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Caldo e freddo nelle patologie ortopediche

Ovvero tutto quello che avreste voluto sapere ma non avete mai osato chiedere su come usare il caldo e il freddo nelle patologie ortopediche.

caldo e freddo nelle patologie ortopediche

Terapia del caldo e del freddo

Spesso si sente parlare di terapia del caldo e del freddo, ovvero la tipica borsa dell’acqua calda o del ghiaccio, utilizzate come termoterapie esogene, ma non sempre si conoscono bene quali siano le condizioni che portano alla scelta di una o dell’altra, in base alla problematica che il paziente ha e i sintomi che se ne associano.

La scelta tra la terapia del caldo e del freddo può non essere così scontata.

Cerchiamo allora di fare chiarezza e dare dei consigli semplici ed utili.

CuteLa prima cosa che dobbiamo imparare è che queste due terapie, agiscono sui vasi sanguigni, vasocostringendoli nel caso del freddo e vasodilatandoli nel caso del caldo.

In entrambi i casi il microcircolo subisce un cambiamento.

Il freddo ha anche il merito di ridurre la sensibilità locale e quindi di desensibilizzare la zona dove viene applicato.

Già questa prima indicazione ci porta a fare dei ragionamenti sulla scelta applicativa.

Come dicevamo le patologie a carattere ortopedico/traumatologico, sono differenti tra di loro e alcune di esse beneficiano del caldo e altre del freddo.

Quando usare il caldo

caldo e freddo nelle patologie ortopedicheIl caldo con la sua reazione vasodilatatrice, ha un effetto metabolico, migliorando l’afflusso di sangue e con esso di ossigeno e di nutrimenti, rendendosi utile nelle patologie di origine artrosica, dove la rigidità articolare soprattutto dopo le ore notturne, ovvero al risveglio mattutino, o dopo molte ore passate ferme nella stessa posizione, come ad esempio nello stare seduti in auto per un lungo viaggio, riscontra una rigidità articolare associata ad un dolore localizzato, per la riduzione della produzione di liquido sinoviale all’interno dell’articolazione.

La terapia del caldo ha moti vantaggi anche nel ridurre lo stato di tensione muscolare ed attenuare le contratture muscolari o le retrazioni.

Anche per quello che riguarda i tessuti molli capsulo-legamentosi, il calore aiuta a ridurre lo stato di fibrosità e di retrazione.

Un esempio tipico è la rigidità articolare, dove le capsule articolari ed i legamenti, che spesso hanno rapporto di contiguità con la membrana articolare, fibrotizzano, riducendo la capacità biologica tessutale e creando retrazioni che limitano il movimento articolare.

Il calore aumentando la capacità vascolare, può essere di supporto anche alle lesioni dei tessuti, dov’è necessario un apporto di sostanze nutritive ematiche e di ossigeno, per avviare e consolidare il processo di guarigione.

Quando usare il freddo.

freddo nelle patologie ortopedicheIl freddo ha un effetto di vasocostrizione ed è fortemente indicato nelle infiammazioni attive, dove vanno limitate il prima possibile le tumefazioni e gli stravasi edematosi per un’iperemia locale, che comporta l’aumento di calore locale e un arrossamento della parte.

Il ghiaccio ha anche la capacità di ridurre il dolore, desensibilizzando la zona di applicazione del freddo, diminuendo l’effetto del circolo vizioso che si crea tra dolore ed effetto vascolare neurovegetativo.

Sempre per effetto vasocostrittivo, il freddo diventa un terapia di attacco fondamentale nelle situazioni di edema per lesione dei vasi venosi periferici.

La terapia del freddo è pertanto indicata negli eventi traumatici da impatto o distorsivi, dove il paziente riporta gonfiore, edema, comparsa di ematomi, dolore acuto al movimento e alla palpazione.

Per cercare di essere semplici nelle indicazioni sull’utilizzo del caldo e del freddo, andrò a fare un elenco delle indicazioni e controindicazioni di entrambe le applicazioni.

Indicazioni e controindicazioni

Utilizzo del caldo indicazioni:

  • contrattura muscolare
  • retrazione muscolare
  • strappo muscolare in fase riparativa
  • artrosi
  • artrite in fase silente
  • rigidità articolare
  • fibrosità dei tessuti molli capsulo-legamentosi
  • dolore di tipo muscolare.

Utilizzo del caldo controindicazioni:

  • strappo muscolare in fase acuta
  • infiammazioni
  • edema
  • ematoma
  • artrite in fase attiva.

