presenza di stecche metalliche, per rendere il busto capace di non perdere la forma di scarico ed essere allo stesso sufficientemente malleabile per non bloccare del tutto i movimenti.
Questo tipo di busto avrà degli ancoraggi elastici e regolabili, con un stretch capace di aumentarne la rigidità.
Il busto non andrà assolutamente portato tutto il giorno, ma verrà indossato per un’ora sul finire della mattinata e per un’ora e mezza a fine pomeriggio, in maniera da supportare le vertebre, senza far perdere il tono muscolare al paziente.
Devo ricordare che la muscolatura oltre che avere il compito di guidare i movimenti, ha la funzione di sostenere la colonna vertebrale, evitando che collassi su se stessa contrastando la forza di gravità, pertanto è importantissimo non perdere il tono muscolare.
SCIALTALGIE E CRURALGIE DA ERNIE DISCALI
Che si parli di sciatalgia o di cruralgia da ernia discale, il paziente manifesta un dolore irradiato lungo il dermatomero corrispondente alla radice compressa, con un’irritazione associata del nervo.
In questo caso ci troviamo di fronte ad un’infiammazione tanto acuta quanto dolorosa con sintomi parestetici (formicolio, bruciore, etc.) e nei casi più gravi ci sarà un’associazione di segni motori quali la perdita di forza, di tono muscolare o la comparsa di crampi.
In questo caso è importantissimo ridurre l’infiammazione nel minor tempo possibile e mettere a riposo la parte, riducendo la mobilità del segmento lombare.
L’utilizzo del busto è un ottimo ausilio per aiutare la recessione del processo flogistico.
Il busto che verrà utilizzato sarà in stecche e stoffa, con un’estensione di area pari all’intero tratto lombare e alla zona alta del bacino, preferendolo con la presenza di cinghie regolabili nella compressione.
In questo caso il busto ha il merito di ridurre la mobilità nei 3 piani dello spazio, con una limitazione che sarà direttamente proporzionale alla compressione voluta dall’azione degli stretch.
Il busto verrà indossato per la metà delle ore mattutine, per la metà delle ore pomeridiane e per le ore serali antecedenti al riposo notturno.
Nelle ore in cui il busto non verrà indossato, il paziente è invitato a non compiere sforzi e movimenti esagerati, mentre le attività maggiormente faticose, potranno essere in parte concesse quando il busto verrà indossato.
BLOCCO ARTICOLARE ACUTO (“IL COLPO DELLA STREGA”)
Il blocco articolare acuto, che molti conoscono con il nome di colpo della strega, è un blocco di uno o più segmenti vertebrali in una posizione squilibrata e assolutamente non neutra, che viene mantenuta dallo stato di forte contrattura muscolare, alimentata dal riflesso del dolore stesso.
In questo caso è fondamentale ridurre la tensione muscolare e rimettere in equilibrio statico e dinamico le vertebre in blocco.
L’utilizzo del busto può essere un aiuto efficace, se utilizzato con un criterio ben specifico di supporto alla terapia.
E’ consigliato un busto in stecche e stoffa, con un’estensione di area pari all’intero tratto lombare fino alla zona alta del bacino, che non sia necessariamente dotato di stretch per la compressione graduale.
Lo scopo è di mettere a riposo la muscolatura vertebrale dallo stato di tensione eccessiva, in maniera tale che riducendo l’effetto sulla contrattura, il terapeuta possa mobilizzare con più facilità le vertebre in disfunzione.
Il busto se utilizzato per circa un’ora prima dell’intervento manipolativo e un’ora dopo l’intervento, aiuta a svincolare il paziente dallo stato di eccessivo squilibrio muscolare, tipico del blocco articolare acuto.
Al di la del capitolo manipolativo, il busto descritto può essere usato per massimo un’ora la mattina al risveglio, per poi indossarlo nuovamente a fine mattinata e nuovamente nel finale delle ore pomeridiane, sempre in un slot temporaneo di circa 1 ora, in maniera da alternare il riposo muscolare e la riduzione del dolore, con una ripresa graduale della funzionalità vertebrale.
INSTABILITA’ VERTEBRALE
L’instabilità vertebrale è una condizione articolare-legametosa che non consente una stabilità di posizione e di movimento per una perdita di solidità articolare.
Il paziente può manifestare lombalgie e/o radicoliti irritative che si vanno ad acuire proprio con l’aumento dell’attività fisica.
Il busto in questa situazione può essere molto utile se utilizzato durante le attività fisiche e nelle situazioni in cui il paziente sia costretto a mantenere la posizione eretta per lungo tempo.
Il busto che verrà utilizzato sarà in stecche e stoffa, con un’estensione di area pari all’intero tratto lombare fino alla zona medio-alta del bacino e sarà da preferire se con la regolazione della compressione per merito dello stretch sulle doppie cinghie.
Lo scopo è quello di stabilizzare il segmento lombare e sacro-iliaco, aumentando la compressione esterna tramite il busto, sostenendo in parte l’articolazione da quello che è il deficit osteo-legamentoso, evitando di creare dei movimenti eccessivi per la loro natura biomeccanica.
Abbiamo visto come e in quali casi l’utilizzo di un busto può essere di aiuto nella risoluzione di un problema vertebrale.
Non dobbiamo dimenticare che la diagnosi precisa è fondamentale e sarà proprio lei a guidare il percorso terapeutico più appropriato in ogni dettaglio.
La salute passa attraverso la conoscenza e con l’articolo di oggi abbiamo la possibilità di aggiungere un tassello al nostro benessere.