Articoli

Fibromialgia

Il termine “fibromialgia” trae origine da dolore (algos) proveniente dai muscoli (myo) e dai tessuti fibrosi (fibro), come tendini e legamenti.

Cos’è la Fibromialgia e come si presenta?

Si presenta con un insieme di più sintomi indipendenti ma in relazione tra di loro:

  • Fibromialgia-1maggiore tensione muscolare di base, che aumenta in maniera esponenziale nel momento della sua attivazione contrattile
  • riduzione o perdita di forza
  • dolore cronico muscolare, tendinineo e legamentoso che si manifesta in maniera diffusa e migrante
  • crampi notturni e fascicolazioni
  • disturbi dell’articolazione temporo mandibolare (ATM)
  • acufeni
  • alterazione della sensibilità recettiva e percettiva
  • disturbi dell’equilibrio
  • parestesie con alterazioni della sensibilità cutanea, formicolio, prurito, bruciore, fitte
  • percezione alterata del caldo, freddo, umido (si può diventare sensibili al cambiamento metereologico)
  • ipersensibilità visiva, olfattiva, acustica
  • rigidità, soprattutto mattutina
  • cefalea
  • stanchezza
  • disturbi del sonno, insonnia
  • disturbi cognitivi
  • stato confusionale con difficoltà di concentrazione
  • disturbi di ansia
  • disturbi depressivi
  • attacchi di panico
  • disfunzioni gastrointestinali
  • cistite interstiziale

Fibromialgia-2aIl dolore di tipo cronico, migrante in varie zone del corpo, ha la caratteristica di esser resistente agli antinfiammatori, ovvero la sintomatologia può anche sensibilmente diminuire ma non sparire, ne al momento, ne in maniera definitiva.

Può variare da leggero indolenzimento a forte dolore acuto.

E’ localizzato nei nei tender points (una mappa di punti specifica, attivata dalla digitopressione)

La fibromialgia va individuata con grande maestria.

Le indagini diagnostiche e di laboratorio non sono sufficientemente utili perché in realtà le alterazione che possono mostrare non sono ricollegabili alla fibromialgia stessa.

La raccolta di dati anamnestici, la palpazione di punti sensibili, l’esame obiettivo e la diagnosi differenziale su una rosa di patologia associate, sono la chiave per poter stabilire la presenza della sindrome fibromialgica.

La causa della fibromialgia non è stata riconosciuta come certa ne è stata ben definita, ma sono stati evidenziati diversi fattori, di varia natura, che possono innescarla:

  • modificazione di tipo ipossico, causa diretta di un cambiamento anatomico
  • un alterato funzionamento del sistema nervoso autonomo (S.N.A.) in particolar modo della componente ortosimpatica
  • alterazione dei neurotrasmettitori (serotonina e noradrenalina sono i principali coinvolti) dove anche qui il S.N.A. gioca un ruolo dominante nel controllo della contrazione muscolare, sudorazione, vasodilatazione / vasocostrizione, deficit di irrorazione sanguigna a livello muscolare, insorgenza del dolore, rinforzo del dolore, tensione, astenia, aumento della percezione agli stimoli
  • eventi traumatici sia organici che psichici
  • presenza di neuropatie e più in generale di patologie organiche sistemiche
  • attivazione del sistema autoimmunitario dopo infezioni batteriche
  • spasmofilia (stanchezza con spasmi)
  • le neuropatie che portano ad un’alterazione della membrana assonale dei nervi periferici
  • alterazioni dei canali ionici, con il coinvolgimento disfunzionale dei canali sodio-potassio-calcio, che causano problemi di cattiva attivazione sia della parte neurologica che di quella muscolare
  •  familiarità nello sviluppo della fibromialgia

Le cause scatenanti

Fibromialgia-3Tra le cause scatenati della fibromialgia ci sono i sintomi stessi, ovvero, avendo una schiera di concause cosi vasta, potranno essere le stesse situazioni a portare l’attivazione della sindrome con il presentarsi dello stesso sintomo scatenante, correlato in aggiunta a molti degli altri indicati precedentemente.