Utilizzo del freddo indicazioni:

  • strappo muscolare in fase acuta
  • infiammazioni
  • edema
  • ematoma
  • artrite in fase attiva
  • dolore di tipo infiammatorio

Utilizzo del freddo controindicazioni:

  • contrattura muscolare
  • retrazione muscolare
  • strappo muscolare in fase riparativa
  • artrosi
  • artrite in fase silente
  • rigidità articolare
  • fibrosità dei tessuti molli capsulo-legamentosi.

Caldo e freddo nelle patologie ortopediche si possono usare insieme?

caldo e freddo nelle patologie ortopedicheNon è assolutamente raro trovarsi nella condizione di alternare le due applicazioni di termoterapia esogena, nel qual caso il paziente passi da una situazione acuta ad una cronica, dove da una situazione di infiammazione e dolore, si passa ad una necessità di migliorare il trofismo biologico tessutale, per riparare o migliorare lo stato di salute di uno o più tessuti.

Dalla lettura di questo articolo risulta facilmente intuibile che l’utilizzo del caldo o del freddo, come valida terapia di supporto, è fruibile solo dopo una diagnosi certa, perché uno sbaglio sulla valutazione del problema riportato e del suo stato in essere, può modificare completamente la scelta sull’utilizzo di applicazioni del calore o del freddo.

E’ doveroso specificare quali siano gli errori più frequenti da parte dei pazienti nell’utilizzo del freddo e del caldo.

ghiaccio ustioniIl freddo va applicato sulla parte interessata con lo scopo di rifreddare la parte e va assolutamente evitato “l’effetto congelamento”, perché il corpo come reazione di difesa a tale evento, attiverebbe una reazione contraria alla vasocostrizione, aumentando il flusso del microcircolo con effetto vasodilatatorio.

Altro errore frequente è quello di applicare il ghiaccio direttamente sulla cute, provocando geloni, ustioni da congelamento, o lacerazioni da rimozione.

Anche nell’applicazione del caldo si può cadere in alcuni errori banali, come le ustioni da eccesso di calore e lo sviluppo di edemi per il troppo perdurare delle applicazioni con calore eccessivo sulla parte.

Il caldo e il freddo sono delle ottime termoterapie esogene, ma vanno utilizzate con attenzione per renderle efficaci ed evitare effetti collaterali indesiderati.

La salute passa attraverso la conoscenza e con l’articolo di oggi abbiamo la possibilità di aggiungere un tassello al nostro benessere.

Cervicalgia

Per cervicalgia si definisce un dolore nella zona cervicale, segmento anatomico che si estende da sotto la porzione nucale alla base delle spalle.

La definizione è molto generica e per questo, dietro un quadro di algia cervicale si possono nascondere molteplice cause e altrettante patologie.

Andiamo a capire insieme di cosa stiamo parlando.

Il tratto cervicale

Il tratto cervicale è la porzione vertebrale più alta della colonna vertebrale, è formata da 7 vertebre caratterizzate da una diversità di forma per alcune di esse.

Cervicalgia 02Le prime due vertebre cervicali non hanno un corpo vertebrale di sostegno ma hanno delle strutture articolari di movimento e un perno centrale che funge da asse contenitivo e di bilanciamento.

Dalla 3ª alla 7ª vertebra cervicale troviamo la presenza di un corpo vertebrale che tiene il carico della colonna cervicale e allo stesso tempo aiuta a guidare il movimento per merito di porzioni anatomiche chiamate UNCUS, coadiuvando il lavoro delle faccette articolari posteriori.

L’ultima vertebra cervicale, contrariamente alle altre dello stesso segmento, non ha il foro vertebrale per il passaggio intrinseco dell’arteria vertebrale.

Tutte queste diversità caratterizzano le vertebre cervicali per complessità di forma, di funzionamento e di movimento, rendendo necessario una neutralità ed un equilibrio almeno sui piani di flesso estensione e di lateralità nella mobilità quotidiana.

Cervicalgia 03Le cause della cervicalgia

Le cause che portano alla cervicalgia possono essere:

  • deviazione dell’asse posturale segmentale chiamata verticalizzazione e nei casi più estremi, inversione della curva cervicale
  • deviazione dell’assetto posturale generale con la perdita dell’equilibrio tra le curve di lordosi, cifosi e l’appoggio sul bacino e sulle anche
  • contratture muscolari
  • tensione eccessiva muscolare o muscolo-tendinea
  • blocco articolare acuto
  • problematiche di origine discale
  • riduzione degli spazi articolari e interdiscali
  • diminuzione del lume del forame di coniugazione
  • artrosi
  • problematiche derivanti dalla masticazione e dall’articolazione temporo-mandibolare
  • alterazione della vista o dell’udito che possono squilibrare l’assetto, portando ad una rotazione ed inclinazione del capo e del collo
  • difficoltà nella deglutizione
  • problematiche viscerali soprattutto a carico del sistema gastro/esofageo
  • asma e riduzioni delle capacità ventilatoria polmonare

Ovviamente molte cause possono intrecciarsi nello sviluppo della sintomatologia e del disagio cervicale, altre invece saranno individuate come primarie e dirette nella patologia vertebrale.

