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Sarcopenia

Sarcopenia_hq_01Con questo termine si definisce la perdita di massa muscolare e conseguentemente della forza, con la comparsa di atrofia e una diminuzione della qualità biologica del tessuto stesso.

Nella sarcopenia si ha una progressiva perdita di fibre muscolari sostituite da tessuto adiposo di riempimento, che di conseguenza porta ad una degenerazione della giunzione neuromuscolare (ovvero della porzione neurologica dedicata, che sotto stimolo attiva il muscolo) e conseguentemente ad una atrofia muscolare con manifesta riduzione del volume.

Sarcopenia_hq_02Il muscolo e quindi le fibre muscolari, diventano più fragili e soggette, con frequenza aumentata, a danni anatomici da elongazione e lacerazione per eccesso di carico e stiramento eccentrico.

Si manifesta con:

  • la comparsa di debolezza
  • minor resistenza allo sforzo prolungato
  • deficit nello sforzo massimale
  • diminuzione dell’equilibrio causato dalle alterazioni delle sinergie muscolari
  • deambulazione rallentata
  • riduzione dei movimenti fini e coordinati.

Sarcopenia_hq_03Il tutto evolve verso una riduzione delle normali attività di vita quotidiana.

La perdita progressiva di funzione porta ad un aumento di sedentarietà e cambiamenti del tono dell’umore, condizioni per le quali non viene favorito l’allenamento muscolare quotidiano e costante.

La perdita di massa muscolare crea un danno diretto alla struttura scheletrica perchè viene a mancare il sostegno attivo, aumentando i carichi diretti sui tessuti osteoarticolari e cartilaginei, creando carichi eccessivi anche alle strutture legamentose.

Si perde l’equilibrio tra i gruppi muscolari agonisti e antagonisti a svantaggio delle sinergie necessarie durante le attività motorie.

La perdita di massa muscolare riduce anche l’integrazione con il ricambio biologico del tessuto osseo favorendone l’osteoporosi.

Le contratture muscolari possono comparire con maggior facilità, le tensioni capsulo legamentose e gli impingment articolari sono maggiori.

La sarcopenia può incominciare a manifestare le prime avvisaglie in maniera lenta nel decennio tra i 40 e i 50 anni, per poi proseguire con un aumento di sviluppo dopo i 60 anni in maniera esponenziale, rapportandosi all’età del soggetto, alla qualità biologica dei tessuti dello stesso, al tipo di massa muscolare basale e al tipo di alimentazione che conduce.

Sarcopenia_hq_04La riduzione della massa muscolare può avere come concause la riduzione dell’equilibrio ormonale, così come l’ accumulo in eccesso di proteine ossidate e le modificazioni cellulari del tessuto stesso.

La sarcopenia fa pare del progressivo invecchiamento della persona per il trascorrere del tempo, non si può evitare ne tantomeno fermare, però è vero che ci sono delle attività e delle abitudini che la possono favorire e velocizzare, come la sedentarietà, la cattiva alimentazione, l’incostanza e la pigrizia nella gestione quotidiana della macchina umana.

L’unico fattore ad oggi registrato e concomitante nello sviluppo della sarcopenia nel tempo è il minor peso corporeo alla nascita.

Mediamente la sarcopenia vede una perdita di massa muscolare del 5% ogni 10 anni, che detto tra noi non sono per nulla pochi.

Come fare una diagnosi di sarcopenia?

Il primo elemento necessario è la raccolta di dati riferiti dal paziente in modo da poter avviare un’anamnesi dettagliata.

È necessario fare un esame obiettivo per valutare le capacità funzionale del paziente e i deficit presenti.

Sarcopenia_hq_05La precisione nella diagnosi può essere ottenuta con un’indagine diagnostica chiamata DEXA (assorbimetria a raggi X a doppia energia), vale a dire un esame che valuta varianti tra di loro diverse e che nella sarcopenia studia il peso corporeo in relazione alla massa magra e alla massa grassa del soggetto.