Fibromialgia-4Individuiamo come possibili micce di innesco fibromialgico tutte quelle condizioni come: stress, alimentazione, stanchezza e affaticamento, dolore ti tipo neuropatico, contratture e spasmi associati a rigidità, perdita del normale ritmo sonno veglia, disturbi cognitivi momentanei.

La fatica peggiora sicuramente i sintomi.

In definitiva tutte quelle situazioni che fanno perdere o diminuire un delicato equilibrio multi fattoriale, possono essere lo starter della fibromialgia che trova la scusa per liberarsi nelle sue molteplici manifestazioni.

Fibromialgia-5La fibromialgia pertanto può essere facilmente associata a molte altre patologie che abbracciano diversi campi: reumatologico, immunitario, neurologico, ortopedico, dismetabolico.

Per meglio inquadrarla viene divisa in 4 macro categorie:

  1. non associata a condizioni psichiatriche
  2. associata a condizioni psichiatriche
  3. associata a depressione maggiore
  4. somatizzazione

Fibromialgia-6Ricordo che le problematiche psichiatriche o psicologiche non sono i fattori scatenati della fibromialgia ma possono essere delle condizioni che influenzano l’evoluzione della sindrome stessa e il suo perdurare.
Pertanto si fa attenzione alle manifestazioni parallele nel campo PSICONEUROENDOCRINOIMMUNOLOGICO (PNEI) e i loro effetti sul comportamento

I pazienti fibromialgici possono sviluppare disturbi d’ansia più facilmente.

Per fare diagnosi, la raccolta dei dati anamnestici è fondamentale.

Riuscire a fare un quadro informativo capace di trovare i vari punti comuni con la sindrome, vuol dire mettersi sulla strada giusta per definire il problema.

L’esame obiettivo mira alla palpazione di una mappa ben organizzata e strutturata di 18 punti chiave (TENDER POINTS), ognuno di essi considera sia l’ emilato destro che sinistro.

Fibromialgia-7

Mappa tender points fibromialgia

Di questi 18 punti almeno 11 devono risultare positivi alla dolorabilità nella palpazione e devono anche essere in rapporto con il resto delle concomitanze di comorbilità (coesistenza di più patologie diverse nello stesso individuo ma indipendenti una dall’altra, oppure riferirsi a a patologie che compaiono secondariamente all’insorgenza di una patologia di fondo).

Nella valutazione dei tender points va considerato il parametro miologico, lo stato di spasmo e di tensione provocato e il parametro dolorometrico, l’intensità del dolore provocato.

Il parametro miologico può essere considerato nella sua positività anche per una ischemia transitoria compressiva o per una iperpnea ottenuta modificando la respirazione profonda polmonare.

Nella valutazione vanno escluse la presenza di patologie di diverso ambito, con sintomi uguali o simili, che possano far confondere la fibromialgia con un’altra patologia (diagnosi differenziale).

Nella diagnosi differenziale la sintomatologia multifattoriale va distinta da una serie di patologie diverse per natura: ortopediche, neurologiche, reumatologiche, autoimmunitarie, ormonali, psichiche, psichiatriche, infettive.

Per arrivare ad una diagnosi concreta di fibromialgia l’esame obbiettivo diventa fondamentale, così come può essere di grande aiuto anche lo studio delle indagini di laboratorio che escluderanno in parte i ceppi delle patologie sopra indicate.

Le analisi di laboratorio spesso trovano un riscontro alterato di più fattori: diminuzione della serotonina, diminuzione di un amminoacido della famiglia del tripofano e diminuzione della melatonina, così come si riscontra un aumento della sostanza P.

Fibromialgia-8Nella gestione dei pazienti fibromialgici si è visto che l’attività fisica ha comunque la sua importanza, va assolutamente evitata la rigidità e i disequilibri posturali, per non sovraccaricare le articolazioni e le catene muscolari inerenti.

Allo stesso tempo va scongiurato l’affaticamento e l’attività prolungata, ovvero sono necessarie pause di recupero ad personam.