I sintomi

I sintomi più riscontrabili sono:

  • indolenzimento, tensione, dolore muscolare
  • accorciamento di una porzione di fibre muscolari individuate in un punto preciso, dove spesso si avverte un rigonfiamento dolente che indica in molti casi una contrattura muscolare
  • riduzione del movimento cervicale in rotazione, flesso/estensione, inclinazione laterale, con dolore manifesto nel forzare il movimento
  • alle volte è associato male di testa, per lo più nella zona sottonucale e in alcuni casi anche nausea
  • si possono manifestare leggeri gonfiori della mano la mattina al risveglio, alle volte accompagnati da formicolio del palmo e delle dita.

La diagnosi della cervicalgia

Una buona diagnosi è fondamentale non tanto per dare un nome alla patologia che affligge il paziente, che come abbiamo visto è molto generico, ma è necessaria per capirne la causa scatenante.

Una volta accertato il motivo sarà molto più semplice impostare una cura che sia efficace e stabile nel tempo.

Per la diagnosi come sempre va fatta una raccolta dati, anamnesi, per capire quando si è sviluppata la patologia, con quali modalità, se ci sono state delle cause dirette riconducibili e se possa essere confusa o sovrapponibile in alcuni tratti a patologie dai profili simili.

L’esame clinico è fondamentale per indagare le capacità residue del paziente, per capire come e cosa possa evocare il dolore e cosa aumenta o diminuisce il disagio.Cervicalgia 04

L’esame diagnostico più utilizzato è l’RX cervicale nella proiezione antero/poseriore e latero/laterale, per vedere la struttura anatomica strutturale vertebrale e l’asse della curva fisiologica di lordosi.

Nel caso ci sia il dubbio di un impegno discale, foraminale o inerente ai tessuti intrinseci del canale midollare, si richiederà una RM.

Saranno poche le occasioni che richiederanno un esame TC per poter chiarire l’idea di diagnosi sul caso.

A seconda delle concause che si sviluppano la patologia potrà rendersi necessario richiedere una visita specialistica con un otorinolaringoiatra, un gastroenterologo, un pneumologo, dentista o un’oculista, in modo tale da analizzare quei casi di co-interazione precedentemente citati nell’argomentare la sintomatologia.

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Il trattamento

La cura vedrà la possibilità di utilizzo di varie strategie molte delle quali sovrapponibili tra di loro.

A livello farmacologico potranno essere utilizzati antinfiammatori, miorilassanti, antidolorifici, a seconda se sarà necessario ridurre l’infiammazione, modificare il tono basale muscolare o diminuire la soglia del dolore.

Anche la fisioterapia ha un ruolo determinante nella gestione della cervicalgia perché potrà curare gli aspetti posturali, ridurre lo stato delle contratture, allungare le fibre muscolari, ridurre il dolore.

Cervicalgia 06L’osteopatia ha il ruolo di ripristinare una mobilità articolare ottimale, recuperando i fulcri vertebrali per riportarli ad una sinergia congrua rispetto al miglior assetto vertebrale.

Importantissimo sarà il ruolo della prevenzione cercando di lasciare la cervicale e le spalle sempre ben allineate con il busto mantenendo un asse coerente che può essere visualizzando mantenendo le orecchie all’ altezza delle spalle come se fossero su un’unica linea.

Il collo deve essere sempre libero di poter fare movimenti di flesso estensione, rotazione e lateralità, pertanto sarà necessario fare degli esercizi autonomi di allungamento e mobilizzazione, forzando il movimento nelle loro escursioni massime ma senza mai arrivare al dolore.

Sarà importante mantenere un buon equilibrio respiratorio, per non mandare in affaticamento i muscoli accessori della respirazione.

Per chi passa molte ore della propria giornata seduto è fondamentale fare delle pause ripetute alzandosi e camminando in modo da riattivare i muscoli della postura ridando un start dinamico equilibrato.Cervicalgia 07

La cervicale è il timone della nostra postura ed è il crocevia di molte importantissime finzioni, cerchiamo di prendercene cura in maniera costante e coerente