La DEXA può essere anche utilizzata per lo studio della massa ossea nella patologia specifica dell’osteoporosi.

Sarcopenia_hq_06La dose di radiazioni utilizzata in questo tipo di esame è discretamente bassa ed è per questo che si può ripetere l’esame anche a breve distanza.

Lo studio DEXA però deve essere associato ad un test di velocità di camminata per valutare la resistenza muscolare allo sforzo.

Il test e l’esame DEXA darà una valutazione specifica della sarcopenia e la percentuale di massa muscolare persa.

Sarcopenia_hq_07E quali sono i valori specifici di riferimento per stabilire l’effettiva presenza di sarcopenia?

  • riduzione della massa muscolare di almeno due unità sotto il valore medio riscontrato nei giovani adulti
  • velocità di camminata inferiore ai 2,8 metri al secondo
  • la forza nella presa della mano inferiore ai 30kg nell’uomo e a 20kg nella donna.

La terapia per questa patologia non prevede un grosso impegno farmacologico, perché al momento non ci sono cure definite e concordate degne di nota.

Si valutano terapie di tipo ormonali ma non sono ancora considerati protocolli condivisi.

Sarcopenia_hq_08Molto più valutati sono i rimedi naturali basati sull’esercizio fisico e sulla corretta alimentazione.

L’esercizio fisico deve esser fatto con costanza dalle 2 alle 3 volte a settimana cercando di impostare il lavoro sul recupero della forza e sull’aumento della resistenza allo sforzo.

L’attività muscolare deve essere completa almeno per quanto riguarda i gruppi maggiori sia di sostegno che dinamici.

Sarcopenia_hq_09L’alimentazione vede una dieta ricca di proteine e minerali e ridotta nell’apporto di grassi e zuccheri.

La fisioterapia ha la possibilità e la capacità di recuperare la miglior postura e di ritrovare gli equilibri muscolari rendendo economico l’uso dell’apparato locomotore.

L’osteopatia ha il compito di stabilire il miglior assetto vertebrale, la miglior integrazione tra i cingoli pelvici e scapolari, riducendone al minimo lo sforzo muscolare da dover compiere nelle attività minime.

Sarcopenia_hq_10L’osteopatia ha la possibilità di migliorare la funzione viscerale del tratto digerente per ottimizzare l’assorbimento e il metabolismo.

La sarcopenia purtroppo non è evitabile ma può essere invece evitabile lo sviluppo delle complicanze da essa scaturite .

Non trascuriamoci e rimarremo più giovani rispetto a quello che la nostra anagrafe dice.

Miastenia gravis – Grave debolezza

Oggi parliamo di Miastenia gravis (Debolezza grave). Vediamo cos’è, come si manifesta e come si gestisce.

Cos’è la Miastenia gravis?

La miastenia gravis è una malattia autoimmunitaria cronica, caratterizzata dalla manifestazione di debolezza ed eccessiva affaticabilità muscolare.

La fatica e la debolezza muscolare si presentano repentinamente in seguito a sforzi muscolari alle volte anche di minima entità.

La debolezza si esacerba in maniera esponenziale nel momento in cui si utilizzano ripetutamente uno o più gruppi muscolari.

Insieme all’affaticabilità e alla debolezza muscolare, il paziente riscontra anche la perdita del tono muscolare in maniera vistosa e con una certa rapidità.

Miastenia gravisQuesta malattia può presentarsi in una forma localizzata oppure generalizzata.

Nel primo caso si ha l’interessamento di pochi muscoli specifici di un determinato distretto, mentre nel secondo caso vengono coinvolti più catene muscolari, di distretti diversi, come l’arto superiore, l’arto inferiore, la colonna vertebrale, i cingoli pelvici e scapolari, fino ad arrivare alla muscolatura toracica respiratoria.