La muscolatura, le capsule articolari e i compartimenti legamentosi di sostegno devono essere sempre elastici e la postura ben corretta, per non predisporre i tessuti molli ad un eccesso di tensione al momento dell’ attacco acuto.

Fibromialgia-9Deve diventare una sana abitudine quella di dormire le giuste ore di sonno senza mai andarne in debito.

Alle volte la melatonina può essere un buon rimedio lì dove il fisico ne risulti meno provvisto e dove ci sia un alterazione del ciclo sonno veglia.

Anche le tecniche di rilassamento hanno il loro vantaggio e possono diminuire la situazione di burnout a cui il fisico va incontro.

Fibromialgia-10La gestione del lavoro quotidiano deve prevedere la possibilità di avere delle pause o di cambiare i compiti, passando da più pesanti a più leggeri, per non stressare eccessivamente le risorse della persona.

Fibromialgia-11L’alimentazione dovrebbe evitare quei cibi corresponsabili di un’infiammazione basale, fattore di stress che benché minimo potrebbe innescare la scintilla della fibromialgia.

Gli integratori alimentari possono essere un supporto ma non una cura.

A livello farmacologico gli antinfiammatori non steroidei non hanno mostrato grossa efficacia mentre sicuramente meglio vanno i miorilassanti.

Gli antidepressivi hanno il loro effetto li dove si evidenziano carenze di serotonina alle analisi di laboratorio.

L’utilizzo medico della cannabis ha portato giovamenti nella gestione della fibromialgia per merito dei molti fattori su cui agisce.

In conclusione posso dire che la fibromialgia non è una patologia degenerativa, i suoi sintomi variano per zona e per interesse di organo, il paziente può arrivare alla rigidità e al dolore cronico.

I fattori di comorbilità sono tanti e se da un lato rendono difficile fare una diagnosi certa, d all’altro permettono il vantaggio di impostare un approccio multidisciplinare.

La fibromialgia si può affrontare e gestire in maniera efficace ed efficiente per evitare che i suoi sintomi diventino deleteri per le autonomie quotidiane della persona.

Pubalgia

La pubalgia è un’affezione dolorosa che si estende nella zona pubica, con irradiazioni differenti per posizione ed estensione del territorio coinvolto.

Pubalgia_01La differente posizione della sintomatologia è ricollegabile in parte alla causa e in parte alla modalità con cui si instaura la pubalgia.

Cause

Della manifestazione sintomatologica ne parlerò a breve, prima cerchiamo di capire quali sono le cause scatenanti:

  • microtraumi ripetuti
  • sforzi eccessivi
  • alterazione dei piani articolari della sinfisi pubica e del bacino rispetto agli assi di movimento delle articolazioni coxo-femorali e delle vertebre dorso-lombari
  • cambiamento di tensione dei muscoli adduttori per l’arto inferiore e dei muscoli della parete addominale per il busto
  • alterazione degli equilibri tra catene muscolari agoniste e antagoniste
  • cambio di tensione del tessuto fasciale di contenimento, di giunzione e di contiguità
  • dismetabolismi
  • nevriti
  • ptosi viscerale
  • modificazione della meccanica respiratoria
  • alterazione tensiva del pavimento pelvico.

Pubalgia_02Tutti questi cambiamenti, che come potete intuire, possono essere di natura e di relazione differente, daranno uno sviluppo potenziale della pubalgia.

La mappa del dolore si presenterà maggiormente nella zona inguinale e nel punto di giunzione pubico, mentre l’irradiazione potrà estendersi dalla porzione mediale del femore, all’angolo interno della radice della coscia, fino ad interessare la porzione del pavimento pelvico nella zona anteriore dell’emilato colpito dalla pubalgia, oppure la parta bassa dell’addome nella zona sovra pubica dove si inseriscono i retti addominali.

Pubalgia_03La manifestazione della sintomatologia può assumere delle sfumature differenti a seconda della causa riscontrata in acuto o nel cronico.

Il dolore può manifestarsi la mattina al risveglio, oppure riprendendo il movimento dopo aver mantenuto la stessa postura per parecchie ore, generalmente passa nel giro di pochi minuti per poi rimanere soffuso ma costante.