Come dicevamo inizialmente è una malattia autoimmunitaria, dove il tilt del sistema immunitario, compromette la normale trasmissione dei segnali contrattili, nel passaggio che va dal nervo alla placca motrice del muscolo, rendendone inefficace il segnale neurologico di attivazione contrattile.

Come si manifesta?

La miastenia gravis può insorgere in maniera spontanea o associarsi all’eventuale presenza di patologie in essere quali:

  • malattie demielinizzanti del sistema nervoso
  • diabete di tipo 1
  • artrite reumatoide
  • lupus eritematoso
  • disfunzioni tiroidee
  • tiroidite di Hashimoto
  • malattia di Graves

La miastenia gravis generalmente ha un decorso intermittente, dove si hanno dei momenti di manifestazione e peggioramento dei sintomi, alternati con periodi silenti e di remissione momentanea.

La malattia può insorgere in maniera improvvisa.

Sono rari i casi in cui la patologia guarisce spontaneamente, pertanto tende ad accompagnare il paziente per tutta la vita, ma le cure ad oggi presenti ed un adeguato stile di vita, permette di gestire la miastenia in maniera soddisfacente.

I sintomi della Miastenia gravis

Miastenia gravisLa sintomatologia ha dei livelli di partenza differenti che possono presentarsi su uno o più fronti.

Generalmente si manifesta una ptosi palpebrale, quindi un abbassamento della palpebra, spesso associata ad una diplopia (una visione doppia dell’immagine).

Non è raro accusare dei malfunzionamenti nella fonazione e nella deglutizione.

A seguire il paziente manifesta disturbi su uno o più distretti muscolari dei segmenti periferici, per arrivare, come accennavamo già in precedenza, all’interessamento dei muscoli della colonna, della gabbia toracica e dei muscoli respiratori di relazione, causandone delle disfunzioni più o meno gravi nella meccanica respiratoria, inficiandone la funzione.

I sintomi peggiorano dopo uno sforzo ripetuto e nei casi più gravi anche dopo l’utilizzo ripetuto dei muscoli interessati dalla malattia.

Spesso i sintomi si manifestano in maniera intermittente con un andamento irregolare che varia da uno stato di malessere ad uno di remissione parziale.

Ma quali sono le cause che sviluppano questa malattia?

Miastenia gravisCome accennavamo all’inizio dell’articolo, viene innescata da un disturbo del sistema immunitario, dove la sua iperattività produce anticorpi anomali, che erroneamente attaccano i recettori dell’acetilcolina, inattivandoli e diminuendone quindi il numero degli stessi recettori liberi nel tessuto muscolare.

Il tutto si traduce in una riduzione della sensibilità muscolare alla stimolazione neurologica attivatoria.

Più si innalzano i livelli di anticorpi specifici di questa malattia e più si ridurrà l’efficienza della trasmissione tra il nervo, la placca motrice e il muscolo, diminuendone sia la funzione che il tono muscolare stesso.

Il tutto chiaramente peggiora quanto più sarà l’impegno muscolare richiesto in rapporto ai recettori che servirebbero per soddisfare tale necessità.

Il perché la malattia abbia un rapporto patologico primario con il proprio sistema immunitario ancora non è ben chiaro, ma in alcuni casi si è notato il coinvolgimento del timo (ghiandola che svolge un ruolo importante nello sviluppo del sistema immunitario), il quale mostra un ingrossamento o un alterazione patologica, che viene associata alla produzione anomala di anticorpi contro i recettori dell’acetilcolina.

La diagnosi

EsamiPer procedere con la diagnosi, come sempre la raccolta dei dati anamnestici ed un attento esame obiettivo, permetteranno di avere una prima indicazione sulla presenza della miastenia gravis, ma la diagnosi effettiva non è sempre semplice da effettuare, perché può essere confusa con altri disturbi neurologici appartenenti ad altre categorie patologiche, pertanto sarà necessario avvalersi di indagini di laboratorio ematochimici generici e specifici, per valutare i valori glicemici, i fattori ormonali, lo stato di funzionamento immunitario e capaci di individuare la presenza di anticorpi specifici anti recettori dell’acetilcolina e anticorpi specifici contro i recettori chinassi muscolo-specifici.