Può esacerbarsi dopo attività fisica prolungata.

Si fa sentire dopo sforzi repentini e violenti.

La pubalgia si manifesta oltre che con il dolore anche con la perdita di funzionalità, pertanto il paziente avrà una riduzione della mobilità d’anca soprattutto nell’apertura, ovvero nel movimento laterale, nell’estensione e nelle rotazioni.

Nei casi più gravi anche il camminare può creare fastidio, tanto da costringere il soggetto ad accorciare la falcata e a trasferire il peso maggiormente sull’arto controlaterale.

Potrebbe diventare fastidioso persino tossire o defecare con sforzo.

Diagnosi

Non è difficile fare una diagnosi di pubalgia per mezzo dell’esame clinico, quello che risulta complesso è capire il tipo di pubalgia e la causa primaria che la innesca.

Nella diagnosi quindi diventa fondamentale la raccolta dati nell’intervista al paziente, in modo da carpirne il momento e la modalità di insorgenza del dolore pubico, la manifestazione nella quotidianità e negli eccessi, per poi riscontrare con l’esame clinico, il parallellismo dei dolori evocati e delle limitazioni articolari, tramite l’utilizzo di test specifici.

Pubalgia_04Le indagini diagnostiche sono fondamentali e particolarmente utili risultano la radiografie del bacino e l’ecografia del pacchetto muscolare nella zona di inserzione pubica.

È molto utile anche la RM che indaga la porzione dell’anca e del bacino, ma se utilizzata come esame unico di diagnosi, si rischia di perdere la qualità visiva della struttura ossea pubica.

Nella diagnostica per immagini è importante visualizzare l’eventuale presenza di alterazioni anatomiche inerenti la sinfisi pubica, la muscolatura adduttoria, le porzioni tendinee, le articolazioni sacro iliache, la testa del femore e le strutture vertebrali lombari.

A livello muscolare va indagato se ci sia infiammazione, fibrosità, lesioni parcellari e fissurazioni, nel punto di aggancio osteo-tendineo o muscolo-tendineo o sul profilo tessutale non di giunzione.

Cura

Stabilita la causa e l’entità della pubalgia si potrà mettere in atto il piano terapeutico.

Pubalgia_05Sia in fase acuta che cronica, è necessario un periodo di riposo sufficiente a supportare le cure per il ripristino della guarigione.

Farmacologicamente si utilizzeranno prevalentemente antinfiammatori non sterioidei per spegnere l’infiammazione.

Non sono pochi i casi dove ci si aiuta con le infiltrazioni perilocali di ozono terapia, supportando il meccanismo chimico antinfiammatorio.

Pubalgia_06Fondamentale è l’utilizzo di fisioterapia con terapie strumentali mirate a scemare l’infiammazione e a migliorare il trofismo cellulare.

A seconda delle cause associate alla pubalgia, si potrà impostare il lavoro su:

  • mobilizzazione articolare per recuperare i gradi di movimento persi
  • allungamento delle catene muscolari
  • ottimizzazione del trofismo muscolare
  • inibizione muscolare con aumento del tono basale.

L’osteopatia ha un ruolo diretto nel recupero articolare inerente a:

  • sinfisi pubica e il suo centraggio in relazione all’anca
  • articolazioni sacro iliache
  • vertebre lombari
  • segmento vertebrale dorsale
  • sterno

Ha il compito migliorare la mobilità viscerale con rapporto diretto rispetto al grande e piccolo bacino, di riequilibrare la tensione del pavimento pelvico, di migliorare il tessuto fasciale di collegamento e di sostegno.

Inoltre, quello di dinamicizzare il circolo vascolare / linfatico della zona inerente alla pubalgia e di togliere le perturbazioni neurologiche periferiche che possano alterare le vie sensitive e motorie della muscolatura coinvolta nella patologia.

La pubalgia è una patologia che altera la nostra attività quotidiana e la vita sportiva.

Può risultare lunga nel suo percorso di guarigione, ma se capita e diagnosticata nella maniera corretta, guarirà con risultati eccellenti e certi.

 

Lombosciatalgia

La lombosciatalgia è un’ affezione dolorosa che prende il nervo sciatico causando una nevrite che si irradia sul territorio specifico dell’arto inferiore.

Lombosciatalgia_01Il nervo sciatico è un nervo formato da varie radici nervose del midollo spinale, più precisamente dalla cauda equina e fuoriescono dalla colonna vertebrale tramite i forami di coniugazione.

I forami di coniugazione si creano dall’unione di due vertebre creando uno spazio dove il nervo può passare per poi dislocarsi lungo il corpo umano.

Lo sciatico è formato da ben 5 radici nervose L4-5-S1-2-3, dove L ed S stanno ad indicare i segmenti lombari e sacrali, pertanto 2 radici escono dalla zona lombare e 3 dalla zona sacrale.

Ogni radice ha un territorio specifico dove porterà sensibilità e motricità, partendo dalla zona lombare o sacrale, passando per la zona glutea, scendendo sulla coscia e sulla gamba, fino ad arrivare al piede.

Un attacco acuto sciatalgico può essere molto doloroso manifestandosi con alterazioni della sensibilità, riduzione della forza specifica e alterazione dei riflessi osteo-tendinei, inoltre può causare una difesa antalgica portando la colonna e l’arto inferiore a creare degli schemi di compensi totalmente alterati, che assoceranno uno stato di contrattura resistente alla risoluzione autonoma.

Lombosciatalgia_01Come ho già accennato prima, il territorio di sviluppo patologico è esteso e ben distinto, ma spesso viene confuso nella diagnosi, con patologie di tipo vertebrale che danno una manifestazione similare ma che si estendono con un irradiazione molto più breve, colpendo ad esempio solamente il gluteo o la coscia spesso nella porzione posteriore.

In questo caso diventa sbagliato parlare di sciatalgia e le cure che verranno applicate nel piano terapeutico sciatalgico potranno risultare inefficaci.

Diventa fondamentale essere precisi nel diagnosticare la sciatalgia vera e ancora più importante capire quale sia la radice coinvolta e la causa che la innesca.

Vediamo di capire quali siano le possibili cause della lombosciatalgia.

Lombosciatalgia_03Comunemente si associa questa patologia ad un’ernia discale, nel momento in cui il nucleo erniato va a comprimere la radice nervosa inducendone un’irritazione e un’ infiammazione.

Sarebbe però riduttivo accusare l’ernia del disco come unico evento scatenante e allora vediamo di fare chiarezza su ogni possibile causa:

  • schiacciamento vertebrale con riduzione di altezza dei forami di coniugazione
  • chiusura dei forami di coniugazione dato da un’inclinazione atipica del segmento vertebrale
  • edema con aumento della pressione all’interno del forame di coniugazione
  • Lombosciatalgia_04ipossia o anossia per riduzione della portata arteriosa inerente alla radice nervosa
  • osteofita canalare, ovvero un’escrescenza ossea a livello articolare che si espande verso la radice nervosa irritandola
  • batterico o virale

Omettiamo tutte le cause traumatiche fratturative o tumorali perché meriterebbero un articolo a se spiegandone la complessità.

Le cause sopra elencate possono essere cumulabili in discali, meccaniche, vascolari e infettivobatteriche; sono tutte diverse tra di loro ma danno come risultato finale la stessa sintomatologia dolorosa e di impotenza funzionale.

Lombosciatalgia_05È chiaro che a seconda della categoria della causa scatenante, sarà diverso il piano terapeutico e il tempo di recupero per tornare ad uno stato di salute effettivo ed efficiente.

Capite da voi quanto sia importante essere precisi nella diagnosi.

Sbagliare diagnosi potrebbe mettere in ulteriore difficoltà il paziente che vive l’affezione patologica.

E allora come si fa ad essere precisi nel dare il giusto nome e cognome al fattore scatenante la lombosciatalgia?

Si inizia come sempre con una raccolta dati e quindi un’anamnesi, che vada a centrare i sintomi del paziente rispetto a quello che potrebbero causarli, si indaga ogni possibile perturbazione presente e passata che possano aver influenzato lo stato di salute del soggetto e non per ultimo si cercano di escludere le possibili diagnosi differenziali che per similitudine sintomatologica ci potrebbero portare fuori strada.