Può essere molto utile supportare le indagini di laboratorio con esami eletromiografici ed elettroneurografici, per valutare la conduzione nervosa rispetto alla placca motrice e la conduzione del segnale neurologico del nero stesso.

Potrebbe essere buona norma fare uno studio anatomico anche del timo e della tiroide per escludere danni anatomo-funzionali di queste ghiandole, le quali possono interferire con il corretto funzionamento del sistema immunitario.

Quasi sempre viene eseguita una RM encefalo e vertebrale per escludere la presenza di patologie del sistema nervoso cerebrale e midollare, aiutando nella ricerca di eventuali diagnosi secondarie di relazione.

Sempre a scopo diagnostico, non è raro utilizzare la somministrazione di cloruro edofronio, il quale bloccando l’enzima che scompone l’aceticolina a livello della giunzione neuromuscolare, dà al paziente un improvviso e temporaneo miglioramento dei sintomi, confermando la diagnosi di miastenia gravis.

Il trattamento della Miastenia gravis

Trattamento farmacologioNell’approccio terapeutico va detto che non esiste una cura specifica e mirata per la miastenia gravis, ma la strada utilizzata per la gestione della patologia è ben delineata, puntando ad attenuare la risposta del sistema immunitario, con lo scopo di diminuire la presenza di anticorpi specifici anti recettori dell’acetilcolina, utilizzando degli immunosoppressori.

Anche l’utilizzo del cortisone, per merito del suo effetto immunodepressivo, riesce a dare un aiuto per diminuire gli autoanticorpi incriminati.

Gli inibitori dell’acetilcolinesterasi, hanno un buon effetto per ristabilire il funzionamento tra il nervo, l’impulso elettrochimico sulla placca motrice e il muscolo interessato.

Sarà anche importante gestire le patologie secondarie che possono essere la concausa della manifestazione della miastenia gravis, curandole a seconda del caso.

Un’altra strada utilizzata nella gestione della sintomatologia è la plasmaferesi, metodica dove il plasma viene separato dal sangue, ripulito degli autoanticorpi incriminati e rinfuso nel paziente.

L’effetto benefico ha una risposta più duratura, che può essere valida per alcune settimane, fino a quando i livelli di anticorpi specifici anti recettori dell’acetilcolina, risalgono ad una soglia non più tollerata.

Si è constatato che in una parte dei pazienti, l’asportazione chirurgica del timo, riduce la produzione degli anticorpi responsabili della malattia, pertanto nei pazienti che possono affrontare questo intervento, può essere una strategia terapeutica.

StanchezzaOltre alle terapie di cui abbiamo parlato, sarà importante modificare lo stile di vita, riducendo lo sforzo fisico e stabilendo delle pause di riposo adeguate al recupero dello sforzo muscolare, nelle attività di vita quotidiane.

La fisioterapia può essere utile per mantenere attive le articolazioni ed evitare le anchilosi, così come può dare un contributo nello scarico delle compressioni vertebrali e dei cingoli, non più sostenuti da un tono muscolare adeguato.

La miastenia gravis è una patologia importante, che mina in maniera profonda lo stato di salute del paziente, ma fortunatamente la corretta diagnosi ed un piano terapeutico adeguato, può aiutare il paziente a gestire la malattia in maniera efficiente e soddisfacente, mantenendo una qualità adeguata, nell’affrontare le attività di vita quotidiane e con essa un’autosufficienza.

La salute passa attraverso la conoscenza e con l’articolo di oggi abbiamo la possibilità di aggiungere un tassello al nostro benessere.