Lombosciatalgia_06Nell’utilizzo della diagnostica per immagini o di quella strumentale, è fondamentale l’utilizzo di RM lombo-sacrale, per studiare lo stato anatomico delle strutture discali e radicolari, sia nel passaggio del canale midollare e sia in quello del forame di coniugazione.

Nel caso di alterazioni osteoarticolari, che possano essere di tipo osteofitico, da alterazione morfologica della vertebra, oppure da stenosi dura, l’esame più appropriato risulta essere la TC che ha la capacità di studiare in maniera eccellente il tessuto osseo e calcifico nei sui più intimi particolari.

In caso di infezioni come fonte della sciatalgia, può essere necessario ricorrere ad esami di laboratorio per studiarne la presenza nel sangue.

In circostanze sciatalgiche tanto acute quanto croniche, con importanti manifestazioni motorie, può essere necessario lo studio della conduzione nervosa rispetto alla placca motrice e quindi lo stato di salute del nervo stesso e la sua efficienza, utilizzando l’esame elettromiografico; non è raro riscontrarne una sofferenza o addirittura una denervazione.

La sciatalgia può regredire in maniera totale e le strade da percorrere sono molteplici:

La farmacologia vede l’impegno di antinfiammatori non steroidei o cortisonici, sia in maniera singola e sia associati a miorilassanti, in maniera da ottenere tanto la riduzione dell’infiammazione quanto del tono muscolare e delle contratture antalgiche.

Si possono utilizzare anche farmaci antidolorifici nel caso il dolore sia talmente acuto da non riuscire a rompere il ciclo di rinforzo dell’ipertono locale muscolare.

L’ozono terapia applicata localmente, può ridurre la componete infiammatoria in maniera naturale, andando a riequilibrare il PH perturbato dal processo infiammatorio e attenuando la sintomatologia.

La fisioterapia gioca un ruolo fondamentale nella riduzione del dolore e nella mobilizzazione del nervo nei suoi punti critici di passaggio, mobilizzandolo e ricercando lo spazio di scorrimento adeguato per alleviarne l’ irritazione .

Ha la capacità di drenare il tessuto vascolare venoso, nel caso sia lui il responsabile dell’aumento della pressione nella zona del passaggio del forame di coniugazione.

Riduce lo stato di tensione muscolare e risolve le contratture muscolari.

Riequilibra le catene muscolari cercando la migliore sinergia tra gruppi anteriori e posteriori riportandole ad un rapporto di sinergia.

Lombosciatalgia_08L’osteopatia mette in libertà le strutture articolari bloccate, liberando i forami di coniugazione da restrizioni che, se mantenute, avrebbero solamente rinforzato lo stato patologico.

Toglie trazione alla radice nervosa agendo sulla mobilizzazione del tubo neurale.

Diminuisce le zone di tensione addominale agendo sulle pressioni e sulle aree muscolari inerenti.

Influenza il tessuto connettivo di sostegno del nervo sciatico lungo tutto il suo percorso, disimbrigliandolo e dandogli modo di poter lavorare senza resistenze.

Migliora il drenaggio dei cataboliti infiammatori, agendo sul sistema viscerale, in particolar modo sugli organi emuntori per espellerne le tossine.

Lombosciatalgia_09Nel caso la sciatalgia di natura discale erniaria, resistente ad ogni tipo di trattamento per grandezza o posizione, si può intervenire con la chirurgia eliminando il tessuto che comprime la radice nervosa, ripulendo la zona da eventuali aderenze create dal nucleo discale espulso, decongestionando la radice nervosa.

Va ricordato che un intervento chirurgico di ernia del disco, elimina la causa ma non modifica lo stato degenerativo in essere del segmento vertebrale, pertanto sarà necessario prendersi cura della propria colonna in maniera costante con esercizi mirati, fisioterapia e osteopatia preventiva.

Vogliamoci bene, prendiamoci cura della nostra schiena!